I “Proud Boys” festeggiano e gli indecisi sono meno… indecisi. Questo il primo risultato della rissa-dibattito che si è tenuta ieri sera a Cleveland tra Donald Trump e Joe Biden. Un’America incredula quella che si è svegliata questa mattina dopo il dibattito di ieri. Incredula per i toni e i livelli usati dal presidente degli Stati Uniti in un dibattito politico. Forse la migliore descrizione l’ha fatta USA Today che ha titolato: “L’horror show che ha messo paura all’America”. E l’America per la prima volta ha osservato in diretta televisiva le minacce del presidente che ha chiamato al suo fianco i razzisti armati.
In svantaggio nei sondaggi elettorali, svergognato dalle clamorose rivelazioni del New York Times sulla sua capacità imprenditoriale, messa in piazza la sua finta ricchezza, Trump è stato più un “Toro scatenato” che non il leader degli Stati Uniti. Un dibattito indecoroso per il capo della Casa Bianca e per l’istituzione che rappresenta, fatto davanti a milioni di americani che, in questo tragico momento di pandemia, con oltre 200 mila morti, volevano sapere prima delle elezioni del 3 novembre come il commander in chief e lo sfidante fronteggeranno in futuro la malattia, come il Paese potrà risollevarsi dall’economia così gravemente danneggiata, come riaprire le scuole, come poter pagare mutui e affitti se il lavoro non c’è.
E’ finita invece a “tuo figlio è stato cacciato dall’esercito”, a “stai zitto pagliaccio”, “e tu non hai niente di intelligente”. Insulti e continue reciproche interruzioni, come mai era accaduto in un dibattito presidenziale. Con il moderatore Chris Wallace, anchorman di Fox News, che ha dovuto ricordare al presidente di rispettare le regole accettate dagli organizzatori della sua campagna elettorale. Ma tutto è stato inutile. Donald Trump ha mostrato all’America di che pasta è fatto. Nessuna sorpresa per chi lo segue da tempo, ma certo un campanello d’allarme anche per quanti ancora sostenevano e condonavano la sua bizzarra e capricciosa condotta.

L’unica notizia è stata quando Trump, agitando lo spettro dei brogli legati al voto per posta, ha ammesso: “Per sapere il risultato delle elezioni ci potrebbero volere dei mesi”. E, a differenza di Biden, non si è impegnato a riconoscere il risultato elettorale. “Ha solo paura del conteggio dei voti – ha replicato il candidato democratico – andate a votare, siete voi che determinate il futuro del Paese. E lui non può fermarvi”.
Ma questa storia che Trump non accetterà il verdetto delle urne se dovesse perdere fa venire i brividi all’America. E Trump ha dato un pericoloso segnale quando si è rifiutato di condannare il suprematismo spingendosi a dire che la violenza “è un problema non della destra ma della sinistra” dopo che Biden lo ha accusato di essere troppo tenero con i gruppi armati razzisti della destra e il moderatore Chris Wallace gli ha chiesto di condannarli. Trump ha risposto “Proud Boys, stand back and stand by” un “fermi e rimanete in attesa” che è più una minaccia che una risposta. E i “Proud Boys” lo hanno preso, almeno sui social, come un invito a prepararsi.
Il gruppo è capeggiato da Gavin McInnes. L’FBI descrive i “Proud Boys” come gruppo razzista e molti social, tra cui Facebook e Twitter, hanno bandito i loro post. I “Proud Boys” per comunicare usano “Parler” il servizio di network finanziato anche da Dan Bongino e dall’Arabia Saudita. E su Parler hanno scritto che “Trump è il loro leader”. Si definiscono “maschilisti occidentali”, sono contro il politicamente corretto, la loro missione è quella di promuovere i “valori occidentali”. Non si conosce il numero di affiliati anche se l’FBI dice che sono alcune centinaia. Il fucile preferito è l’AR 15. Non hanno uniforme ma preferiscono indossare le magliette Fred Perry nere con il collo giallo. Rifiutano di essere chiamati razzisti, ma sono contro l’immigrazione, contro gli ebrei, definiscono l’uomo bianco come animale in estinzione, sono contro Black Lives Matter e organizzano manifestazioni e cortei contro BLM a Portland e a Kenosha. Hanno preso parte alle dimostrazioni di Charlottesville dove una donna è stata uccisa dai dimostranti.

Ma come hanno reagito gli indecisi? Secondo “The Hill”, che ha messo insieme un gruppo di elettori che non avevano preferenze prima del dibattito, il consenso generale è stato che Donald Trump “è un bullo rissoso” e Joe Biden è andato meglio delle aspettative. Ma in tanti si sono detti frustrati, delusi e che il dibattito li ha demotivati dal recarsi alle urne.
Cosa succederà ora per gli altri due dibattiti in programma? Il prossimo è previsto per il 15 ottobre all’Adrienne Arsht Center for the Performing Arts di Miami: sarà moderato da Steve Scully di C-Span e sarà stile town-hall. Il terzo e ultimo confronto è in programma il 22 ottobre alla Belmont University di Nashville, in Tennessee, e sarà condotto da Kristen Welker di Nbc. L’interrogativo dopo lo show di ieri sera e se vale la pena di continuare a farli.