Il nuovo comandante spaziale russo Jurij Borisov ha annunciato che Mosca lascerà la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) nel 2024 per concentrarsi sullo sviluppo di una propria base orbitante.
A margine di un incontro con il presidente Vladimir Putin, Borisov, che dallo scorso mese è a capo di Roscosmos, ha dichiarato che la Russia rispetterà gli impegni presi con gli altri Paesi prima di lasciare il progetto nel 2024, ossia quando scadranno gli attuali accordi internazionali per il funzionamento della ISS.
“La decisione di lasciare la stazione dopo il 2024 è stata già presa“, ha detto Borisov, aggiungendo di ritenere probabile che “per quella data inizieremo a formare una stazione orbitante russa“.
Buona parte della colpa sarebbe da imputarsi alle sanzioni occidentali contro l’economia russa in seguito all’aggressione dell’Ucraina, iniziata lo scorso 24 febbraio e tutt’ora in corso. Quella di Roscomos è comunque una scelta epocale che cancella decenni di cooperazione tra Mosca e capitali occidentali nel campo scientifico. Dalla fine della Guerra fredda ad oggi, la Stazione spaziale internazionale ha infatti costituito il simbolo della rinnovata cooperazione tra Mosca e Washington, che a lungo si erano date battaglia nella space war novecentesca.
Attualmente sono tre gli astronauti russi presenti sulla ISS. Si tratta del veterano Oleg Artemyev, di Denis Matveev e di Sergey Korsakov – in orbita con colleghi di tutto il mondo, tra cui sei statunitensi e l’’italiana Samantha Cristoforetti.
L’accordo tra USA, Russia e le altre nazioni che partecipano al programma della Stazione spaziale – ossia Europa (ESA), Giappone (JAXA) e Canada (CSA) – scade nel 2024, ma prima dell’annuncio russo la NASA aveva manifestato l’intenzione di estendere il contratto fino al 2030.