Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha adottato giovedì all'unanimità una nuova risoluzione, che autorizza il mandato dello UN Multidimensional Integrated Stabilisation Mission (MINUSCA) in RCA dal 30 aprile 2015. La nuova missione infatti assumerà le responsabilità di quella internazionale di supporto guidata da paesi africani, meglio nota come MISCA, e a partire dal 15 settembre 2014, comprenderà inizialmente fino a 10.000 militari, tra cui 240 osservatori militari e 200 ufficiali di stato maggiore, così come 1.800 forze di polizia.
Inoltre, il Consiglio ha chiesto al Segretario Generale Ban Ki-moon d’incorporare la presenza dello UN Integrated Peacebuilding Office in the Central African Republic (BINUCA), nel MINUSCA a partire da proprio da giovedì e garantire così “una transizione continua” da un soggetto all'altro. Ban Ki-moon che ha accolto con favore l'istituzione della nuova Missione, ha voluto subito sottolineare che l'azione del Consiglio “porterà un sostegno immediato, concreto e sostenibile, al popolo centrafricano.”
In una dichiarazione rilasciata dal suo portavoce a New York, il capo delle Nazioni Unite ha esortato per l’ennesima volta tutte le parti a porre fine immediatamente alle uccisioni, attacchi mirati e altre atroci violazioni dei diritti umani che continuano in totale impunità. Ban ha poi lodato gli sforzi instancabili del MISCA, la quale continuerà ad attuare il suo mandato fino al 15 settembre, a fianco delle forze francesi meglio note come Sangaris e la recentemente missione approvata dell’Unione Europea nella Repubblica Centrafricana, denominata EUFOR composta da circa 1.000 unità e che dovrebbe essere operativa a fine aprile.
“Le Nazioni Unite lavoreranno a stretto contatto con il MISCA per garantire una transizione ininterrotta con il MINUSCA”, riporta il comunicato, che includeva un forte richiamo da parte del Segretario Generale verso tutti i partner al fine di aumentare il loro sostegno al MISCA finché il MINUSCA non diventerà pienamente operativo. Il Segretario Generale ha voluto inoltre porre l’accento sull'importante ruolo svolto dalla Comunità Economica degli Stati dell'Africa Centrale (ECCAS), l'Unione Africana (AU), e la mediazione guidata dalla Repubblica del Congo a sostegno della transizione politica nella Repubblica Centrafricana.
A tal proposito, Ban Ki-moon ha dichiarato: “Questo è il momento per la comunità internazionale di dimostrare il suo sostegno collettivo per gli sforzi intrapresi dal governo transitorio – sotto la guida di Catherine Samba-Panza – per portare pace, stabilità e riconciliazione nella Repubblica Centrafricana.”
La dichiarazione prosegue esprimendo un profondo apprezzamento da parte di Ban per l’impegno e il coraggio visto in RCA di tutto il personale delle Nazioni Unite, in particolare, per la dedizione esemplare del suo rappresentante speciale, Babacar Gaye e il resto dello staff dello UN Integrated Peacebuilding Office in the Central African Republic (BINUCA).
Una nota positiva è stata inoltre, che gli anziani leader religiosi della Repubblica Centrafricana hanno accolto favorevolmente la decisione presa dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Dieudonné Nzapalainga, l'Arcivescovo di Bangui, ha dichiarato in merito: “Accogliamo con favore la decisione unanime del Consiglio di Sicurezza di istituire una operazione di peacekeeping delle Nazioni Unite in RCA, dove la pulizia etnica è diffusa e le vite di migliaia di persone sono a rischio. Tuttavia, poiché la missione verrà dispiegata sul campo solo a settembre, sollecitiamo che un sostegno forte ed immediato venga dato al MISCA al fine di migliorare la sicurezza in questo momento cruciale.” Dall’altro canto, Imam Omar Kobine Layama, il più anziano leader musulmano in RCA, ha illustrato le analogie con il genocidio ruandese e ha esortato le Nazioni Unite a rimanere completamente concentrate sul portare stabilità nel paese. “La lezione del Ruanda è che la mancanza di volontà politica e d'impegno politico possono portare alla catastrofe. E 'essenziale che il Consiglio di Sicurezza rimanga attivamente impegnato sulla Repubblica Centrafricana e che questa risoluzione sia solo una parte di una strategia a lungo termine per portare la pace nel nostro paese.”
