Si chiama “Scheherazade” come la principessa de Le mille una notte il lussuoso super-yacht di 140 metri (e 700 milioni di dollari) ormeggiato da mesi a Marina di Carrara. Ed era pronto per salpare a Dubai. Era, appunto, dato che venerdì sera è arrivato il decreto di congelamento del ministero dell’Economia Luigi Franco, dopo settimane di indagini per risalire al reale proprietario (russo) del mastodontico panfilo.
Per il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, sono emersi “significativi collegamenti economici e di affari” della persona che ne ha la disponibilità con elementi di spicco del Governo russo e con altri soggetti sottoposti alle sanzioni dall’UE.
La GdF, con l’ausilio dell’intelligence, è infatti giunta alla conclusione che intestatario formale del bene sarebbe l’ex presidente del colosso russo del gas Rosneft, Eduard Khudaynatov, un oligarca ritenuto vicino al presidente Vladimir Putin. Il nome di Khudaynatov non compare attualmente nella lista UE degli oligarchi sottoposti a sanzioni, ma gli inquirenti hanno ragione di credere che il ricco imprenditore di origini kazake sia solo un prestanome.
Nel decreto del MEF si omette però il riferimento specifico agli “elementi di spicco del Governo russo” a cui sarebbe realmente riconducibile il mezzo. Secondo il team investigativo del celebre oppositore russo, Aleksej Navalny, “Scheherazade” apparterrebbe addirittura a Putin in persona, come “confermato” anche dal presidente ucraino Zelensky. Lo dimostrerebbe non solo la sfarzosità (spa, piscina, persino due eliporti) ma anche la lista di nomi dei membri dell’equipaggio – molti dei quali riconducibili al Servizio di protezione federale russo, un’agenzia governativa che offre protezione alle alte sfere della politica (Cremlino incluso).
Lo Scheherazade si trova nel porto toscano dal settembre scorso, quando vi è arrivato per essere sottoposto ad una serie di lavori di manutenzione e ammodernamento dal costo complessivo di circa sei milioni di euro. La data di riconsegna era prevista per la metà di giugno. Dopo l’intervento delle fiamme gialle, tuttavia, è pressoché certo che la permanenza di Scheherazade sia destinata ad allungarsi di molto, proprio come quella dell’eponima principessa con il re di Persia.