Giornalisti a rischio non solo nei paesi del Terzo Mondo. Un noto giornalista investigativo di Las Vegas del Review Journal è stato accoltellato a morte la settimana scorsa fuori dalla sua casa poco dopo le 10:30 di mattina. Tutto lasciava credere che si trattasse di una rapina finita male perché il killer era fuggito con il laptop della vittima. Ma il personal computer di un giornalista può celare segreti che possono costare la vita. E poi la vittima aveva scritto nel 2001 un best seller, “Murder in Sin City: The Death of a Las Vegas Casino Boss“, la storia dell’uccisione di Ted Binion, erede della fortuna dell’Horseshoe Club. Un libro che gli diede notorietà… e nemici. Ma soprattutto autorità sulle sue inchieste.
La mattina del 2 settembre Jeff German, 69 anni, giaceva a terra, a pochi metri dalla sua auto, in una pozza di sangue, ucciso con un coltello dopo una violenta lotta con l’aggressore. I vicini di casa hanno visto la colluttazione e hanno chiamato la polizia. Ad agevolare le indagini anche le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza di alcune abitazioni vicino al luogo dell’omicidio. Video che mostravano una persona che dopo l’omicidio camminava verso un’auto parcheggiata, con un ampio cappello di paglia, una camicia arancione brillante con le maniche lunghe, jeans blu, scarpe grigie e una tracolla con il computer, quello della vittima.
Jeff German aveva avuto una carriera di tutto rispetto: era uno degli editor del Review-Journal dopo aver lavorato per oltre due decenni al Las Vegas Sun, dove era stato editorialista e giornalista che si è occupato di tribunali, politica, lavoro, governo e criminalità organizzata. Era noto per i suoi articoli che portavano alla luce storie di illeciti del governo e scandali politici e per la copertura della sparatoria di massa del 2017 a un festival musicale di Las Vegas in cui furono uccise 60 persone e più di 400 rimasero ferite.
L’esame autotpico ha reso tutto molto più facile per i detective. La pelle sotto le unghie della vittima esaminata dal medico legale era quello di Robert Telles, un noto politico locale, amministratore della Contea di Clark (quella di Las Vegas). Il DNA non lasciava dubbi. Mercoledì’ Telles è stato arrestato e ieri è comparso in tribunale per la formalizzazione dele accuse. Lo sceriffo della contea di Clark, Joe Lombardo ha detto che Telles è stato ricoverato in ospedale per quelle che lo sceriffo ha definito ferite “autoinflitte”, dopo che gli agenti gli hanno notificato il mandato di perquisizione durante il quale hanno trovato la camicia arancione, le scarpe insanguinate e il largo cappello di paglia.
Per mesi Jeff German aveva raccolto le testimonianze e le indiscrezioni che circolavano su Telles comprese le denunce di bullismo, i favoritismi il responsabile della contea concedeva ai suoi “amici”e il rapporto che aveva con una dipendente subordinata nell’ufficio della contea che gestisce le proprietà di persone che muoiono senza testamento o contatti familiari. E lui, Telles, è un avvocato che, prima di diventare amministratore della Contea, praticava diritto successorio.
E German aveva scritto una serie di pezzi su Telles sulla “relazione inappropriata” con una impiegata subordinata che aveva creato “turbolenza e dissenso interno” attribuendole privilegi e autorità su altri dipendenti, incompatibili con il lavoro che la donna svolgeva. Entrambi sposati hanno negato la relazione. Ma German non era un giornalista gossip e stava scavando sull’assegnazioni dei beni immobiliari per quanti a Las Vegas erano deceduti senza aver lasciato eredi. Soldi e tanti finiti in un labirinto di società sulle quali stava indagando.
Telles intervistato da German aveva detto che tutte le accuse contro di lui erano false e che erano state fatte da dipendenti risentiti dal fatto che avesse chiesto loro di soddisfare standard più elevati di efficienza e di condotta professionale. (In una lettera che in seguito ha pubblicato online, Telles ha affermato che una delle sue richieste per i membri dell’ufficio era che “non passassero la maggior parte della giornata lavorativa a chattare”. E a giugno aveva perso le elezioni primarie del partito.