President: Giampaolo Pioli    |    Editor in Chief: Stefano Vaccara
English Editor: Grace Russo Bullaro 

Subscribe for only $6/Year
  • Login
  • Register
VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily Newspaper in the US

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
September 27, 2021
in
Primo Piano
September 27, 2021
0

In Germania vince di misura la SPD di Scholz: rimane enigma prossimo governo

Dopo 16 anni di stabilità, il voto per il Bundestag non ha avuto un risultato netto. Per la prima volta i partiti che andranno al governo saranno più di due

Luigi TroianibyLuigi Troiani
Time: 4 mins read

In attesa che il Bundeswahlleiter (Federal Returning Officer) di Berlino comunichi i risultati provvisori ufficiali, stanno circolando le percentuali considerate dai più definitive del voto tedesco.

Gli exit poll della serata di domenica 26 e i primi dati della notte avevano confermato due aspettative della vigilia: la vittoria socialdemocratica e la complessità delle operazioni che porteranno al nuovo governo. Avevano anche evidenziato la precisione con la quale le previsioni riescono a orientare sul risultato elettorale già molti giorni prima del voto.

Come nelle aspettative, i socialdemocratici di Scholtz hanno battuto i democristiani di Laschet (25,7% contro 24,1% dicono i risultati provvisori alle 6 di lunedì mattina,). Confermate anche le aspettative sugli altri partiti: i provvisori danno i verdi al 14,8%, i liberali all’11,5%, La Sinistra al 4,9%, l’estrema destra di Afd al 10,3%.

Rispetto all’ultimo sondaggio pre-elettorale di giovedì 23, al momento del voto hanno guadagnato i due partiti maggiori (erano dati rispettivamente a 25% e 22%), e i liberali (dall’11%), mentre hanno perso qualche percentuale i Verdi (erano dati al 16%) e le due estreme. Ad aver lucrato di più rispetto alla vigilia è l’accoppiata democristiana Cdu/Csu, per il previsto riflesso conservatore pavloviano di un elettorato anziano e merkeliano, ampiamente evidenziato alla vigilia. Si tratta di ben magra soddisfazione, visto che i democristiani, rispetto al parlamento precedente, hanno perso quasi il 9% dei voti, mentre gli avversari socialdemocratici hanno guadagnato il 5,3%.

Bundestag tedesco – EPA/CLEMENS BILAN

Gli elettori non hanno consegnato al Bundestag un mandato chiaro riguardo al nuovo governo, tanto più che Armin Laschet, candidato alla cancelleria per i democristiani, autore dell’ennesima gaffe al seggio elettorale (ha ripiegato in modo sbagliato la scheda mostrando a tutti un voto che per legge è segreto), nonostante il sonoro ceffone infertogli dall’elettorato e il fatto che abbia bruciato la cospicua eredità consegnatagli da Angela Merkel, si sta proponendo in queste ore come l’unico in grado di formare una coalizione di governo stabile e coerente. Ne ha il diritto. Il presidente Frank-Walter Steinmeier, socialdemocratico, darà probabilmente il primo incarico a Olaf Scholz, ma sarà l’andamento delle trattative con liberali e verdi a risultare decisivo. In ogni caso, a Berlino, nessuno si azzarda a fare previsioni su quale possa essere il prossimo governo e su chi potrà guidarlo.

Si dà invece per scontato che ci vorranno tempi lunghi per l’accordo che sosterrà il governo, anche perché la tradizione di elaborare il corposo “contratto” scritto tra partner, stavolta dovrà vedersela con questioni piuttosto complesse, come la risposta sanitaria a Covid-19, il rilancio dell’economia in sintonia con la decarbonizzazione, il rafforzamento dell’Unione Europea e la revisione del rapporto atlantico. Non si esclude che gli auguri per il Natale e il nuovo anno vengano fatti, anche quest’anno, da “mamma” Merkel che, nell’attesa, continua a gestire gli affari correnti.

