Sono ore di paura e piogge intense per la popolazione di Porto Rico, che tra domenica e lunedì ha dovuto fare i conti con le alluvioni provocate dal passaggio dell’uragano Fiona.
La maggior parte dell’isola è ancora senza corrente e acqua, mentre gli uomini e le donne della Guardia Nazionale sono ancora impegnati nelle operazioni di soccorso per liberare quasi un migliaio di persone rimaste intrappolate nelle proprie abitazioni. Almeno 1.300 persone hanno trascorso la notte nei rifugi allestiti dalle autorità.
Domenica, in particolare, l’uragano ha divelto i tetti, distrutto la pavimentazione delle strade e riversato fiumi d’acqua nelle case, allagando inoltre due aeroporti e distruggendo un ponte.
Il governatore Pedro Pierluisi, sconsolato, ha avvertito che potrebbero essere necessari molti giorni per aggiustare le infrastrutture e rimediare al blackout generale. Il presidente statunitense Joe Biden ha però rassicurato che Washington invierà ulteriore personale e sarà a fianco dell’isola per tutto il tempo necessario.
Le piogge intense delle ultime ore hanno causato tre vittime: a Porto Rico un uomo ha perso la vita dopo essere stato trascinato da un fiume in piena, un altro uomo di 70 anni è morto carbonizzato per aver tentato di riempire di benzina il suo generatore di elettricità, mentre un 65enne della vicina Repubblica Dominicana è stato colpito dalla caduta di un albero, secondo quanto riferito dalle autorità.
Dopo aver funestato Porto Rico, l’uragano ha sorvolato la Repubblica Dominicana ed è ora diretto nell’Atlantico aperto, dove secondo il National Hurricane Center potrebbe rafforzarsi senza però minacciare la costa statunitense.
Il passaggio di Fiona avviene a cinque anni di distanza dal ben più letale uragano Maria, che nel 2017 causò quasi 3.000 morti e distrusse una rilevante parte delle infrastrutture dell’isola.
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