C’è voluto un van blindato per portare lunedì scorso alla procura Distrettuale di Manhattan le dichiarazioni dei redditi di Donald Trump e quelle della Trump Organization. Le tasse sono state rilasciate lunedì scorso dalla ditta contabile Lazars Usa, poche ore dopo che la Corte Suprema aveva respinto l’ultimo tentativo presentato dagli avvocati dell’ex presidente per mantenerle segrete. Milioni di pagine non solo dei moduli dell’Internal Revenue Service e dell’Ufficio delle Tasse dello Stato e della Città di New York, ma anche di tutti i documenti di supporto di otto anni, dal gennaio 2011 ad Agosto 2019. La notizia però è stata diramata oggi dal portavoce della Procura Distrettuale di Manhattan.
“Non sono mica la dichiarazione dei redditi fatta con Turbotax – ha detto Chuck Rosenberg, ex procuratore federale a Brooklyn ed ora analista fiscale per la NBC tv – analizzarle è estremamente complicato sia per la quantità dei documenti, sia per la moltitudine delle società, piu’ di 500, che sono conglobate con la Trump Organization”.
Le tasse per ora sono segrete e saranno presentate nei prossimi mesi al grand jury che dovrà decidere se rinviare a giudizio o prosciogliere l’ex presidente. Si conosceranno solo se ci sarà il rinvio a giudizio perché tutto il materiale processuale è di pubblico dominio.

Il procuratore Distrettuale di Manhattan, Cyrus Vance Jr, aveva chiesto copia delle dichiarazioni dei redditi per l’inchiesta sui soldi pagati dall’ex avvocato di Trump, Michael Cohen, a Stormy Daniels e a un’ex modella di Playboy, Karen Mcdougal, per comprarne il silenzio sulle loro relazioni sessuali avute con Trump. Solo dopo che Michael Cohen venne abbandonato da Trump dopo che per circa 10 anni aveva coperto tutte le sue magagne, tanto che veniva chiamato “The Fixer”, cioé quello che aggiusta tutto, e fu condannato per evasione fiscale, ha patteggiato la sentenza e ha vuotato il sacco su Trump e sulla sua organizzazione. Ore e ore di interrogatori, di sopralluoghi, di analisi delle prove e delle testimonianze di altri confutate con quelle di Cohen. Alla fine si è arrivati alla richiesta da parte della procura distrettuale della denuncia dei redditi.
Nonostante tutta la segretezza delle indagini alcune indiscrezioni sono trapelate: Trump è indebitato con la Deutesche Bank per 300 milioni di dollari, con la Ladder per circa 100 milioni e con la società broker delle assicurazioni AON per altri 100 milioni. Questi particolari sono stati rivelati dalla Cnn che ha intervistato alcuni dei creditori. Nei mesi scorsi la procura distrettuale aveva chiesto copia alla Deutsche Banck di tutti i prestiti fatti a Trump e dei beni dati in garanzia. Settimane dopo la richiesta la banker che seguiva prestiti e linee di credito della Trump Organization è stata licenziata dalla Deutsche Bank. Poi si è scoperto che uno dei clienti più importanti della banca tedesca è Oleg Deripaska, l’oligarca considerato il braccio economico di Putin. Prima delle elezioni il New York Times ha ottenuto e pubblicato alcune delle dichiarazioni dei redditi di Trump, rivelando che, avvalendosi di sgravi fiscali e altri rimborsi, nel primo anno da presidente aveva pagato solo 750 dollari di tasse federali.

