Martedì 4 febbraio, come quasi tutti giorni, nel palazzo di vetro delle Nazioni Unite, è stata una giornata ricca di eventi e dichiarazioni su tematiche spinose passando dalla Giornata Mondiale per la lotta contro il Cancro al primo rapporto sulla situazione dei bambini in Siria, all’appello per aiuti umanitari in Sud Sudan, senza tralasciare il conflitto in Repubblica Centrafricana, l’iniziativa di IKEA nei campi dei rifugiati e molto altro ancora. E anche l'Italia è stata protagonista con un evento di grande rilievo dedicato alla protezione degli oceani.
Il primo punto presente nell’agenda di ieri è stato quello inerente l’invito da parte del Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon al dialogo per superare le differenze politiche e la complessa situazione creatasi per via delle elezioni in Tailandia. Il portavoce di Ban Ki-moon ha infatti comunicato con una nota: “Il Segretario Generale è preoccupato del fatto che diversi cittadini tailandesi non sono stati in grado di esercitare il loro diritto di voto”, notando che il segretario sta seguendo da vicino gli sviluppi in Tailandia e ne auspica una soluzione veloce e democratica. Dopo che le elezioni nazionali sono state interrotte dalle proteste durante il fine settimana, Ban Ki-moon ha invitato tutte le parti a risolvere le loro divergenze attraverso il dialogo, il compromesso e il rispetto dei principi democratici, e ha sottolineato che eventuali azioni che minano i processi democratici non possono essere perdonate.
Anche il clima vuole la sua parte
Ancora il Segretario Generale Ban Ki-moon e il Ministro degli Emirati Arabi Uniti (UAE) e Inviato Speciale per l'Energia e il Cambiamento Climatico, il Dr. Sultan Al Jaber, hanno annunciato che il paese del Golfo ospiterà ad Abu Dhabi, il 4 e il 5 maggio p.v., una riunione di alto livello – chiamata Abu Dhabi Ascent, dal nome della città ospitante – per favorire delle azioni concrete da intraprendere in seguito al vertice sul clima che si terrà all’ONU a New York, il 23 settembre 2014, proprio un giorno prima dell’inizio del dibattito annuale dell'Assemblea. Il Segretario Generale ha invitato infatti, in tale occasione capi di Governo, alti rappresentanti del settore privato e della società civile per portare dati, proposte e azioni concrete per affrontare il cambiamento climatico. Il vertice di New York si concentrerà sulle soluzioni che dimostrino come un’azione rapida possa portare a notevoli benefici economici. Sultan Al Jaber ha poi concluso sottolineando come il suo paese sia in prima linea negli sforzi internazionali per attenuare i cambiamenti climatici.

Il presidente della Repubblica di Palau, Tommy Remengesau Jr.
Di clima e ambiente si è parlato anche nell'evento organizzato dalla Rappresentanza Permanente d'Italia all'ONU, dal titolo Healthy Oceans and Seas: a way forward. In vista della ridefinizione dei nuovi Millennium Development Goals, l'Italia si impegna a far sì che la protezione degli oceani e dei mari entri negli obiettivi condivisi dalla comunità internazionale. All'evento ha partecipato, per l'Italia, il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, mentre per la Repubblica di Palau, piccola isola nel Pacifico fortemente minacciata dall'innalzamento del livello dei mari e dalla riduzione della fauna ittica, ha parlato il presidente Tommy Remengesau. Con questo evento l'Italia conferma una tradizione di vicinanza e supporto ai piccoli stati insulari, in vista di una strategia comune per la protezione ambientale. Allo stesso tempo, in previsione di una possibile prossima riforma del Consiglio di Sicurezza, voluta da medie potenze in cerca di un seggio permanente (e cui l'Italia e contraria), il nostro Paese sa che i voti di queste piccole nazioni, in sede di assemblea generale, potrebbero essere determinanti.
