Una giornata al Palazzo di Vetro che verrà ricordata come tra le più emozionanti della storia delle Nazioni Unite. Malala Yousafzai, la giovanissima pakistana a cui i Talebani hanno sparato alla testa lo scorso ottobre perché andava a scuola, il giorno del suo 16esimo compleanno ha festeggiato all’ONU “Il Malala Day”, la giornata internazionale dedicata col suo nome all’istruzione dei giovani nel mondo. In centinaia l’hanno applaudita, più volte, mentre parlava con voce ferma e squillante (era il suo primo discorso pubblico dopo le cure ricevute in Inghilterra). E al termine del discorso si è alzata in piedi l’intera Assemblea Generale delle Nazioni Unite, rinforzata questa mattina da una folla di giovani provenienti da più di 80 Paesi del mondo. Tutti qui per Malala.
“Nessuno ci fermerà, le nostre parole potranno cambiare il mondo” ha affermato Malala. “Hanno detto che con i loro proiettili volevano metterci a tacere ma hanno fallito – ha sottolineato la ragazza – Piuttosto sono nati piuttosto forza, carica e coraggio” ha aggiunto.
I talebani avrebbero voluto ucciderla proprio per il suo impegno nella promozione dell’istruzione dei giovani in Pakistan. Ma la loro azione si è alla fine rivelata un boomerang. Malala è ormai diventata famosa in tutto il mondo e oggi alle Nazioni Unite il suo discorso ha commosso tutti (guarda il video). Allo storico discorso di Malala sull’importanza dell’istruzione per sconfiggere ogni estremismo, è mancata solo l'imponente cornice della sala dell’Assemblea Generale dell'ONU, da mesi in restauro. Ma l’atmosfera nella sala scelta per l’evento era comunque colma di emozione.
“Non so da dove iniziare il mio discorso, non so cosa le persone si aspettano che dica – aveva iniziato con umiltà la giovane – Il Malala Day non è il mio giorno, oggi è il giorno di tutte le donne e gli uomini che hanno alzato la loro voce per i loro diritti”. Malala, aveva anche aperto il suo intervento con le parole della sua fede musulmana: “In nome di Dio, il più buono, il più compassionevole… Non sarò ridotta al silenzio dai taleban. Quando mi hanno sparato la paura è morta così come l’essere senza speranza”. “Il loro proiettile non mi ridurrà al silenzio”, aveva continuato Malala, e ribadendo come gli estremisti non possono rappresentare l’Islam che "è una religione di pace".
La coraggiosa attivista, oggi simbolo della campagna per l’istruzione mondiale, ha ricordato a più riprese quante persone rimangano vittime ogni giorno di attacchi terroristici, studenti e insegnanti in primis. “I terroristi hanno paura del cambiamento, dell'uguaglianza nella società". “L’istruzione è un diritto per tutti, anche per i figli e le figlie dei taleban” ha continuato Malala, attaccando al cuore delle loro paure i terroristi che la volevano morta. “Gli estremisti hanno paura dei libri e delle penne – ha affermato Malala – Il potere dell’istruzione li spaventa. Il potere della voce delle donne li spaventa. E’ per questo che stanno facendo esplodere scuole ogni giorno.”
Ma di fronte alla violenza dei terroristi la giovane ha voluto rispondere con la forza delle parole: “Non sono qui contro nessuno! Sono qui per parlare del diritto all’istruzione di tutti i bambini. Voglio istruzione anche per i figli dei talebani – ha specificato Malala – Anche se avessi una pistola in mano e il talebano davanti a me non gli sparerei. È la compassione che ho imparato da Maometto, da Gesù Cristo e dal Buddha. È il perdono che ho imparato da mia padre e madre” ha aggiunto la studentessa prima di essere interrotta da un altro applauso scrosciante della platea, tra cui il segretario generale Ban Ki-moon che poco prima la aveva accolta emozionato.
Non sono mancate le stoccate ai leader mondiali affinchè si adoperino per migliorare compiutamente lo stato attuale delle cose: “Chiediamo a tutti i governi di cambiare le loro politiche strategiche per la pace e prosperità. Chiediamo istruzione gratuita in tutto il mondo!” . Se infatti, secondo il report dell’UNESCO, l’accesso all’istruzione infantile è migliorato dal 2008 al 2011, passando da 60 a 57 milioni, c’è ancora molto da fare. Centoventi milioni di giovani non hanno le competenze base di scrittura e lettura, un ostacolo per il loro accesso al lavoro.
“Permetteteci di usare l’arma della conoscenza – ha concluso Malala – Uno studente, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. L’istruzione è l’unica soluzione. Istruzione subito”.
Un applauso che sembrava non finire mai. Il segretario generale Ban Ki-moon ha salutato così l’eroina di tutti: “Malala tu sei la nostra eroina, sei la nostra grande campionessa, noi siamo con te, tu non sarai mai sola”.