La Russia ha annunciato di aver aperto lunedì mattina corridoi umanitari per consentire l’evacuazione dei civili da diverse città ucraine che stanno vivendo pesanti combattimenti, tra cui Kyiv, Mariupol’, Charkiv e Sumy. La misura, comunicata poche ore prima dal ministero della Difesa russo, sarebbe maturata dopo una richiesta in tal senso del presidente francese Emmanuel Macron all’omologo russo Vladimir Putin.
L’Eliseo ha però smentito categoricamente, mentre il Governo ucraino ha definito la posizione di Mosca sui corridoi umanitari “completamente immorale”, accusando inoltre i russi di aver sabotato i precedenti tentativi di evacuazione dei civili. Le rotte del corridoio umanitario portano infatti per lo più in Russia o Bielorussia, laddove il portavoce del presidente Volodymyr Zelens’kyj ha sottolineato invece come ai civili debba essere permesso di lasciare le proprie case attraverso il territorio ucraino.
The cynicism of RU MOD has no limits. While hundreds of civilians are killed by RU bombs and RU refuses to guarantee green corridor, MOD published the routes of “humanitarian corridors”. They lead to the territory of Russia and Belarus. pic.twitter.com/B7SQQ50NnX
— Maria Avdeeva (@maria_avdv) March 7, 2022
Domenica è intanto continuato l’assedio militare russo nella città portuale di Mariupol’, nel sud-est dell’Ucraina. Una città dal grande valore strategico nei piani di Mosca, in quanto permetterebbe di collegare via terra la Crimea e il Donbass russofono. I militari russi hanno ripreso la loro offensiva dopo il fallimento di un cessate il fuoco che era stato proclamato nel fine settimana per consentire l’uscita dei civili, la colpa del quale è stata scaricata sull’avversario sia da Kyiv che da Mosca.
La capitale Kiev e la città orientale di Charkiv rimangono sotto il controllo ucraino, nonostante i pesantissimi bombardamenti russi. Ancora in mani ucraina anche la città portuale di Odessa, dove però si teme un possibile assalto anfibio con navi da guerra russe in agguato al largo delle coste del Mar Nero.
Lo scorso fine settimana, le forze russe hanno invece conquistato Cherson, nel sud del Paese, circondando i centri urbani della regione. Tuttavia, proprio a Cherson nei giorni scorsi sono scoppiate proteste pacifiche contro gli occupanti, con manifestanti che hanno brandito bandiere ucraine e cercato di ostacolare il passaggio dei mezzi russi.
Sul fronte diplomatico, sabato il primo ministro israeliano Naftali Bennett si è recato a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin, in una visita a sorpresa avvenuta simbolicamente durante lo Shabbat, la giornata ebrea del riposo in cui è possibile viaggiare solo per salvare vite umane. Il premier israeliano ha poi dialogato telefonicamente con il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, per poi incontrare in serata il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino.
Intanto non accenna a migliorare la situazione rifugati: sono circa 1,5 i milioni di rifugiati fuggiti dall’Ucraina dallo scoppio delle ostilità, di cui oltre la metà è andato in Polonia. Accanto a questi vanno inoltre aggiunti gli sfollati interni, che sarebbero altre centinaia di migliaia.