L’ex consigliere di Trump alla Casa Bianca Steve Bannon è stato condannato a quattro mesi di carcere e a una multa di 6 mila e 500 dollari per essersi rifiutato di comparire dinanzi alla Commissione d’inchiesta della Camera che indaga sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio. Prima che il magistrato Carl Nichols emettesse la sentenza gli avvocati di Bannon avevano chiesto al giudice di ritardare l’ingresso in carcere fino a quando la corte d’appello non avesse preso in esame il caso. Proposta che è stata accettata dal magistrato, il quale però ha aggiunto che se Bannon non dovesse ricorrere in appello dovrà entrare in prigione il 18 di novembre.
La condanna ha fatto di Bannon uno dei personaggi di più alto profilo ad essere condannato per aver preso parte ai preparativi per il tentativo di insurrezione.
La sentenza sull’ex guru politico di Trump è arrivata un anno dopo che la Camera aveva votato per deferire Bannon alla magistratura federale per il suo rifiuto di comparire davanti la commissione d’inchiesta, accusandolo di “disprezzo alle decisioni del Congresso”. Per questo venne incriminato nel novembre del 2021 per due capi d’accusa e lo scorso luglio, dopo un processo federale, è stato riconosciuto colpevole. L’avvocato di Bannon aveva sostenuto che la sua testimonianza avrebbe violato il privilegio esecutivo di Trump, il potere presidenziale di celare determinate informazioni al pubblico. Una tesi non accettata dal magistrato perché Bannon non era più un consigliere della Casa Bianca dal 2018 e i fatti su cui avrebbe dovuto testimoniare si riferivano alla preparazione del tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021.
“I rivoltosi che hanno invaso il Campidoglio il 6 gennaio non hanno semplicemente attaccato un edificio, hanno aggredito lo stato di diritto su cui è stato costruito questo paese e attraverso il quale si mantiene. Ignorando la citazione del comitato ristretto e la sua autorità, l’imputato ha aggravato e difeso quell’aggressione”, ha scritto il magistrato prima di leggere la sua sentenza, aggiungendo “Questa sentenza deve essere intesa come un deterrente per quanti non vogliono rispettare le regole del nostro ordinamento giudiziario”.
Un altro ex confidente di Trump e suo stretto alleato, il consigliere commerciale Peter K. Navarro, sarà processato con le stesse accuse con cui è stato rinviato a giudizio Bannon. La Commissione d’inchiesta della Camera ha chiesto la sua testimonianza per il suo coinvolgimento con “Bannon e altri per… cambiare il risultato delle elezioni presidenziali di novembre 2020”. Nel podcast di Bannon alla fine dell’anno scorso, Navarro ha accreditato l’ospite come “l’eroe del 6 gennaio”, che aveva la “strategia per assaltare Capitol Hill”.
Bannon sarà anche processato dalla Corte dello Stato di New York per l’accusa di aver orchestrato un piano per frodare milioni di dollari a quanti avevano contribuito ad una fondazione in cui credevano di aiutare a costruire il muro lungo gli Stati Uniti al confine con il Messico. Soldi che invece furono usati da Bannon e da altri tre suoi soci, per uso personale. Bannon, che si è dichiarato non colpevole, è stato incriminato con accuse federali quasi identiche nel 2020 ma è stato graziato da Trump prima che l’ex presidente lasciasse a Casa Bianca.
Subito dopo la sentenza molti repubblicani si sono schierati in difesa di Bannon. La Congresswoman repubblicana Marjorie Taylor Greene, il capo di “Judicial Watch”Tom Fitton, l’attivista di destra Jack Posobiec e l’ex capo della polizia di New York City e beneficiario della grazia Trump, Bernie Kerik, si sono tutti rivolti su Twitter per dire che “Sono con Steve Bannon”.
I stand with Steve Bannon.
— Rep. Marjorie Taylor Greene🇺🇸 (@RepMTG) October 21, 2022
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