Meno di una settimana dopo aver inserito una società di cybersicurezza israeliana nella propria lista nera, il Governo statunitense avrebbe acquistato dalla stessa azienda un software di spionaggio sfruttando una società di facciata.
A rivelarlo è stata un’inchiesta pubblicata lunedì dal New York Times. Alla fine del 2021, l’amministrazione Biden avrebbe infatti acquistato dall’israeliana NSO il nuovissimo sistema di geolocalizzazione “Landmark” – capace di rivelare la posizione esatta di una persona semplicemente digitando il suo numero di telefono.
La transazione avrebbe visto come acquirente formale del software la “Cleopatra Holdings”, una società fantasma con sede in New Jersey la cui vera identità sarebbe invece quella della ditta “Riva Networks”, che alle proprie spalle ha una lunga storia di appalti governativi segreti.
Peccato però che, appena cinque giorni prima dell’acquisto, la Casa Bianca avesse annunciato l’inserimento della società israeliana fornitrice nella sua lista nera, firmando un ordine esecutivo che vietava (e vieta) al Governo di utilizzare i suoi spyware commerciali. Il divieto si applica in particolare alle applicazioni “operative” che rappresentano un “rischio” per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda il controspionaggio.

ANSA/EPA/RITCHIE B. TONGO
L’inchiesta sostiene che a spingere per l’uso clandestino di spyware sia stata soprattutto l’FBI, che in passato ha già acquistato il famigerato “Pegasus”, un altro software della NSO ben più noto di Landmark – richiestissimo dai regimi autoritari per spiare gli oppositori.
Pegasus riesce infatti agevolmente a “infettare” lo smartphone di un bersaglio, consentendo all’operatore di controllarlo totalmente, accedendo a tutti i dati e a tutte le comunicazioni anche se criptate e accendendo sia alla fotocamera che al microfono per registrare. E tutto ciò senza che l’utente ne venga minimamente a conoscenza.
In un’altra inchiesta di qualche mese fa, il New York Times aveva rivelato come nel 2019 la CIA avesse fornito Pegasus al Governo di Gibuti – Stato che ospita l’unica base militare americana permanente in Africa. Lo scopo ufficiale era quello di aiutare le autorità locali a combattere il terrorismo, ma non si possono escludere altri scopi assai meno nobili.
Quanto a Landmark, invece, secondo due fonti intervistate dal Times l’accordo del 2021 avrebbe permesso al Governo USA di “testare, valutare e persino distribuire il software di spionaggio contro obiettivi selezionati in Messico”. I termini del contratto consentivano inoltre di spiare i clienti di telefonia mobile negli Stati Uniti, anche se non ci sono prove che ciò sia avvenuto. Come se non bastasse, l’inchiesta rivela come l’apparecchiatura sia stata persino venduta all’Arabia Saudita, il cui rapporto con Washington è deteriorato proprio a causa delle ripetute violazione dei diritti umani da parte del regime di Riad.
“Non siamo a conoscenza di questo contratto e qualsiasi uso di questo prodotto sarebbe molto preoccupante”, ha dichiarato un funzionario della Casa Bianca al New York Times. Dichiarazioni che – formule di circostanza a parte – potrebbe sottintendere una divergenza di vedute tra un esecutivo, che predica bene, e le sue agenzie d’intelligence. Che razzolano decisamente peggio.