Il Coronavirus non ha intenzione di smettere di azzannare gli Stati Uniti: a metà luglio, la situazione in molte parti degli USA è peggio di quando iniziò la pandemia a metà marzo, quando l’ epicentro fu la città di New York. Stati come la California, la Florida, il Texas, l’Arizona e l’Alabama stanno avendo un altissimo numero di decessi, insieme ad altri stati dell’Unione. Infatti, è l’ Institute for Health Metrics and Evaluation della University of Washington che riporta questi dati sconvolgenti – prevedendo che entro l’1 novembre 2020, gli USA arriveranno a 224.089 morti – morti che tra l’altro potevano essere evitati se questi stati avessero seguito l’esempio di New York a non aprire prematuramente, come invece aveva insistito da tempo il Presidente Trump, scatenando l’ira del governatore di New York, Andrew Cuomo, durante la sua conferenza stampa di lunedì.
In risposta ai livelli oramai fuori controllo di quasi 20 stati che stanno soffrendo casi in rapido aumento ad una velocità mai vista finora, la settimana scorsa, il gruppo non-partisan, Covid Exit Strategy, che sta tracciando stato per stato il progresso rapido del COVID-19 con una scheda a colori a secondo della gravità della situazione in ciascun stato, ha dovuto addirittura inserire una nuova sfumatura al color rosso che stavano usando fin’ora: “rosso livido” (“bruised red” – virus fuori controllo).
In un articolo pubblicato da POLITICO mercoledì sera, un ricercatore di malattie infettive della University of Minnesota, Michael Osterholm, ha stimato che dal 7%-9% della popolazione americana – ovvero 23 milioni di persone – sia stato già infettato fino ad oggi. Ha dichiarato che la rapidità con cui il virus attualmente si sta trasmettendo non diminuirà fino a quando almeno metà della popolazione sarà contagiata. Se i casi continueranno a crescere ai livelli odierni, anche se con una tasso di mortalità inferiore, Osterholm calcola che circa 800.000 persone moriranno prima che qualsiasi tipo di immunità di gruppo possa essere efficace tra la popolazione. In più, ha aggiunto che una carenza di droghe come Remdesivir e la mancanza di spazio per ricoveri negli ospedali potrebbero addirittura invertire il progresso che fin’ora c’era stato da parte dei medici nel curare i pazienti COVID, stipulando che i giovani con condizioni di salute precaria non sono immuni agli effetti peggiori del virus. Osterholm ha concluso dichiarando, “E’ come un grandissimo incendio che sta cercando vite umane da bruciare,” e che questa situazione “durerà per molti mesi e peggiorerà.”

Nel frattempo il Dott. Anthony Fauci in questi giorni continua a subire gli attacchi dall’amministrazione Trump nonostante sia a capo da 36 anni del National Institute on Allergy and Infectious Diseases degli USA ed è riconosciuto come uno dei massimi esperti al livello mondiale di malattie infettive. Con eleganza il Dott. Fauci continua a rifiutare di criticare gli ufficiali della Casa Bianca, anche mentre essi continuano a mettere in questione, o addirittura ignorare, i suoi consigli su come affrontare questa pandemia che sta uccidendo migliaia di persone sul suolo americano.

Ma quando l’amministrazione Trump questo week-end ha aumentato gli attacchi sistematici sul Dott. Fauci, anche la sua pazienza ha raggiunto il limite: ieri in un’intervista sul giornale The Atlantic, ha dichiarato che trovava le critiche della Casa Bianca “bizzarre”: “Non riesco a capire perché lo stiano facendo”, aggiungendo che “io penso che loro adesso si renderanno conto che non era una cosa prudente da fare, perché si sta soltanto riflettendo in modo negativo su di loro.” Durante il week-end, infatti, membri dell’amministrazione Trump avevano inviato una lista ai giornalisti di dichiarazioni fatte dal Dott. Fauci che loro consideravano spiacevoli. E come se non bastasse, il vice capo di stato maggiore per la comunicazione e direttore di social media, ha gettato benzina sul fuoco postando sulla sua pagina personale di Facebook un cartone politico ridicolizzando il Dott. Fauci. Ma l’attacco più duro è arrivato da Peter Navarro, il consigliere per il commercio della Casa Bianca, che ha pubblicato martedì un articolo di opinione nel giornale americano USA Today, in cui dichiara che il Dott. Fauci “ha sbagliato su tutto ed ha sbagliato ogni volta che ho avuto l’occasione di interagirci.”

Allo stesso tempo, l’amministrazione Trump ha ordinato agli ospedali di cessare l’invio regolare dei loro dati su COVID-19 al CDC (Centers for Disease Control and Prevention), scavalcando così l’autorità del CDC nel raccogliere informazioni sul numero di infezioni del Paese durante questa pandemia. Gli ospedali dovranno, su ordinanza del presidente effettivo da ieri, inviare i loro dati quotidianamente su come stanno affrontando il COVID-19 al Department of Health and Human Services del governo, come riportato in questo documento emesso dal HHS sulla procedure di come gli ospedali dovranno divulgare i loro dati. Questi dati includeranno informazioni sui pazienti, il numero di letti e ventilatori polmonari disponibili, nonché problemi sul numero insufficiente dello staff medico – il tutto tramite un portale web specifico lanciato il 10 luglio. Il Dipartimento di Health & Human Services (HHS), anche riconosciuto come il Dipartimento per la Salute (U.S. Health Department) è un ramo esecutivo al livello del gabinetto del governo federale degli Stati Uniti che ha come responsabilità la protezione della salute di tutti gli americani. Una nota importante da includere: a differenza del sito web del CDC a cui il pubblico ha accesso ai dati, il database dove il dipartimento HHS raccoglierà informazioni giornaliere sul Coronavirus dagli ospedali su territorio USA non sarà aperto al pubblico, aumentando così questioni legittimi sulla mancanza di trasparenza dell’informazione dalla parte della Casa Bianca.

In un gesto di solidarietà al Dott. Fauci, il governatore di New York, Andrew Cuomo ha twittato oggi, “L’unico modo per sconfiggere un virus è con la scienza e tramite la medicina. Il governo federale non capisce questo.”
Intanto alla conferenza stampa giornaliera alla Casa Bianca, la portavoce Kayleigh McEnany ha detto oggi ai giornalisti che le scuole riapriranno perché così vuole il presidente Trump e “che la scienza non si deve mettere in mezzo”. Vedere video sotto.