Angela Merkel -EPA/CLEMENS BILAN / POOL

Nella sostanza, il risultato non ha sorpreso, in quanto anticipato dai sondaggi. Il recupero finale di Laschet, tuttavia, complica la vita del vincente Scholz, e regala preoccupazioni sulla probabile instabilità di un quadro istituzionale inedito. Mai prima i due partiti maggiori erano apparsi tanto appaiati. In un sistema politico che, in termini sostanziali, si basa sull’alternativa tra centro conservatore e sinistra riformista, non è un buon segnale, perché un’opposizione avventurista avrebbe spazio per incunearsi nelle contraddizioni tra alleati al governo per generare una nuova alleanza della quale costituirebbe il perno.

Fu il politologo Maurice Duverger, nell’aureo testo che dedicò quasi settant’anni fa ai partiti politici, a decifrare l’enorme peso che il “ricatto” dei piccoli può avere nelle alleanze dei governi democratici, quando i piccoli risultano necessari alla sopravvivenza della compagine. I liberali hanno nel loro Dna decenni di altalena tra democristiani e socialdemocratici: nulla vieta che si ripetano.

Tra i segnali che il risultato del voto lancia all’Europa, e in particolare all’Italia, va raccolto quello che riguarda la struttura che sostiene il sistema politico parlamentare. Nei suoi aspetti più significativi continua ad esprimere le tre grandi correnti del pensiero politico novecentesco: socialdemocratico, democristiano popolare, liberale. In Italia non è più così da decenni, e chissà che l’interminabile crisi italiana non abbia a che vedere anche con l’aver gettato via, nell’ultimo decennio del novecento, il bambino della storia politica nazionale insieme all’acqua sporca delle cronache giudiziarie.

Olaf Scholz esulta dopo i primi dati delle elezioni tedesche che vedono l’SPD, anche se di poco, in testa. (Foto ANSA/ EPA/FOCKE STRANGMANN)

Il voto segnala anche la vivacità del fenomeno Verde (si passa dal 9% del 2017 a quasi il 15%), in quanto risposta al bisogno di prendersi cura della salute del pianeta. Stabilisce che, almeno per ora, il pericolo della destra estrema viene confinato geograficamente nei territori orientali già sottoposti al comunismo contenendolo intorno al 10 per cento, e che i favori all’estrema sinistra non vanno oltre il 5%, soglia minima per la rappresentanza parlamentare. Non sono brutte notizie per un sistema di democrazia liberale, anche se la frammentazione della rappresentanza parlamentare e la mancanza di un forte mandato a un solo partito può ingenerare sintomi di instabilità.

Tornando a questo punto, i seggi sinora assegnati ai socialdemocratici (includendo le aggiunte di livellamento e overhang, tra rappresentanti di circoscrizione ed eletti col proporzionale), sono solo dieci in più di quelli toccati ai democristiani: 206 contro 196. Verdi e liberali risultano per ora averne rispettivamente 118 e 92. In un Bundestag per ora allineato sulle 734 presenze, la maggioranza la fanno 368 voti. Quei dieci voti non costituiscono il solco che Scholz avrebbe voluto per tenere alla larga l’avversario Laschet. Se i verdi sono potenziali alleati dell’Spd, non altrettanto può dirsi dei liberali. L’alternativa di un’alleanza socialdemocratica con verdi e La Sinistra potrebbe rappresentare un suicidio politico per il moderato Scholz, ma a parte questa considerazione, il risultato inferiore alle attese dei neocomunisti e i pochi seggi raccattati (39) non consentirebbero comunque di formare la maggioranza necessaria a governare.

Armin Laschet – EPA/FILIP SINGER / POOL

Salvo sempre possibili sorprese, due appaiono le maggioranze all’orizzonte: semaforo (i rossi di Scholz con verdi e gialli liberali) o Giamaica (i neri di Laschet con  verdi e gialli). Le capitali dell’Unione Europea e nei palazzi di Bruxelles ci si chiede quale sarebbe più conveniente all’atteso rilancio europeo. Ma, almeno per ora, non si trova risposta. A Parigi, la capitale che con Berlino fissa in pratica gli indirizzi dell’Unione, non si nasconde imbarazzo, non tanto per il risultato che va ancora decifrato, quanto per il provincialismo del dibattito elettorale che poco e niente si è occupata degli affari del mondo e dell’Europa, e dei due candidati alla cancelleria. Ci si chiede se davvero la Germania sia in grado di far fronte alle sue responsabilità storiche, che dovrebbero ormai necessariamente esprimersi nella guida dell’Europa negli affari interni ai 27 e verso il mondo.

