Senz’acqua e senza luce: e come se non fosse abbastanza, la situazione di Catania diventa ancora più paradossale perché in Italia pochi ne parlano. La città siciliana, trecentomila abitanti, affacciata sul mar Ionio, da sabato 22 luglio ha cominciato a soffrire di interruzioni della rete elettrica dovute a guasti per il gran caldo. A ruota, è cominciata a mancare l’acqua corrente: la società di distribuzione idrica Sidra spiega che gli impianti di produzione suoi e dei suoi fornitori sono fermi in attesa delle riparazioni della rete elettrica ferma per blackout.
Nel centro storico molte attività hanno chiuso e le strutture ricettive sperano nel buon cuore dei turisti, mentre i residenti fanno la fila alle fontanelle pubbliche funzionanti per riempire d’acqua le taniche da riportarsi a casa. Situazione da guerra: lunedì 24 luglio a Catania è arrivato il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, già governatore della Sicilia.
Musumeci ha cercato di tranquillizzare ma anche di gettare acqua sulle polemiche: l’emergenza non riguarda solo Catania ha detto ma tutta Italia, perché di fronte al cambiamento climatico “siamo stati un po’ refrattari” e invece “la tropicalizzazione del clima è arrivata anche da noi”. Però, la rete malfunzionante è quella catanese (non quella romana o cagliaritana o napoletana, per restare al centro sud, né quella palermitana dove pure qualche blackout c’è stato).

Difficile capire però cosa sia successo in città concretamente alla rete elettrica, tanto da provocare lo stop alla rete idrica (e presumibilmente gravi problemi agli anziani che senza ascensore non possono uscire di casa, ai disabili attaccati ai respiratori, a tutti i fragili senza aria condizionata). Spiegazioni ufficiali non ce ne sono. Il sindaco Enzo Trantino – in carica da quest’anno – ha richiesto al comune di trovare soluzioni per i cittadini più fragili. L’attuale presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha chiesto al fornitore di energia elettrica Enel un “impegno straordinario” parlando di “straordinaria ondata di calore” e di “sovraccarichi degli impianti di condizionamento”. Enel ha promesso di rafforzare un contingente già inviato in Sicilia con personale, gruppi elettrogeni, power stations. Anche Trantino ha “ingiunto” a Enel di intervenire.
Per i prossimi due giorni però sarà ancora difficile risolvere la situazione perché si prevedono ancora temperature elevate; mentre mercoledì 26 in Italia ci saranno solo due città da ‘bollino rosso’, ovvero Bari e per l’appunto, ancora, Catania.
Ad aumentare la sensazione che la Sicilia, come spesso, sia un buco nero nell’informazione italiana, c’è il silenzio dei media. Se ad essere senz’acqua fosse tutta Firenze, o tutta Bologna, vedremmo ampi servizi sulla stampa nazionale e una cittadinanza in rivolta; invece scorrendo i siti dei quotidiani, il problema catanese semplicemente non c’è. Si trova di più naturalmente sui siti siciliani, e un po’ anche a livello nazionale si parla dell’aeroporto di Fontanarossa: sì, perché lo scalo catanese da sei giorni è fuori uso per un incendio, rendendo fisicamente più difficile andarsene dalla città ai turisti che volessero cercare refrigerio altrove (un problema più visibile che la semplice mancanza dell’acqua nelle case private).
I guai dell’aeroporto hanno anche provocato qualche frizione in seno alla maggioranza di governo. Il presidente della Regione Schifani (già berlusconiano di ferro) si è scontrato con il ministro del Made in Italy Adolfo Urso (di Fratelli d’Italia, partito della premier Giorgia Meloni). Secondo Schifani, Urso ha alimentato “sterili polemiche” parlando delle carenze infrastrutturali del sistema aeroportuale mentre Fontanarossa sarebbe un hub internazionale di qualità per flussi di traffico e qualità dei servizi di terra.
Fatto sta che anche sul rogo dell’aeroporto le notizie sono frammentarie, tanto più sulla ripresa dell’attività (inizialmente era stata promessa in due giorni). Si può solo auspicare che, ondata di caldo o no, ai catanesi venga in soccorso qualcosa di concreto oltre alle parole e alla clemenza del cielo.