Evgenij Prigozhin, leader della famigerata compagnia di mercenari russa Wagner, ha clamorosamente minacciato di ritirare i suoi soldati da Bakhmut il prossimo 10 maggio, accusando i vertici militari di Mosca di non fornirgli abbastanza munizioni per proseguire l’assalto.
Il ricco imprenditore nel settore alimentare – ironicamente soprannominato “il cuoco di Putin” – ha contestualmente accusato lo stato maggiore russo di aver provocato con le sue cattive decisioni “decine di migliaia di morti e feriti” russi al fronte.
“Wagner ha esaurito le risorse per avanzare all’inizio di aprile, ma noi stiamo proseguendo nonostante le disponibilità del nemico siano cinque volte superiori alle nostre”, ha affermato Prigozhin in una conversazione con il blogger militare russo Semyon Pegov. “A causa della mancanza di munizioni”, prosegue l’oligarca pietroburghese, “le nostre perdite aumentano esponenzialmente ogni giorno“.
Negli ultimi dieci mesi, le truppe di Mosca – coadiuvate in prima linea proprio da decine di migliaia di uomini della Wagner – hanno tentato di conquistare quella che fino a un anno e mezzo fa era una prospera città di 70.000 abitanti del Donbass. Cittadina divenuta però fondamentale per i piani russi di annettere la regione di Donetsk, che assieme a Lugansk, Zaporizhzhia e Mariupol’ sono state unilateralmente annesse da Putin lo scorso settembre.
Secondo l’intelligence USA, tuttavia, solo negli ultimi 5 mesi sarebbero più di 20.000 i soldati russi morti e più di 80.000 quelli feriti in tutta l’Ucraina – buona parte dei quali proprio nella battaglia-tritacarne a Bakhmut.

“Se il deficit di munizioni non verrà colmato, per non scappare come topi codardi saremo costretti a ritirarci o a morire“, ha avvisato Prigozhin in un messaggio-frecciatina al ministro della Difesa Sergej Shoigu. E, di conseguenza, al Cremlino.
L’intenzione della Wagner, spiega il leader paramilitare, era quella di conquistare Bakhmut entro il 9 maggio, in concomitanza con il Giorno della Vittoria – che commemora il successo sovietico contro la Germania nazista. Non essendo ciò possibile a causa del summenzionato deficit di munizioni e supporto da parte di Mosca, Prigozhin ha comunicato che trasferirà il comando delle operazioni all’esercito regolare a partire dal 10 maggio.
Non è la prima volta che l’imprenditore lancia bordate ai quadri militari ufficiali, con il quale è da tempo in contrasto. Minacce che, avvertono gli esperti, non sempre poi si tramutano in fatti.
🥊 In Ankara 🇹🇷, during the events of the Parliamentary Assembly of the Black Sea Economic Community, the representative of Russia 🇷🇺 tore the flag of Ukraine 🇺🇦 from the hands of a 🇺🇦 Member of Parliament.
The 🇺🇦 MP then punched the Russian in the face. pic.twitter.com/zUM8oK4IyN
— Jason Jay Smart (@officejjsmart) May 4, 2023
Ma se al fronte la situazione è tesa, lo stesso si può dire a livello diplomatico. A più di 2.000 km di distanza da Bakhmut, giovedì un delegato ucraino ha colpito al volto un omologo russo dopo che quest’ultimo gli aveva strappato di mano la bandiera ucraina per impedirgli di fare photo-bombing.
L’alterco si è consumato giovedì ad Ankara durante un incontro tra i delegati parlamentari delle 13 Stati membri della Organizzazione della cooperazione economica del Mar Nero (BSEC). Il video che ritrae la scena è presto divenuto virale sulla Rete.
Poche ore prima si era peraltro consumato un altro diverbio, stavolta in occasione dell’intervento della rappresentante di Mosca, che era stata oscurata dalle grida e dallo sventolio dei vessilli da parte della delegazione ucraina.