Continua l’esilio per Donald Trump. Il Consiglio di vigilanza di Facebook, un organismo semi-indipendente, ha confermato la decisione dell’azienda di Zuckerberg sulla sospensione del profilo sul social network dell’ex presidente Donald Trump. Il comitato ha stabilito che la decisione sarà riesaminata tra sei mesi. La decisione riguarda anche Instagram, controllata da Facebook. Trump aveva almeno 60 milioni di follower su entrambe le piattaforme.
“Le azioni di Trump sui social hanno incoraggiato e legittimato la violenza e sono state una grave violazione delle regole di Facebook – ha detto Thomas Hughes, direttore della Oversight Board Administration – Mantenendo una narrativa infondata sulle frodi elettorali e invitando all’azione, Trump ha creato un’atmosfera pericolosa con un serio rischio di violenza. La decisione di Facebook di sospenderlo il 7 gennaio è stata giusta”.
Fox News ieri aveva annunciato che Donald Trump aveva preparato le contromisure: “From the Desk of Donald Trump” una piattaforma tutta sua per poter mettere i propri post per consentire all’ex presidente di pubblicare commenti, immagini e video che i suoi follower possono condividere su Facebook e Twitter, senza avere però la possibilità di interagire con quanto scritto da Trump. Il video di presentazione contiene la solita retorica: “In un momento di silenzio e bugie, sorge un faro di libertà. Un luogo dove parlare liberamente e in sicurezza”.
La tecnologia – riporta Fox News – è fornita da Campaign Nucleus, “ecosistema digitale creato per gestire in modo efficiente le campagne e le organizzazioni politiche”, creato dall’ex responsabile della sua campagna elettorale, Brad Parscale. L’idillio con Trump durò poco dopo il fiasco del comizio di Tulsa in cui migliaia di oppositori della politica di Trump prenotarono biglietti su Tik Tok senza poi presentarsi allo Stadio e Trump parlò ad una platea molto ridotta e se la prese con Parscale e lo licenziò.
Dopo essere stato bandito da Facebook, Twitter, Instagram, YouTube, e Snapchat in seguito all’assalto al Campidoglio, l’ex presidente aveva perso il modo per continuare a coltivare il suo rapporto con milioni dei suoi simpatizzanti.
Fox News, che è il megafono delle bugie dell’ex presidente, ha dato la notizia. Jason Miller, consulente senior di Trump per la comunicazione è prudente: “Questo sito è una grande risorsa, ma non è una piattaforma social. Daremo quanto prima aggiornamenti sull’iniziativa”.
Dal giorno in cui Mark Zuckerberg, in una delle audizioni sull’attacco al Campidoglio, disse che l’assalto al Congresso non era da imputare al suo sito affermando “Non è colpa di Facebook, è colpa di Trump”, la posizione dei social non si è ammorbidita. Inflessibile anche Jack Dorsey, il fondatore di Twitter. Un suo portavoce ha detto a Fox News che Facebook può fare ciò che crede, ma Twitter confermerà il bando permanente a Trump.