Terribile assalto al complesso ONU di stanza a Mogadiscio. Alti funzionari delle Nazioni Unite hanno espresso il loro sdegno per l’attentato e hanno ribadito che ciò non scoraggerà le Nazioni Unite, che non abbandoneranno la Somalia ma anzi continueranno a portare avanti la loro missione di stabilità, pace e sviluppo sostenibile.
Secondo le fonti dello UNSOM (Missione di assistenza delle Nazione Unite in Somalia), intorno alle 11:30 di questa mattina, un furgone carico di esplosivo è stato fatto esplodere davanti al gate principale del complesso ONU permettendo così a degli uomini armati di fare irruzione all’interno. C’è stato un susseguirsi di esplosioni di colpi di arma da fuoco ed esplosivo non appena il personale si è rifugiato nelle aree sicure. I morti, secondo le prime notizie sarebbero almeno 15, e almeno sei sarebbero terroristi.
"Sono veramente scioccato e inorridito da ciò che si è verificato stamane a Mogadiscio" , ha dichiarato alla stampa il Rappresentante Speciale del Segretario Generale e capo della UNSOM, Nicholas Kay (Regno Unito).
L’UNSOM, è una missione politica sostenuta dal Dipartimento di Field Support (DFS) che ha iniziato la sua attività il 3 giugno 2013 per un periodo di 12 mesi. E 'incaricato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad offrire competenze in aree che vanno dal processo politico per il disarmo per aiutare il paese al consolidamento e costruzione della pace, della riconciliazione e della stabilità economica e sociale.
Il complesso ONU nella capitale somala ospita personale internazionale specializzato in questioni umanitarie e di sviluppo per la popolazione locale, pertanto attaccare queste persone costituisce solo un infimo attentato terroristico che rallenta il percorso verso una pace e uno sviluppo sostenibile, danneggiando soprattutto la popolazione locale. I responsabili dell’attacco sarebbero le milizie di Al Shabab, il gruppo armato islamista che fino a tre anni fa controllava Mogadishiu e altre zone della Somalia e che continua a combattere la sua guerra civile contro il governo somalo ora riconosciuto internazionalmente dopo le elezioni.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che è da ieri in visita ufficiale in Cina, ha avuto modo di parlare al telefono con il presidente della Somalia, Sheikh Hassan Mohamud e si è detto profondamente angosciato e indignato per l'attacco "spregevole" contro le Nazioni Unite. Inoltre ha anche riaffermato che le Nazioni Unite anche dopo questo attacco non si tireranno indietro, ma anzi continueranno a portare avanti la loro missione in Somalia.
Sebbene i media affermino che si tratti di un attentato condotto da militanti islamici e che ci siano state diverse vittime, Mr. Kay ha osservato che la maggior parte del personale delle Nazioni Unite è rimasto fortunatamente illeso. "I nostri colleghi di Mogadiscio sono scossi, ma l’ONU è determinato a sostenere il popolo della Somalia", ha infine dichiarato.
La Somalia aveva ritrovato pace e sicurezza negli anni passati grazie all’intervento delle milizie delle Corti Islamiche che riuscirono a scacciare dalla capitale i famigerati “Signori della Guerra” che controllavano tutto da anni. Tuttavia Mogadiscio ha pagato caro – libertà e fanatismo religioso – l’aiuto delle Corti Islamiche che hanno introdotto la Sharia ovvero la legge islamica nella città. Dal 2007 a oggi, la Somalia è ancora in forti difficoltà sotto moltissimi aspetti e come se non bastasse è stata colpita anche da forti epidemie, lotte e caos generale… un paese in piena catastrofe umanitaria!
Attaccare funzionari Onu impegnati nell’aiutare un popolo così duramente colpito negli ultimi 25 anni, e che si trovano nel paese solo al fine di permettere che le nuove generazioni abbiano un futuro migliore, stabile e tranquillo, è stato un atto di vigliaccheria. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU mercoledí pomeriggio ha condannato l’attacco alla missione delle Nazioni Unite a Mogadiscio. L’ambasciatore britannico Mark Lyall Grant, presidente di turno del CdS, ha letto alla stampa una dichiarazione di ferma condanna unanime dell’attacco da parte dei Quindici. Quando gli è stato chiesto se la nuova missione potesse essere ripensata dopo quest’attacco, l’ambasciatore britannico ha detto che nonostante sia evidente che a Mogadiscio la sicurezza ancora è fragilissima, le ragioni per la missione ONU per restare in Somalia persistono e sono fondamentali al recupero del martoriato paese. L’ambasciatore britannico ha specificato che sette tra i morti sarebbero tra gli assalitori del compound dell’ONU. Inoltre quattro sarebbero somali, altri quattro non somali e uno di questi sarebbe un impiegato dell’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo). Altri due vittime sarebbero due impiegati della Denel, una industria di armi del Sud Africa, di proprieta’ statale, che a quanto pare stavano lavorando con la missione. L’ambasciatore Lyall Grant non ha confermato le nazionalitá delle vittime. Dopo l’incontro con i giornalisti del presidente del Consiglio di Sicurezza, un dispaccio di agenzia dell’Ap aveva portato il numero totale dei morti a 20. Ma non si hanno ancora notizie sulla nazionalitá delle ulteriori vittime.