 

Share on FacebookShare on Twitter
Luigi Troiani

Luigi Troiani

Insegno Relazioni Internazionali e Storia e Politiche UE all’Angelicum di Roma. Coordino le ricerche e gli studi della Fondazione Bruno Buozzi. Tra i promotori di Aiae, Association of Italian American Educators, ho dato vita al suo “Programma Ponte” del quale sono stato per 15 anni direttore scientifico. Ho pubblicato saggi e libri in Italia, tra gli altri editori con Il Mulino e Franco Angeli, e in America con l’editore Forum Italicum a Stony Brook. Per la rivista Forum Italicum ho curato il numero monografico del maggio 2020, dedicato alla “letteratura italiana di ispirazione socialista”. Nel 2018 ho pubblicato, con l’Ornitorinco Edizioni, “Esperienze costituzionali in Europa e Stati Uniti” (a cura). Presso lo stesso editore sono in uscita, a mia firma, “La Diplomazia dell’Arroganza” e “Il cimento dell’armonizzazione”. La foto mi mostra nella maturità. Questa non sempre è indizio di saggezza. È però vero che l’accumulo di decenni di studi ed esperienze aiuta a capire e selezionare (S. J. Lec: “Per chi invecchia, le poche cose importanti diventano pochissime”), così da meglio cercare un mondo migliore (A. Einstein: “Un uomo invecchia quando in lui i rimpianti superano i sogni”).

DELLO STESSO AUTORE

La guerra inconfessabile degli agenti segreti

La guerra inconfessabile degli agenti segreti

byLuigi Troiani
Patrizia Cerroni, danzatrice scalza, in cerca della verità

Patrizia Cerroni, danzatrice scalza, in cerca della verità

byLuigi Troiani

A PROPOSITO DI...

Tags: Angela MerkelcancelliereelezioniGermaniaOlaf ScholtzsondaggiSPD
Previous Post

È morta la giornalista Marida Lombardo Pijola, che ha vissuto raccontando gli ultimi

Next Post

I giochi politici aumentano le possibilità di un’insolvenza del governo

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Idealisti e opportunisti hanno fatto la Repubblica

Idealisti e opportunisti hanno fatto la Repubblica

byLuigi Troiani
La scomparsa di Benedetto XVI pone fine alla chiesa bicefala

La scomparsa di Benedetto XVI pone fine alla chiesa bicefala

byLuigi Troiani

Latest News

Il Congresso convoca l’Ad di TikTok: parlerà il 23 marzo

Il Congresso convoca l’Ad di TikTok: parlerà il 23 marzo

byLa Voce di New York
Russia esclusa dalla cerimonia per liberazione Auschwitz

L’intolleranza una piaga ancora aperta

byFrancesco Pira

New York

What To See Or Not To See On Broadway and Off: Hits and Misses

What To See Or Not To See On Broadway and Off: Hits and Misses

byJK Clarke
Addio a Tom Verlaine, icona del punk newyorkese

Addio a Tom Verlaine, icona del punk newyorkese

byLa Voce di New York

Italiany

La crisi dell’istruzione nel mondo: 2/3 dei bambini non capiscono cosa leggono

Master Fondazione Italia-Usa: altre 200 borse di studio “Next Generation”

byLa Voce di New York
World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

byNicola Corradi
Next Post
I giochi politici aumentano le possibilità di un’insolvenza del governo

I giochi politici aumentano le possibilità di un'insolvenza del governo

La Voce di New York

President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara   |   English Editor: Grace Russo Bullaro

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Expat
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Elezioni 2022
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Speciale Venezia
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In
By clicking on "Create my account" or by registering, you accept the and the .

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?