Il superboss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai Carabinieri del ROS dopo 30 anni di latitanza. Il blitz delle forze dell’ordine – coordinato dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido – è stato compiuto lunedì mattina all’interno della clinica privata “La Maddalena” di Palermo, specializzata in cure oncologiche.
Il latitante e capo del mandamento criminale di Castelvetrano si era recato nella clinica privata “per sottoporsi a terapie” – come riferito dal comandante del ROS Pasquale Angelosanto. Subito dopo l’arresto, Messina Denaro è stato trasferito prima nella caserma San Lorenzo, poi all’aeroporto di Boccadifalco, e infine in una struttura carceraria di massima sicurezza.
Secondo le prime indiscrezioni, da circa un anno il capoclan era in cura presso la struttura utilizzando un falso nome (“Andrea Bonafede”). Fino a stamattina, quando degli uomini armati lo hanno identificato mentre era in coda per fare un tampone. Secondo Stefania Filosto, direttrice della clinica la Maddalena, l’uomo avrebbe tentato di fuggire superando i cancelli fino a via San Lorenzo, dove però i più agili carabinieri del ROS lo hanno acciuffato.
L’arresto di Matteo Messina Denaro è la notizia che molti aspettavano da troppi anni #messinadenaro pic.twitter.com/qO8IlgQiHc
— MargheritaCarpinteri (@margheritacarp) January 16, 2023
“Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia”: ha commentato così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro. “All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia”, prosegue la premier.
“Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, appena appresa la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro, al suo arrivo ad Ankara per incontrare il suo omologo turco.
Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano (TP) Ciccio – storico alleato dei corleonesi di Totò Riina – Matteo Messina Denaro era latitante dall’estate del 1993. Il criminale 61enne è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello dell’allora 15enne Giuseppe Di Matteo – figlio di un pentito – che venne strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia; per le famigerate stragi del 1992 – costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino – nonché per gli attentati dell’anno successivo a Milano, Firenze e Roma.
Messina Denaro era l’ultimo “mega-boss” ancora a piede libero, dopo l’arresto dei suoi fedeli alleati Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernando Provenzano, riuscito a evitare la galera per addirittura 38 anni.