In Yemen sviluppo vuol dire stabilità
Passando alla situazione in Yemen, il rappresentante residente delle Nazioni Unite e coordinatore umanitario per lo Yemen, Ismail Ould Cheikh Ahmed ha dichiarato martedì, in una conferenza stampa a Ginevra: “Non ci sarà alcuna stabilità in Yemen se più della metà della popolazione si sveglia al mattino senza la possibilità di avere del cibo, vivendo al di sotto della linea di povertà”. La stabilità politica deve andare di pari passo con lo sviluppo, ha poi aggiunto, sottolineando che il paese ha subito una serie di conflitti interni, negli ultimi anni, che hanno portato insicurezza e mancanza di sviluppo. Inoltre, più della metà della sua popolazione ha bisogno di assistenza umanitaria: si tratta di 25 milioni di persone, di cui 13 milioni non hanno accesso ad acqua potabile sicura. Ci sono anche circa 250.000 rifugiati registrati e quasi 400.000 sfollati interni (IDP). Infine, lo Yemen ha il secondo più alto tasso di malnutrizione nel mondo, dopo l'Afghanistan, con circa 1 milione di bambini che soffrono per questa condizione, mentre il 50 per cento dei bambini al di sotto dei cinque anni soffre di problemi legati allo sviluppo fisico. Le Nazioni Unite e i suoi partner hanno lanciato un appello perché vengano stanziati 592 milioni di dollari al fine di svolgere le proprie attività di sviluppo in Yemen per quest'anno.
In Siria le prime vittime sono i bambini
Non meno drammatica la situazione in Siria. Martedì è stato rilasciato il primo rapporto ONU, che copre il periodo dal 1 ° marzo 2011 al 15 novembre 2013, e che elenca una serie di orrori – che i figli della Siria hanno sofferto da quando l'opposizione ha cercato di spodestare il presidente Assad – che vanno da abusi veri e propri, compresa la violenza sessuale, alla violazione di diritti umani, la chiusura delle scuole e il diniego di accesso agli aiuti umanitari. Il rapporto evidenzia la difficile situazione dei bambini siriani, continuamente esposti a violenze e atrocità: alcuni sono stati appesi alle pareti o ai soffitti per i polsi o per le gambe, altri, secondo un racconto di un ragazzo di 16 anni, sono stati picchiati assieme a degli adulti con barre di metallo. Ad alcuni hanno strappato via le unghie, tagliato le dita, altri sono stati picchiati con un martello, a volte fino alla morte, altri legati ad una tavola di legno e picchiati. La violenza sessuale è dilagante e colpisce chiunque adulti e bambini. Il segretario generale, Ban Ki-moon ha dichiarato: “Le violazioni devono finire ora. […] Esorto, pertanto, tutte le parti in conflitto a prendere, senza indugio, tutte le misure per proteggere e salvaguardare i diritti di tutti i bambini in Siria”. Infine, nel suo elenco di raccomandazioni, Ban Ki-moon ha invitato tutte le parti a terminare tutti gli attacchi indiscriminati e sproporzionati su aree civili, tra cui tattiche di terrore, attacchi aerei, armi chimiche e artiglieria pesante, consentendo un libero accesso umanitario e rilasciando immediatamente le donne rapite e i bambini.

Profughi nell’Ovest della Siria. Foto: UNHRC
Sul tema siriano, va aggiunto che le Nazioni Unite hanno iniziato il 4 febbraio un nuovo ponte aereo dall'Iraq per sfamare circa 30.000 sfollati in una regione del Nord-Est della Siria, dilaniata dal conflitto, dove per più di sei mesi la popolazione è stata tagliata fuori dalla viabilità stradale. Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) ha dichiarato che la situazione in Siria è tragica e complessa per quanto riguarda l’invio di aiuti umanitari per via di ritardi burocratici, insicurezza sulle strade, guerriglie continue, e altro ancora. Ciò nonostante un aereo del PAM è atterrato ieri a Qamishli con 40 tonnellate di cibo, il primo dei 10 voli che consegnerà oltre 400 tonnellate di prodotti alimentari e altri oggetti, soprattutto vestiti, detersivi e sapone – da parte del PAM, del Fondo per l'Infanzia delle Nazioni Unite (UNICEF) e dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).
