“Se la Russia dovesse usare le armi chimiche in Ucraina pagherà un prezzo molto elevato””. Lo ha detto Joe Biden rispondendo alla domanda di una giornalista, al termine del suo discorso in cui ha annunciato altre sanzioni economiche a Mosca, aggiungendo che non intende parlare “delle informazioni fornite dai servizi segreti”.
Il capo della Casa Bianca poco prima del suo incontro con i giornalisti per annunciare le nuove restrizioni commerciali alla Russia aveva parlato con il presidente ucraino Zelensky. “Gli ho detto, come faccio ogni volta che ci sentiamo, che gli Stati Uniti sono al fianco del popolo ucraino, mentre combatte coraggiosamente per difendere il proprio Paese. Gli ho anche detto che non combatteremo una guerra contro la Russia in Ucraina. Un conflitto diretto tra la Nato e la Russia sarebbe la Terza Guerra Mondiale, qualcosa che dobbiamo impedire”. E ha parlato con Zelensky soprattutto del pacchetto di aiuti per l’Ucraina, 13 miliardi e 600 milioni di dollari, contenuto nel piano di spesa federale da mille e 500 miliardi di dollari approvato ieri sera dal Senato dopo che era già stato approvato dalla Camera.
Nell’annunciare le nuove sanzioni contro Mosca, Joe Biden ha detto che gli Stati Uniti vieteranno le importazioni di caviale, vodka e diamanti revocando alla Russia la clausola di nazione più favorita, mettendo di fatto fine a rapporti commerciali normali e aprendo a dazi pesanti sui tutti i prodotti Made in Russia. “Stiamo aumentando il coordinamento con i nostri partner del G7 per prendere di mira e sequestrare i beni che gli oligarchi hanno ottenuto in modo illecito”. “Sostengono Putin, rubano al popolo russo e cercano di nascondere i loro soldi nei nostri Paesi – ha aggiunto Biden – fanno parte di quella cleptocrazia che esiste a Mosca e anche loro devono soffrire per le sanzioni”. “Prenderemo di mira i loro super-yacht e le residenze da centinaia di milioni di dollari e stiamo rendendo loro anche più difficile comprare prodotti dei nostri Paesi, vietando l’esportazione di beni di lusso in Russia”.
“L’idea che mandiamo mezzi offensivi, tank, aerei con piloti americani, bisogna capire, non prendiamoci in giro, questo significherebbe Terza Guerra Mondiale” ha ribadito Biden parlando nel primo pomeriggio a Filadelfia alla Democratic Conference. “La cosa più importante è garantire che tutta la Nato sia insieme, gli alleati hanno vulnerabilità diverse dalle nostre” ha detto il presidente, riconoscendo che a volte sente “frustrazione” dal Congresso per la non immediatezza di risultati per le misure adottate nei confronti della Russia, come per esempio sull’embargo del petrolio. “Abbiamo lavorato per settimane, è stato necessario molto tempo, agli altri leader ho detto bloccheremo il petrolio, ma non ho chiesto a loro di farlo. Ho detto a loro voi fate quello che potete” ha proseguito ancora Biden ricordando come gli alleati europei siano molto più dipendenti degli Stati Uniti dal petrolio russo e sottolineando che la Casa Bianca intende aiutarli a trovare canali alternativi di rifornimento energetico.
Giovedì sera il Congresso aveva approvato l’importante legislazione sulla spesa federale, passando un decreto di 1,5 trilioni di dollari con aumenti sostanziali per i programmi di sicurezza nazionale e internazionale, insieme a 13,6 miliardi di dollari in aiuti di emergenza per l’Ucraina mentre combatte l’invasione della Russia.
Il Senato ha approvato la misura con un voto bipartitico che è passato con 68 favorevoli e 31 contrari meno di due giorni dopo che in prima battuta la legge era stata finalizzata e approvata alla Camera. Un messaggio chiaro a Biden con un passaggio rapido per mostrare il forte sostegno bipartisan per assistere l’Ucraina e un senso di urgenza per scongiurare un nuovo inutile braccio di ferro con la Casa Bianca per evitare la chiusura del governo. Il disegno di legge, che finanzia le attività governative fino a settembre, include una spesa generosa per i programmi interni a lungo privilegiati dai Democratici e gli investimenti militari sostenuti dai repubblicani.
Una risposta dei senatori repubblicani moderati dopo che la scorsa settimana il leader de facto del partito, Donald Trump, aveva elogiato l’aggressione all’Ucraina decisa da Vladimir Putin definendola “geniale” e “meravigliosa”. E così, invece di allinearsi dietro a Trump, la maggior parte dei repubblicani ieri sera ha seguito le posizioni della Casa Bianca. Almeno temporaneamente, la guerra in Ucraina ha stabilito un cessate il fuoco al Congresso tra i due partiti abbassando di alcuni gradi la temperatura e la retorica. Molti repubblicani sembrano sollevati dallo scivolone dell’ex presidente che ha permesso loro di prendere le distanze da lui. I toni al Congresso si sono addolciti anche se fino a ieri i repubblicani avevano chiesto il blocco alle importazioni di petrolio russo e appena Biden lo ha fatto lo hanno incolpato per l’aumento dei prezzi della benzina. Ma le accuse sono state fatte dai trumpiani irriducibili.

Anche giovedì sera l’ex presidente ha evitato di condannare Vladimir Putin quando Sean Hannity di Fox News gli ha chiesto se fosse d’accordo sul fatto che il leader russo fosse “malvagio”. Ma anziché rispondere alla domanda Trump si è lanciato in una difesa sconclusionata della sua amministrazione.
E il figlio dell’ex presidente, Don Jr afferma che le ripetute lodi e la legittimazione di dittatori come Putin da parte di suo padre erano parte di una strategia. “Avete mai pensato che Trump l’avesse capito? Sapeva esattamente come interpretare questa gente e la suonava come un violino”.
La congresswoman repubblicana Liz Cheney ha definito i suoi colleghi che si sono associati a Trump nella difesa del leader russo “l’ala Putin” del Gop al Congresso. E tra loro, oltre al leader della Minoranza repubblicana alla Camera Kevin McCarthy, che, dopo aver definito “esperto” e “geniale” il leader russo, nega, nonostante i video, di averlo mai detto. E non è il solo.