Significativo è stata anche la dichiarazione della rappresentante permanente degli USA all’ONU, Samantha Power, che ricordiamo essere tornata proprio due giorni fa dalla sua missione istituzionale nella Repubblica Centrafricana. L’Amb. Power ha voluto congratularsi con la presidente Catherine Samba-Panza e tutto il suo staff del governo di transizione, per il loro impegno e soprattutto il loro coraggio, dato che lavorare in quelle situazioni critiche è davvero fuori dal comune.
“Sono lieta di annunciare che gli Stati Uniti hanno impegnato ulteriori 22 milioni di dollari di aiuti umanitari per la popolazione della Repubblica Centrafricana, portando il nostro totale di quest'anno a quasi 67 milioni dollari”, ha annunciato a sorpresa la Power. Questa nuova assistenza affronterà una serie di questioni urgenti come ad esempio gli sfollati e i rifugiati interni, salute, protezione, mezzi di sussistenza, distribuzione di cibo, acqua e servizi igienico-sanitari.
La rappresentante USA ha infine affermato: “Ora la Repubblica Centrafricana ha bisogno di tutti i paesi che hanno promesso 500 milioni di dollari di aiuti nel mese di gennaio – di cui 200 milioni dollari per la sola azione umanitaria – e mantenere la loro parola data”, aggiungendo “dobbiamo fare di più, possiamo fare di più, e dobbiamo farlo ora.”
Passando alla direttrice esecutiva del World Food Programme (WFP), Ertharin Cousin, quest’ultima ha dichiarato che dalla capitale, Bangui a Bossangoa fino ad arrivare ad altre aree più remote del paese, l'agenzia sta duramente e concretamente cercando di salvare vite umane, rafforzare i mezzi di sussistenza ed evitare che la “crisi dimenticata in RCA passi da una dalla fase di deterioramento a quella di tragedia trascurata.” In un'intervista allo UN News Centre in seguito al suo recente viaggio nel paese, Cousin ha poi voluto ribadire che “poiché vi è una notevole attenzione da parte dei media e dei donatori verso la Siria e il Sud Sudan, dobbiamo portare quello stesso livello di attenzione per la Repubblica Centrafricana”, aggiungendo: “Non possiamo privilegiare un bambino affamato rispetto ad un altro.”
Quanto ai donatori, bisogna sottolineare che quest’ultimi hanno generosamente fornito più di 37 milioni dollari al WFP per la sua risposta d’emergenza in RCA. Tuttavia, l'agenzia richiede ancora quasi 70 milioni dollari per effettuare operazioni sul campo fino alla fine di agosto, mentre nei paesi vicini, le operazioni del WFP richiedono un totale oltre 17 milioni dollari per fornire assistenza alimentare ai rifugiati che sono fuggiti dalla crisi in RCA. Come si può benissimo comprendere la situazione non è delle migliori, benché il WFP abbia ricevuto delle ingenti donazioni, che purtroppo non bastano ancora. Tra le altre cose, rispondere al più presto può davvero cambiare la vita di migliaia di persone, poiché ci stiamo avvicinando alla stagione delle piogge, che in luoghi come la RCA può bloccare le strade per i convogli di aiuti umanitari e far precipitare la situazione ancora più in basso.
La crisi, iniziata nel dicembre 2012, ha lasciato migliaia di morti mentre 2,2 milioni di persone – circa la metà della popolazione – hanno urgentemente bisogno di aiuti umanitari. Quanto agli sfollati interni, le ultime stime ne riportano più di 650.000 mentre si registrano più di 290.000 persone fuggite nei paesi vicini in cerca di rifugio.