Andava a fare la spesa ieri pomeriggio da Publix, un supermercato di Atlanta, in Georgia. Lo ha fermato la polizia e lui, Rico Manley di 22 anni, non capiva cosa gli agenti volessero da lui. Aveva due fucili, uno a spalla, visibile, uno sotto il giaccone, indossava un giubotto antiproiettili e nelle tasche c’erano 4 pistole, 6 caricatori, 6 cartucce a pallettoni. Tutte le armi erano cariche e pronte per l’uso. E’ rimasto sorpreso dall’intervento degli agenti perché la Georgia è uno dei tanti Stati dell’Unione che permette “Open Carry” cioè consente di andare in giro armati di fucile purché l’arma sia visibile. E il fucile visibile era quello che a tracolla mostrava quando è entrato nel supermercato ed è andato al bagno. La sorpresa c’è stata quando ha aperto la porta e ha visto gli agenti con le pistole puntate che lo hanno ammanettato e messo in cella d’isolamento.

In città, dopo la strage della settimana scorsa commessa da Robert Aaron Long che in tre differenti sale massaggi ha ucciso otto persone, c’è paura di nuove violente azioni contro la comunità asiatica. Per ora gli inquirenti non hanno affermato che l’odio razziale sia stata una componente degli omicidi, ma indagano. L’unica cosa che gli agenti hanno detto dopo la sua cattura è che Long era ossessionato dal sesso e dalla religione. Figlio di un pastore protestante era ipersessuale, ricoverato piu’ volte in centri di igene mentale e disintossicazione, accusava le donne nei massage parlor di fomentare quella tentazione che lui non riusciva a contenere. Uccidere loro, secondo lui, avrebbe significato uccidere il diavolo. Anche se legalmente la componente razziale per ora non è stata inclusa resta il fatto che la comunità asiatica è in allarme, continuamente bersagliata dal razzismo. E così quando ieri pomeriggio il manager del supermercato di Atlanta, a poche miglia di distanza dai centri massaggi in cui è avvenuta la strage, come aveva visto Manley entrare con il fucile a tracolla ha dato l’allarme e la polizia è accorsa immediatamente. Gli sono state sequestrate le armi e per ora e’ detenuto in attesa degli accertamenti e della perquisizione effettuata a casa sua. Sono stati sequestrati computer e cellulare per capire se avesse contatti con altre persone o se avesse lasciato messaggi. Gli agenti non hanno detto se in casa di Manley hanno trovato altre armi o munizioni. Per ora è in stato di fermo al posto di polizia accusato di comportamento pericoloso.

Mentre i notiziari davano questa mattina i particolari di questo potenziale nuovo pericolo a Boulder in Colorado Ahmad Al Aliwi Alissa, il ventiduenne arrestato per la strage al supermercato in cui ha ucciso 10 persone, è stato formalmente accusato dei dieci omicidi. Era in aula, su una sedia a rotelle a causa di una pallottola che gli ha sparato un agente prima di arrestarlo. Rimane in carcere, il giudice gli ha negato la libertà su cauzione. L’avvocato difensore, Kathryn Herold, ha chiesto la perizia psichiatrica del suo assistito. Il giudice ha rinviato la prossima udienza a maggio, nel frattempo Ahmad Al Aliwi Alissa sarà esaminato dagli psichiatri. L’imputato ha parlato una volta sola, quando ha detto “yes” in risposta al giudice che gli aveva chiesto se avesse capito i capi di imputazione. Uno “yes” soffocato dalla mascherina che indossava.
Robert Aaron Long, l’altro killer, quello di Atlanta invece ha preferito non andare in aula nei giorni scorsi. Per lui è stato convalidato il fermo di polizia. Per ora resta anche lui in prigione in attesa della fine delle indagini. Il suo caso è legalmente più complicato perché se agli omicidi dovesse essere applicata l’aggravante razziale, sei delle vittime erano asiatiche, le accuse di omicidio (che sono reati statali) si trasformerebbero in reati federali e le leggi federali sono diverse e molto più pesanti di quelle statali, ma no solo. Con le incriminazioni federali cambia la sede del processo, il giudice, cosi’ come la prigione o il centro di detenzione per i mentalmente incapaci in cui dovra’ scontare la pena.