Martedì a Kiev, nella capitale Ucraina, i manifestanti hanno tentato in mattinata di marciare fino al Parlamento in vista di un dibattito cruciale per ripristinare la Costituzione del 2004, che limiterebbe notevolmente i poteri del presidente, secondo quanto ha dichiarato l’OHCHR in un comunicato stampa.
Si è assistito a violenti scontri, scoppiati tra polizia in assetto antisommossa e manifestanti, nei pressi del palazzo del Parlamento. La violenza non si è arrestata poiché la polizia antisommossa ha cercato di ripulire il campo dei manifestanti presente in Piazza Indipendenza. La polizia ha sparato proiettili di gomma e lanciato granate stordenti e fumogeni dai camion, mentre alcuni manifestanti lanciavano molotov e mattoni.
Circa 22 persone sono rimaste uccise e tra queste giornalisti, poliziotti e manifestanti. Secondo quanto riferito dal Ministero della Salute, 241 persone sono state ricoverate in ospedale.
Tempo fa, il Segretario Generale Ban Ki-moon aveva già ribadito l'urgenza di porre fine alla crisi politica in Ucraina attraverso il dialogo e la necessità di prevenire ulteriori violenze, proprio durante il suo incontro con il presidente ucraino, prima della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Sochi.
La capitale ucraina, Kiev, è stata testimone di proteste di massa sin dalla fine di novembre, a seguito di una decisione del governo di non firmare un accordo sulla più ampia integrazione con l'Unione Europea. Le manifestazioni si sono poi riaccese, sulla scia di una nuova legislazione che limita l'esercizio dei diritti fondamentali, inclusi i diritti alla libertà di associazione, di riunione e di espressione e il funzionamento delle organizzazioni non governative, violazioni punite tra l’altro con dure pene detentive.
Ieri sera, in una dichiarazione rilasciata dal suo portavoce, il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon ha esortato entrambe le parti a cessare qualsiasi tipo di violenza e raddoppiare gli sforzi per trovare una soluzione pacifica, inclusi l'amnistia per i detenuti a seguito delle proteste e lo sgombero da parte dei manifestanti degli edifici governativi.
“Il Segretario Generale chiede alle parti di aprirsi ad un nuovo dialogo che porti a risultati rapidi”, ha aggiunto il portavoce. “Prevenire ulteriori instabilità e spargimento di sangue è una priorità fondamentale, e tutte le parti devono puntare a far sì che l’Ucraina torni sulla via della prosperità e della democrazia il più rapidamente possibile”.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navi Pillay ha chiesto oggi a tutte le parti di esercitare la massima moderazione: “Condanno fermamente le uccisioni ed esorto il governo e i manifestanti ad agire al più presto per disinnescare le tensioni e per trovare una soluzione pacifica alla crisi in atto”.
Navy Pillay ha anche chiesto un'indagine urgente e indipendente per accertare i fatti e le responsabilità, compreso l'eventuale uso eccessivo della forza al fine di garantire la responsabilità degli scontri. Infine, ha voluto anche ribadire il suo appello per il rispetto del diritto di riunione pacifica, come previsto dal diritto internazionale e dai diritti umani.
La situazione è drastica e in molti temono che possa scappare di mano. Il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino ha dichiarato in merito: “Si rischia una guerra civile alle porte dell'UE”. “Nonostante i margini negoziali fra governo ed opposizioni appaiano in queste ore ancora più ridotti”, per il ministro degli Esteri, non esiste “alcuna vera alternativa alla ripresa del dialogo, che l'UE intende sostenere con il massimo impegno. In caso di continuazione delle violenze, non escludiamo il ricorso a misure restrittive eccezionali”. Perché ha poi aggiunto, “va considerato, e scongiurato, il rischio concreto di una guerra civile alle porte dell'Unione Europea”.
Anche Papa Francesco si è voluto rivolgere con un appello personale ai dimostranti e governanti ucraini: “Invito tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace del Paese”, ha detto durante l'udienza del mercoledì. “Con animo preoccupato seguo quanto in questi giorni sta accadendo. Assicuro la mia vicinanza al popolo ucraino e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per i feriti”, ha poi aggiunto il Pontefice.
La Russia lo ha definito come un “colpo di stato” e ha chiesto la cessazione delle violenze. Quanto all’Unione Europea, l'Alto Rappresentante per la Politica Estera, Catherine Ashton, ha convocato un consiglio dei ministri degli esteri europei straordinario per giovedì alle 14.