Si è concluso a Bruxelles il vertice dei leaders dei Paesi NATO, primo dei tre summits internazionali che vedono come teatro la capitale belga nella giornata di giovedì. I 30 membri dell’Alleanza Atlantica hanno congiuntamente condannato l’aggressione russa dell’Ucraina, definendola “la più grave minaccia alla sicurezza euro-atlantica negli ultimi decenni”, che “ha frantumato la pace in Europa e sta causando enormi sofferenze umane e distruzione”.
Nessun passo indietro dei trenta occidentali sulla politica della porta aperta: “L’allargamento della NATO è stato un successo storico, diffondendo democrazia, libertà e prosperità in tutta Europa”, ha dichiarato il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg. Un concetto ribadito anche nel comunicato conclusivo del vertice, secondo cui “ogni nazione ha il diritto di scegliere i propri accordi di sicurezza libera da interferenze esterne” – e quindi non escludendo in principio un ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza.
All’incontro degli alleati atlantici ha partecipato in presenza anche il presidente statunitense Joe Biden, che ha definito l’incontro di oggi come la dimostrazione che “la NATO è più forte e unita di quanto lo sia mai stata”. L’inquilino della Casa Bianca ha inoltre preso parte al successivo Consiglio europeo (come ospite) e a un colloquio dei leaders del G-7.
I met with NATO Secretary General Jens Stoltenberg today to address Russia’s unprovoked and unjustified invasion of Ukraine. We discussed the unity and strength of the alliance, NATO’s ongoing efforts to deter and defend against any aggression, and our support for Ukraine. pic.twitter.com/WEJVXvzxck
— President Biden (@POTUS) March 24, 2022
Nel comunicato finale, i capi di Stato e di Governo della NATO hanno ribadito l’appello al presidente russo Vladimir Putin affinché dichiari un cessate il fuoco e si impegni a dialogare “costruttivamente” con la controparte ucraina. Alla Bielorussia, invece, è stato chiesto di “porre fine alla sua complicità” con l’alleato russo.
L’attenzione dei trenta leaders atlantici si è concentrata anche sul convitato di pietra della crisi ucraina: la Cina di Xi Jinping. La NATO ha chiesto a Pechino di astenersi dall’aiutare la Russia “in qualsiasi modo”, sia attraverso forniture militari sia mediante escamotages per aggirare le sanzioni occidentali. L’Alleanza si è detta peraltro “preoccupata” da alcune dichiarazioni filo-russe recenti di funzionari cinesi, e ribadito l’appello al Dragone di “smettere di amplificare le false narrazioni del Cremlino”.
In apertura del vertice, i leaders dei Paesi NATO avevano ascoltato un video-messaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, che aveva chiesto all’Alleanza di sostenere militarmente la resistenza ucraina vendendo o regalando “l’1% di tutti i carri armati” e degli “aerei” della NATO. “Abbiamo dimostrato di cosa siamo capaci e quanto possiamo contribuire alla sicurezza comune in Europa e nel mondo”, aveva affermato il capo di Stato di Kyiv. “Ma la NATO deve ancora mostrare cosa può fare l’Alleanza per salvare le persone”.
Stoltenberg ha più tardi dichiarato che la NATO continuerà a sostenere militarmente l’Ucraina con armi difensive, tra cui sistemi anticarro, difesa aerea e droni. Esclusa per ora la possibilità di rifornire Kyiv di armi offensive.
On the one month anniversary of Russia’s invasion, Zelensky addressed NATO: “Never, please, never tell us again that our army does not meet NATO standards. We have shown what our standards are capable of. And how much we can give to the common security in Europe and the world.” pic.twitter.com/hJ4FooIkVb
— Christopher Miller (@ChristopherJM) March 24, 2022
Importanti passi avanti sul fronte militare: in aggiunta all’invio di nuovi battaglioni multinazionali in Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria per proteggere il proprio fianco est, i Governi NATO hanno deciso di aumentare i budgets nazionali destinati alla difesa per “rafforzare ulteriormente la nostra capacità individuale e collettiva di resistere a tutte le forme di attacco”, si legge nel comunicato. Attualmente sono più di 25.000 i soldati NATO dispiegati dall’Estonia alla Bulgaria, a cui si aggiungeranno i suddetti battaglioni.
Infine, i trenta partecipanti al vertice di Bruxelles si sono impegnati ad “assicurare alla giustizia i responsabili delle violazioni del diritto umanitario e internazionale, compresi i crimini di guerra”. Lo si legge nella dichiarazione congiunta, che menziona esplicitamente “un aumento del rischio di violenza sessuale e del traffico di esseri umani”.
Che l’esercito russo si stia macchiando di crimini internazionali è una convinzione ben radicata nell’amministrazione statunitense: a definire Putin un “criminale di guerra” era già stato una settimana fa il presidente Joe Biden, rispondendo alla specifica domanda di una reporter. La condanna formale è avvenuta mercoledì per il tramite del segretario di Stato Antony Blinken. A seguito di un “attento esame” di fonti pubbliche e dati dell’intelligence, il capo della diplomazia Usa ha rivelato che “le forze russe hanno distrutto condomini, scuole, ospedali, infrastrutture critiche, veicoli civili, centri commerciali e ambulanze, uccidendo o ferendo migliaia di civili innocenti”.
La reazione di Mosca e Pechino
La Russia ha criticato la fornitura occidentale di nuove armi difensive all’Ucraina, definendole “una minaccia per la popolazione civile”.
“Gli Stati membri della NATO continuano a fornire armi all’Ucraina nel modo più attivo (e) questo non solo porta a un prolungamento delle ostilità, ma comporta anche conseguenze imprevedibili”, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Marija Zacharova. “Si tratta di una minaccia diretta alla sicurezza della popolazione civile, che viene usata da nazionalisti e combattenti ucraini come scudi umani”, ha aggiunto Zacharova.
💬#Zakharova: We hope Kiev will recognise the necessity for a peaceful solution to the problem of demilitarisation & de-Nazification, & Ukraine’s transformation into a neutral state.
☝️The sooner the Kiev regime realises this, the sooner the special military operation will end. pic.twitter.com/DmgbABuSyo
— MFA Russia 🇷🇺 (@mfa_russia) March 24, 2022
Critiche anche da Pechino, la cui posizione è “dalla parte giusta della storia” secondo il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. “Accusare la Cina di diffondere informazioni false sull’Ucraina è essa stessa una diffusione di informazioni false”, ha dichiarato Wang in riferimento alle accuse della NATO contro il ruolo cinese nella diffusione della narrazione russa.
La portavoce russa ha poi annunciato che il 31 marzo il ministro degli Esteri di Mosca Sergej Lavrov incontrerà il suo omologo cinese Wang Yi nell’ambito della conferenza ministeriale dei vicini dell’Afghanistan, che si terrà nella provincia cinese di Tunxi.
Gli Usa accoglieranno 100.00 profughi ucraini
Proprio in occasione della permanenza nel Vecchio Continente, Biden ha annunciato che gli Stati Uniti apriranno i confini a 100.000 profughi provenienti dall’Ucraina, come anticipato dal New York Times.
La Casa Bianca si è inoltre impegnata a donare 1 miliardo di dollari per aiutare i Paesi europei ad affrontare l’ondata di rifugiati in fuga dal Paese in seguito all’aggressione russa.