Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto presidenziale sull’obbligo di pagamento del gas naturale russo in rubli da parte dei cosiddetti Paesi ostili – che include tutti gli Stati UE (Italia inclusa), USA e alleati di Washington nel mondo.
Lo ha comunicato lo stesso leader del Cremlino, aggiungendo che la misura entrerà in vigore a partire dal 1° aprile. “Nessuno ci vende niente gratis, e noi nemmeno faremo opere di carità. Questo significa che gli accordi esistenti, in caso di mancato pagamento del gas in rubli, verranno interrotti”, ha avvertito Putin.
Nelle ultime ore si è ipotizzato un escamotage che consentirebbe ai Paesi occidentali di saldare le forniture di gas in euro a Gazprombank, banca del colosso energetico russo, che poi provvederebbe a convertire le somme in rubli.
Il Cremlino è comunque intenzionato a far aprire un conto in rubli e un altro in valuta estera presso le banche russe per pagare il gas nella valuta di Mosca, differentemente da quanto specificato nei contratti (in cui la valuta di riferimento è l’euro o il dollaro). Per Putin, la mossa serve a realizzare la “sovranità finanziaria” della Russia.
L’ultima mossa di Putin segue il suo annuncio dello scorso 23 marzo, con cui il leader russo aveva pre-annunciato che Mosca non avrebbe più accettato pagamenti in euro o dollari per la vendita del suo gas naturale a Paesi considerati ostili, imponendo il rublo russo come valuta di riferimento.

I Governi di Francia, Germania e Italia hanno peraltro ribadito che manterranno fede ai contratti e continueranno a pagare in euro. Parigi e Berlino, in particolare, hanno già messo in allerta le autorità energetica nel caso in cui il Cremlino dovesse “chiudere i rubinetti” del gas naturale, che ogni anno inondano il mercato europeo di 155 miliardi di metri cubi equivalente al 40% del fabbisogno gasifero europeo.
La CIA: “Putin circondato da yes men”
Intanto la CIA si è detta convinta che il presidente russo stia continuando a commettere errori di calcolo poiché circondato da consiglieri timorosi di dirgli la verità su quanto accade in Ucraina. Lo riporta la Casa Bianca citando appunto l’intelligence statunitense.
Gli 007 di Washington ritengono altresì che gli uomini vicini a Putin lo abbiano mal consigliato sul reale impatto delle sanzioni occidentali sull’economia russa. In un altro report, questa volta dell’intelligence britannica, sembrerebbe inoltre emergere un quadro militare desolante per Mosca, con alcuni soldati che si rifiuterebbero di eseguire gli ordini dei propri superiori nel teatro di guerra ucraino.
Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha liquidato seccamente le indiscrezioni statunitensi: “Semplicemente non capiscono cosa accade al Cremlino, non capiscono il presidente Putin, non capiscono come vengono prese le decisioni e non capiscono lo stile del nostro lavoro”, ha dichiarato Peskov. Che ha aggiunto: “Una tale incomprensione totale porta a decisioni sbagliate, che possono avere gravi conseguenze.”