Ora Trump è atteso questo weekend a Orlando alla Conservative Political Action Conference (Cpac), la più importante conferenza dei conservatori. Molto probabilmente questa sarà l’occasione che sfrutterà per annunciare la sua candidatura alle presidenziali del 2024. I soldi per una nuova avventura politica non mancano, così come non mancano i suoi seguaci. Molto dipenderà dal corso della giustizia. Sale la tensione nel suo conflitto con i parlamentari del Gop, senatori e congressmen, che mal sopportano la sua deriva populista-suprematista. Oggi, dopo le dure parole usate da Liz Cheney alla Conferenza repubblicana che si è tenuta alla Reagan Library, per l’alleanza del presidente con i Proud Boys e gli altri gruppi di estremisti armati, è partita una nuova offensiva, dopo quella andata a vuoto la settimana scorsa, all’interno del partito per privare la congresswoman del Wyoming del terzo ruolo più importante all’interno del partito. Ma i congressman e senatori repubblicani moderati sono frustrati dalla direzione che il Gop ha preso.
Questa mattina l’ex congressmnan repubblicano Charlie Dent ha detto che sta studiando “con altri congressmen e senatori” la formazione di un partito più centrista. Non ha voluto fare nomi né dire quanti politici sostengono la sua proposta, aggiungendo che sono “abbastanza”. Dent ha usato parole dure per descrivere il partito attuale, lo ha chiamato RINO, Republican In Name Only. Anche il senator Mitt Romney ha lanciato l’allarme affermando che se Trump si dovesse ripresentare, molto probabilmente vincerà la nomination, ma perderà un’altra volta le elezioni.
La dimostrazione che il partito sia sbilanciato sull’estrema destra c’è stata questa mattina dopo che la congresswoman dei QAnon, Marjorie Taylor Green ha esposto un banner e un cartello contro la comunità LGTB (Lesbian, Gay, Transgender, Bisexual) mentre in aula veniva discusso l’Equality Act, un disegno di legge che proibisce le discriminazioni sessuali. Ieri aveva duramente e volgarmente contestato a parole e con alcuni tweet razzisti la congresswoman dell’Illinois Marie Newman, la cui figlia è trangender, e che ha sponsorizzato il disegno di legge che oggi è stato approvato anche con il voto di otto congressmen repubblicani.

Per ora Mitch McConnell, il leader repubblicano del senato, non parla. Non si sa se andrà questo weekend ad Orlando alla Conservative Political Action Conference.
Al Congresso dopo le non risposte avute alle audizioni che si sono tenute in tre differenti Commissioni parlamentari sull’assalto al Campidoglio sta prendendo molti consensi sia dai democratici che dai repubblicani, la formazione di una commissione parlamentare d’inchiesta. Nel pomeriggio la responsabile della sicurezza del Campidoglio, Yoganada Pitman, ha lanciato un nuovo allarme affermando che i gruppi paramilitari della milizia stanno preparando un nuovo assalto al Campidoglio per uccidere il maggior numero possibile di parlamentari. Non ha fornito particolari, ne ha fatto date, ma ha detto che potrebbero avvenire quando il presidente farà il discorso sullo Stato dell’Unione. Queste affermazioni sono state fatte davanti a una Commissione della Camera in risposta alla domanda fatta da un parlamentare che le chiedeva se ci fosse la necessità di mantenere nella capitale i militari della Guardia Nazionale.
Le inchieste sui disordini vanno avanti. Oltre quella federale per l’assalto del 6 gennaio che ha causato la morte di 5 persone, ce ne é un’altra interna nel dipartimento della polizia del Campidoglio, 6 agenti sono stati sospesi dal servizio e 35 agenti sono attualmente inquisiti sul loro ruolo non conforme al rispetto delle regole del dipartimento. Nell’inchiesta sull’assalto finora 500 persone sono state identificato 396 sono state arrestate.

Domani dovrebbe essere presentato alla Camera per il voto il pacchetto di aiuti contenuti nello stimolo economico. L’incertezza deriva dal fatto che tra le misure c’é anche quella che porta il salario minimo a 15 dollari l’ora, progetto promesso in campagna elettorale dall’ala più a sinistra del partito che vede molti rappresentati democratici contrari ad un aumento così drastico, il doppio di quello attuale.
Oggi il presidente Biden, dopo aver preso parte alla simbolica cerimonia per i 50 milioni di americani vaccinati dal giorno in cui é entrato alla Casa Bianca, ha continuato a sottolineare l’importanza dell’approvazione dello stimolo economico in discussione al Congresso prima che le misure adottate nel primo pacchetto di aiuti finiscano. I sondaggi sono con lui. Secondo quello condotto dal New York Times con il Quinnipac più del 60 percento degli americani é favorevole. Sorprendente che anche tra le persone intervistate che affermano di aver votato per il Gop più del 30 percento sia d’accordo con lui.