Drammi africani
Nella giornata di martedì, grande preoccupazione c’è stata anche per la situazione in Repubblica Centrafricana, dove, a causa degli scontri in corso, i più vulnerabili sono, come in Siria, proprio i bambini. Quest’ultimi secondo il direttore esecutivo dell'UNICEF, Anthony Lake, “sono continuamente sotto attacco e vengono uccisi con una violenza davvero brutale e insensata”. Intanto il PAM sta preparando un trasporto aereo di prodotti alimentari come ultimo asso nella manica dato che il suo convoglio di 43 camion che trasportano quasi 1.200 tonnellate di cereali è stato bloccato al confine con il Camerun per le ultime tre settimane; bloccato da strade insicure e una mancanza di funzionari doganali.
Restando in Africa, sempre nella giornata di martedì 4 febbraio, le agenzie delle Nazioni Unite e i loro partner umanitari nel Sud Sudan hanno lanciato un appello, chiedendo 1.27 miliardi dollari per aiutare più di 3 milioni di persone che continuano a subire le conseguenze del conflitto nel paese ormai in gravi condizioni sotto ogni punto di vista. “La priorità è salvare vite umane adesso, e assicurarci di avere cibo, medicine e altri generi di salvataggio sul campo, in posizioni facilmente raggiungibili dalle agenzie umanitarie prima che le piogge colpiscano e rendano le strade impraticabili”, ha detto Toby Lanzer, coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per il Sud Sudan. Concludendo la sua visita di due giorni nel paese, lunedì, il sottosegretario generale per le operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, Hervé Ladsous ha sottolineato che benchè entrambe le parti in conflitto abbiano firmato un accordo di cessate il fuoco – mediato da parte dell'Autorità regionale intergovernativa per lo sviluppo (IGAD) nella capitale etiope di Addis Abeba lo scorso mese – oltre 80.000 civili sono attualmente protetti dalla missione UNMISS nei suoi otto complessi in tutto il paese, contando 43.000 civili nel solo complesso ONU a Juba.
Ban per le donne
Nella giornata di martedì, poi, il segretario generale Ban Ki-moon ha voluto assicurare – prima della sua partenza per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Sochi – il suo appoggio personale per le donne di tutto il mondo, sottolineando la necessità che le Nazioni Unite e i suoi partner gettino le basi per consentire a tutte le donne di godere dei loro diritti e avere più potere. “Siamo in un momento cruciale”, ha detto Ban Ki-moon osservando che il 2015 segna anche il 20 ° anniversario della storica Conferenza mondiale di Pechino sulle donne. La Dichiarazione di Pechino e della sua Piattaforma d'azione, adottata all'unanimità da 189 paesi, è considerata il documento chiave per una politica globale in materia di parità di genere, affrontando aree critiche come le donne e la povertà, la violenza contro le donne ed i diritti umani delle donne.
Concludiamo questa giornata all’ONU e questo nostro articolo con un iniziativa degna di nota. La Fondazione IKEA ha lanciato una campagna di due mesi per raccogliere fondi per fornire illuminazione a energia solare e altre tecnologie di energia rinnovabile nei campi profughi gestiti dalle Nazioni Unite attraverso la vendita di lampadine nei suoi negozi di tutto il mondo. Per ogni lampada a LED Ladare, venduta dal 3 febbraio al 29 marzo, la Fondazione IKEA donerà 1 € all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). I fondi raccolti attraverso l’iniziativa Brighter Lives for Refugees aiuteranno a fornire luci a energia solare per l’illuminazione stradale, lanterne solari interne e altre tecnologie che utilizzano energie rinnovabili, quali fornelli a basso consumo per cucinare nei campi in paesi quali: Bangladesh, Ciad, Etiopia e Giordania.