Tra autocrati si pigliano, si potrebbe dire. L’incontro “blitz”, a sorpresa tra Donald Trump e Kim Jong Un – sarebbe stato preparato solo dopo un tweet avvenuto circa 24 ore prima in cui il presidente USA “spontaneamente” proponeva l’incontro – al confine tra le due coree, con il primo presidente americano che passa simbolicamente la linea di confine, è sicuramente storico. Almeno per i programmi tv e le foto che vedremo. Ma su quanto fattuale progresso e sblocco delle trattative sul disarmo nucleare della Nord Corea provocherà é ancora troppo presto per dirlo. I due leader, dopo la stretta di mano e una mini passeggiata, sono poi stati a quattrocchi (con gli interpreti) per 53 minuti in un piccolo edificio chiamato “Freedom House”, dove di solito delegazioni militari tra le due coree si incontrano per parlare.

Quando Trump e Kim sono usciti, continuavano a sorridere ed avere un atteggiamento positivo: hanno detto che i negoziati sul disarmo nucleare riprenderanno. Infatti si erano interrotti da febbraio, dopo un precedente incontro burrascoso tra i due in cui Trump non aveva accettato la proposta di Kim di togliere alcune sanzioni prima di vedere seri progressi di disarmo. Trump ha invitato Kim alla Casa Bianca, e sarebbe un avvenimento sensazionale.
Il mondo da poche ore é molto più sicuro grazie a Trump? Penso che sia questo che a un lettore di questo mondo interessa sapere di più: ma questo presidente degli USA, così al centro di tante polemiche e accuse, ritenuto da una larghissima parte della stampa (anche da chi scrive) un pericolo per la democrazia americana, alla fine potrebbe diventare colui che veramente assicura la pace e potrebbe meritare un Nobel per aver evitato una guerra che avrebbe causato in pochi giorni milioni di morti? Già potrebbe essere Trump l’eroe della pace?

Restiamo più che scettici, preoccupati sulle possibilità della “Reality Diplomacy Show” di Trump, costruita a immagine e somiglianza dei suoi programmi tv che lo avevano reso popolare una quindicina di anni fa ad una larga fetta di pubblico americano, che fino a quel momento sapeva qualcosa di lui solo come quel costruttore di New York playboy e mezzo fallito. Trump, in questi viaggi all’estero che di solito detesta (si trovava in Giappone per il G20 dove ha annunciato grandi progressi col negoziato commerciale con la Cina), ha ormai capito che possono fare da valvola di sfogo a dei problemi domestici sempre più complicati. Al Congresso il dibattito se e come andare avanti con la domanda di “impeachment” da parte di alcuni democratici non si è ancora spento e gli ultimi poll continuano a dare ai repubblicani preoccupazioni che alla fine i democratici possano scegliere un candidato/a in grado di soffiare a Trump quella Casa Bianca che lui, sempre via twitter, ha cominciato ad amare così tanto annunciando, col tono scherzoso di chi cerca di capire quale sarebbe la reazione, che lui forse si ricandiderebbe per la terza volta nel 2024 se il suo popolo lo vorrà (eventualità che sarebbe incostituzionale…).
Allora per rispondere alla domanda di un lettore giustamente preoccupato per la pace nel mondo, sul fatto se avere lo “show man” Trump vicino a quei bottoni che possono mandarci tutti all’aldilà nel giro di pochi minuti possa risultare un vantaggio o uno svantaggio, ricordiamo prima cosa Trump costruisse e gestisse, oltre a grattacieli e alberghi, e con che business andasse spesso, troppo spesso, in bancarotta: i casini. Già, non quelli dove ci stanno le prostitute, (ovvero ci stanno pure ma non sono allo “scoperto”) ma dove dentro ci trovi le slot-machine e le roulette. Quei grandi Hotel-Casino che quando ci capiti e punti tutti sul rosso, hai il 50% delle possibilità che ti va bene e vinci (poco), o che perdi (tutto). Se poi vuoi tentare di vincere molto, allora punti su un numero e hai una possibilità su 37 di vincere molto ma 37 su 1 di perdere tutto.
Ecco, per cercare di capire quante sarebbero le probabilità che la “Reality Diplomacy Show” alla Trump potrebbe portarci tutti alla pace o alla totale distruzione con la guerra (non si punta solo sul tavolo della Corea, ma anche in quello dell’Iran in questi giorni) si deve pensare a quei casini da lui costruiti e gestiti ad Atlantic City. Certo ci potrebbe andar bene, e saltiamo di gioia per la pace che finalmente scoppia con la Corea ancora governata da un dittatore sanguinario che oltre ad affamare un popolo e torturare e uccidere i dissidenti, ha assassinato avvelenandolo pure un fratello che era sospettato di essere una spia degli americani. Ma se la roulette si fermasse sul nero invece che sul rosso? E se poi Trump decidesse ad un certo punto di puntare su un numero per sbloccare la trattativa? Eccolo allora che Trump – non aiutato più dal papà come gli capitava una volta – potrebbe portarci tutti alla bancarotta mondiale! Purtroppo questa volta i suoi problemi sarebbero anche i nostri e non si risolverebbero con gli avvocati che ti bussano alla porta, ma con le testate nucleari nei missili che volano tra i cieli dell’Asia al Medio Oriente, dall’Europa fino alle coste USA.