“Siamo ancora al fianco dell’Ucraina. Totalmente. Fino in fondo”. Ha toni solenni la promessa di Joe Biden, che venerdì ha chiesto pubblicamente scusa all’omologo Volodymyr Zelensky per i ritardi nei finanziamenti USA a Kyiv e ribadito che Washington rimarrà a fianco dell’alleato est-europeo fin quando sarà necessario.
Il bilaterale presidenziale si è tenuto in mattinata a Parigi, meno di 24 ore dopo le maxi-celebrazioni in Normandia per l’80° anniversario del D-Day. Biden ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno circa 225 milioni di dollari in nuovi aiuti militari all’Ucraina, che comprendono munizioni per il sistema di lanciarazzi HIMARS, mortai e una serie di proiettili di artiglieria, secondo quanto anticipato da alcuni funzionari statunitensi.
L’81enne democratico ha curiosamente descritto la nuova tranche come fondi per “ricostruire la rete elettrica” ucraina. Essa include infatti sistemi di difesa aerea e missilistica che potranno essere usati in territorio russo per limitare i frequenti raid di Mosca contro le infrastrutture ucraine.
“Mi scuso per queste settimane in cui non sapevo cosa sarebbe successo in termini di finanziamenti”, le parole del leader americano. Il riferimento è ai circa sei mesi di attesa che sono serviti alla Camera dei rappresentanti a guida repubblicana per approvare un pacchetto di aiuti militari da 61 miliardi di dollari, superati lo scorso 20 aprile grazie alla presa di posizione dello speaker GOP Mike Johnson.
Nel frattempo, l’impasse legislativa ha consentito alle truppe di Mosca di guadagnare terreno tanto nel Donbass quanto nella regione settentrionale di Charviv, costringendo gli ucraini a corto di personale e munizioni a indietreggiare di decine di chilometri.
Dal 24 febbraio 2022, Washington ha inviato a Kyiv oltre 44 miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza, principalmente attraverso la “Presidential Drawdown” (che attribuisce a Biden il potere di trasferire equipaggiamento militare agli alleati senza l’ok del Congresso in caso di emergenze) e l’Iniziativa di assistenza alla sicurezza in Ucraina (USAI) finanziata dal Pentagono.
Pur accogliendo entusiasticamente l’impegno del democratico Biden, Zelensky ha però chiesto solidarietà anche ai repubblicani vicini all’ex presidente Donald Trump. Secondo i sondaggi, il magnate newyorkese ha discrete possibilità di tornare alla Casa Bianca dopo le elezioni di novembre (nonostante la recente condanna per falso in bilancio). E Trump, a differenza di Biden, ha più volte minacciato di tagliare i fondi per Kyiv.
“È molto importante che (…) tutto il popolo americano resti con l’Ucraina,” ha affermato Zelensky, chiedendo a Washington di “proteggere l’Europa” e “salvare vite umane” contro la minaccia russa, equiparandola a quella nazifascista di un secolo fa.
Nel pomeriggio anche Biden, dal palco di Pount-du-Hoc, il promontorio sulla Manica dove 225 ranger dell’esercito americano scalarono scogliere alte 150 metri per disarmare i nazisti, ha tracciato un parallelo tra i “tiranni” di oggi e quelli di allora – esaltando la resistenza ucraina contro la Russia di Vladimir Putin.
“Qualcuno dubita che quegli uomini oggi vorrebbero che l’America si opponesse all’aggressione di Putin qui in Europa?”, ha detto Biden. “La democrazia americana ci chiede la cosa più difficile: credere di essere parte di qualcosa di più grande di noi”, ha aggiunto. “La democrazia inizia con ognuno di noi, inizia quando una persona decide che c’è qualcosa di più importante di se stessa”. Un discorso che ricalca a grandi linee quello pronunciato il giorno prima al Cimitero americano in Normandia, quando aveva criticato le tendenze isolazionistiche della politica USA ed esaltato il valore delle alleanze internazionali.
Biden e Zelensky si rivedranno tra una settimana esatta al vertice del G-7 a presidenza italiana a Borgo Egnazia, dove i sette grandi potrebbero dare il via libera all’utilizzo di una parte degli asset russi congelati nelle banche occidentali per fornire 50 miliardi di dollari all’Ucraina.

La giornata parigina di Zelensky, oltre all’incontro con Biden, ha previsto una cerimonia ufficiale di benvenuto al monumento dell’Invalides, che ospita i resti di Napoleone, e un discorso di 20 minuti all’Assemblea nazionale parigina. Il capo di Stato ucraino ha anche visitato un’azienda produttrice di armi a Versailles, fucina di alcuni degli obici semoventi forniti da Parigi alle forze ucraine, prima di tenere un bilaterale con Macron all’Eliseo.
Dallo scoppio della guerra in Ucraina, il Governo transalpino ha raddoppiato il suo bilancio della difesa e quest’anno prevede di spendere almeno il 2% del PIL in difesa, riprendendo la produzione interna di componenti militari critici. Macron si è impegnato a fornire a Kyiv diversi caccia Mirage 2000-5 per la difesa dello spazio aereo ucraino e ha inoltre annunciato la formazione una “brigata francese” composta da 4.500 militari ucraini addestrati ed equipaggiati da Parigi.
“Macron sta dimostrando un sostegno assoluto al regime di Kiev e si dichiara pronto alla partecipazione diretta della Francia al conflitto militare”, ha commentato venerdì il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo. “Consideriamo queste dichiarazioni molto provocatorie, infiammano le tensioni sul continente e non favoriscono nulla di positivo”.
Parole dure anche dalla portavoce del ministero degli Affari Esteri, Maria Zakharova, secondo cui il via libera statunitense all’utilizzo di armi occidentali nei territori russi al confine con Charkiv equivale a “confessare l’omicidio di bambini e donne” russi che vivono appena al di là della frontiera, nella regione di Belgorod.