Sarà l’Arabia Saudita di Mohammad bin Salman ad ospitare il prossimo round di colloqui tra Russia e Ucraina per tentare di mettere fine al sanguinoso conflitto est-europeo.
A svelarlo è stato domenica il capo di gabinetto di Zelensky, Andriy Yermak, aggiungendo che all’incontro – che secondo il Wall Street Journal si terrà il 5-6 agosto a Gedda – parteciperanno i rappresentanti di almeno 30 nazioni.
Al centro dei colloqui ci sarà il piano di pace formulato negli scorsi mesi dalla leadership di Kyiv – i cui corollari sono il ripristino dell’integrità territoriale ucraina, il ritiro incondizionato delle forze russe, il rilascio di tutti i detenuti di guerra, l’istituzione di un tribunale internazionale speciale per processare gli invasori, nonché una serie di garanzie di sicurezza a Kyiv da parte dell’Occidente. L’attuazione del piano, scrive Yermak sul proprio canale Telegram, “non solo garantirà la pace per l’Ucraina, ma creerà anche meccanismi per contrastare futuri conflitti nel mondo”.
Secondo le fonti diplomatiche consultate dal Wall Street Journal, tra i 30 Paesi coinvolti nell’iniziativa saudita ci sarebbero Stati Uniti, Unione europea, Cile, Egitto, Indonesia, Messico, Polonia, Regno Unito e Zambia.
Assente invece la Russia, che a dire dell’Associated Press non sarebbe stata nemmeno invitata. Negli scorsi giorni il presidente Vladimir Putin aveva peraltro accolto la proposta di mediazione da parte dei 19 Stati africani arrivati per il vertice Russia-Africa a San Pietroburgo, rinfoltendo la già cospicua lista di possibili conciliatori (che già include Cina, Santa Sede, Sudafrica e Brasile).

Il possibile incontro di Gedda arriva dopo mesi di intense trame diplomatiche da Kyiv al Medio Oriente. Quasi tutte le nazioni arabe hanno conservato una posizione neutrale sull’aggressione russa, a causa dei profondi legami militari ed economici che legano il Golfo al Cremlino. Tuttavia, ciò non ha impedito ai Paesi della regione di riservare un caloroso benvenuto a Zelensky in occasione della sua missione al vertice della Lega Araba tenutosi proprio a Gedda lo scorso maggio.
Se è verosimile immaginare che l’incontro, data la pesante assenza russa, possa smuovere ben poco sul fronte bellico, è altrettanto indiscusso che l’effetto più immediato sarà quello di accrescere la reputazione del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
Il leader de facto del Regno, notoriamente inviso all’amministrazione Biden e a buona parte degli alleati europei di Washington, ha collezionato negli ultimi mesi una serie di iniziative diplomatiche – dal miglioramento delle relazioni con l’Iran (grazie alla mediazione cinese) alle trattative per mettere fine al conflitto in Yemen (che vede contrapposte Riad e la milizia sciita filo-Teheran degli Houthi).
Nel frattempo, l’Ucraina sembra aver già messo mano a uno dei capitoli focali del suo piano di pace – quello relativo alle garanzie di sicurezza occidentali. Domenica Yermak ha infatti anticipato che ad agosto partiranno i negoziati per un accordo bilaterale di sicurezza tra Kyiv e Washington. Gli USA diventano così il primo Paese del G-7 a tenere fede alla dichiarazione resa dai sette “grandi” al vertice NATO di Vilnius, con la quale ciascuno di loro si è formalmente impegnato a intensificare il supporto militare all’Ucraina.