Doveva essere l’estate della ripartenza dopo il buio biennio del Covid-19. E invece, negli USA, potrebbe essere ricordata come l’estate del “Travel Armageddon“: solo nello scorso weekend, più di 19.000 voli sono stati cancellati o sono partiti in ritardo. Il picco di disagi è stato raggiunto domenica, quando ben 4.200 partenze sono state rimandate – spesso di diverse ore – e quasi 900 non hanno mai spiccato il volo.
Numeri da capogiro, che rischiano di rovinare il periodo dell’anno statisticamente più remunerativo per il turismo negli USA. Nonostante i disagi, venerdì 17 (nomen omen) è stato infatti il giorno con la maggiore affluenza nella rete aeroportuale statunitense, con oltre 2,4 milioni di passeggeri passati attraverso i controlli di sicurezza. In molti, però, in aeroporto sono rimasti ben più del dovuto.
A livello nazionale, le compagnie maggiormente afflitte dal fenomeno sono state Delta, con il 7% dei voli stravolti, American Airlines, con il 5%, e United, ferma al 3%. Non sorprende che l’aeroporto più colpito in assoluto sia stato l’Hartsfield-Jackson di Atlanta, che di Delta è principale hub. Ma lunghe attese sono state registrate anche nell’area metropolitana di New York, con gli scali di JFK, Newark e LaGuardia tra i peggiori della nazione. Non fanno meglio l’aeroporto di Charlotte-Douglas – hub di American Airlines – e l’aeroporto “Reagan” di Washington DC.
Per i viaggiatori sembra che oltre al danno ci sia anche una sonora beffa: secondo un report di Adobe Analytics, il costo medio dei viaggi aerei negli Stati Uniti è aumentato del 47% da gennaio.

Diverse le cause dei disagi, che hanno rovinato le vacanze a centinaia di migliaia di americani. C’entra anzitutto il cattivo tempo sulla costa orientale, che ha reso più impervio sorvolare i cieli delle metropoli. Ma la causa principale sembra essere di natura umana: mancano i piloti, e le compagnie non riescono a far fronte al boom di prenotazioni. In particolare, l’industria aerea è alla disperata ricerca di comandanti, personale di bordo e dipendenti aeroportuali – molti dei quali si sono licenziati o sono stati lasciati a terra durante la pandemia.
La mancanza di dipendenti non affligge, però, solo le compagnie. A mancare sono anche i “controllori”: la Federal Aviation Administration, agenzia del Dipartimento dei Trasporti USA, è anch’essa sotto-organico, il che ha generato ulteriori disagi soprattutto in Florida.
Giovedì il Segretario ai Trasporti Pete Buttigieg ha tenuto un incontro virtuale con gli AD delle compagnie aeree per limitare i disagi dovuti al forte aumento del numero di viaggiatori. Buttigieg – che sabato ha visto cancellato proprio il suo volo da Washington a New York – ha dichiarato che il Governo potrebbe sanzionare le società che non rispettano le regole di protezione dei consumatori. Le compagnie sono infatti obbligate a ri-prenotare il passeggero sul prossimo volo disponibile, in caso di cancellazione, o risarcirlo con danaro, credito o voucher.
Gli operatori si sono impegnati a fare del loro meglio per rimediare alla situazione, ma gli esperti avvertono: è difficile che la situazione migliori di molto, e disagi sono attesi per tutto il resto dell’anno.