Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login
  • Register

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
March 2, 2019
in
Primo Piano
March 2, 2019
0

Sicilia, Italia, 2019: Rocco Greco e il suicidio di un imprenditore “interdetto”

La storia di Rocco Greco, piccolo imprenditore di Gela schiacciato tra la mafia, l'antimafia e le leggi di uno Stato che ti liquida la vita

Fabio CammalleribyFabio Cammalleri
Sicilia, Italia, 2019: Rocco Greco e il suicidio di un imprenditore “interdetto”

L'imprenditore suicida Rocco Greco (Immagine ripresa da yoube)

Time: 4 mins read

Ogni suicidio è un mistero. Pertanto, anche quello di Rocco Greco, piccolo imprenditore di Gela, Sicilia, lo è. Che sia un mistero nelle sue scaturigini, però, non implica che non se ne possa tentare una rappresentazione emotiva, persino intellettiva, volendo.

Camus, letterato e pensatore che paradigmaticamente visse, e sperimentò, la vita come “possibile assurdo” dell’uomo di fronte al mondo, ci consegna questa immagine:

“Un mondo che possa essere spiegato, sia pure con cattive ragioni, è un mondo familiare; ma, viceversa, in un mondo spogliato subitamente di illusioni e di luci, l’uomo si sente un estraneo, e tale esilio è senza rimedio…”.

Rocco Greco aveva denunciato i suoi estortori, che lo avevano aggredito con metodo mafioso, come recita la Legge. Aveva anzi convinto altri imprenditori a fare altrettanto. Processo, condanne definitive. Lui, vittima, gli altri, carnefici. Pareva tutto chiaro. Rocco Greco, “un simbolo”. E invece no.

Questo sarebbe stato “un mondo familiare”; spiegato secondo ragione. La ragione del civismo antimafia, per cui, la cittadinanza dovrebbe essere militanza: a telefonata, denuncia; a minaccia, arresto in flagranza. 

Tuttavia, già così, questa era una “cattiva ragione”: giacché la riduzione di un uomo, della sua vita, a mero arnese probatorio nella burocratica disponibilità di un ufficio, che nulla realmente sa, nulla realmente vuole sapere, delle paure, delle necessità di quell’uomo, si svela una ragione ambigua, sfuggente: di solido, rimane l’impressione sgradevole, sgradevolissima, che quell’uomo debba fare il lavoro che altri non vogliono o non sanno fare.

Ragione cattiva, che rischia di diventare pessima, se si considera il presupposto, per così, dire, ideologico-interpretativo che la sorregge: l’aggredito e l’aggressore “si conoscono”. Se si conoscono, “hanno avuto rapporti”. Questi rapporti sono contaminanti, e la denuncia non vale alla purificazione.

Certo che “si conoscono”. Anche chi stupra e chi è stuprato “si conoscono”; come “si conoscono” l’usuraio e l’usurato.

Solo che qui c’è la baracca. C’è l’Antimafia, come Supremo Apparato: la nostra NKVD, che deve ricrearsi una giustificazione perenne. E così, da un mondo retto da sia pur “cattive ragioni”, entriamo in un mondo senza alcuna ragione. Entriamo in un mondo assurdo.

“Si conoscono”. Anche con Greco questo “sospetto sistemico” ha fatto capolino.

Il giudizio, nei suoi vari gradi fino alla Corte di Cassazione, ha escluso che ci fossero “rapporti” diversi da quelli fra vittima e carnefice.

Ma il sospetto, essendo un sospetto, è autonomo da ogni accertamento, anche giurisdizionale. Il sospetto non teme confronti. Perchè, semplicemente, il sospetto non si confronta.

Chi, poco fa, magari con una punta di fastidio, di fronte alla citazione del gioiellino staliniano (Commissariato del Popolo per gli Affari Interni), può aver pensato ad un’iperbole, si ricomponga immediatamente: perché qui si discute proprio di Ministero degli Interni; di Prefetture, di cd Interdittive Antimafia. Di assurdo codificato, e reso istituzione attiva e onnipotente. Da Aosta a Lampedusa (sebbene, il logo “terra di mafia”, indubbiamente, agevoli).

Coloro che Greco aveva accusato conoscono il mondo e le sue mode. Allora, sciorinano in dibattimento che Greco, è vero, pagava “il pizzo”: ma ci stava, gli piaceva.

Moda, questa di considerare il lercio bottegaio, l’impuro commensale del profitto, meno di un animale, che non è una moda:  in un tessuto storico-sociale in cui “denaro sterco del demonio” è quasi una carta di identità plurisecolare.

Avuto il sospetto, è tutto pronto per tale rinovellata versione della Bolla d’Infamia, oggi prevista e disciplinata dalla Legge 159/201, il cd Codice Antimafia.

Non vi dirò nulla di forme e contenuti. Ci mancherebbe. Ci sono gli esperti, di cattedra e di toga, per queste cose.

Basti solo sapere che per esserne colpito, ci vuole così poco, che “La legge”, e la giurisprudenza che vi si trastulla, si fanno un vanto di affermare che l’Interdittiva del Prefetto comincia dove finisce l’assoluzione del Giudice.

Un piccolo imprenditore così “interdetto” subisce una riduzione della proprie capacità giuridiche, che coincide con la sua totale fuoriuscita dal circuito civile. Ma chi non ha diritti, non è più un uomo. 

L’hanno voluta, o che è lo stesso, ne hanno consentito la mostruosa concezione, Berlusconi; Renzi; FI; il PD. Che sono stati e sempre più saranno ripagati per questa loro corrività e sottomissione culturale, politica ed istituzionale. E, ovviamente, l’hanno voluta Lega e M5S: le odierne, temporanee, fanterie, di questo Apparato onnipotente, e a tutti sovraordinato. Al Prefetto, “le carte” arrivano dalla DDA competente per territorio.

Rocco Greco aveva perso il frutto di un’intera vita spesa a lavorare. E i suoi 50 dipendenti, il loro. Il Tar Sicilia, e anche quello del Lazio, hanno confermato la decisione prefettizia. E, comunque, quando pure le “sospensive” vengono pronunciate, il danno è fatto. Clienti, creditori, fornitori, evaporano in poche settimane. Questo congegno è stato studiato proprio per liquidare. E per essere effettivamente senza rimedio. E’ ingiusto, e sopraffattore, in sè.

Il figlio ha riferito quelle che paiono essere state le ultime parole del padre: “Ormai, il problema sono io. Se vado via, i miei figli sono a posto“.

Possiamo perciò pensare che Rocco Greco si sia sentito in un “mondo spogliato subitamente di illusioni e di luci”.

In un mondo in cui un carnefice è ammesso a sghignazzare la sua patente vendetta sulla vittima. In cui la parola ignobile e parassitaria è resa resistente alle smentite della giurisdizione, e fatta attraccare, arrogante e piena di sè, sulle accoglienti e interessate sponde della liquidazione amministrativa. Ecco, in un mondo così, potrebbe accadere che “l’uomo si sente un estraneo”, e avverta che “tale esilio è senza rimedio”.

Ed estranei e, per ora, senza rimedio ci sentiamo pure noi.

Rocco Greco. 57 anni, piccolo imprenditore di Gela, Sicilia. Riposi in pace.

Share on FacebookShare on Twitter
Fabio Cammalleri

Fabio Cammalleri

Il potere di giudicare e condannare una persona è, semplicemente, il potere. Niente può eguagliare la forza ambigua di un uomo che chiude in galera un altro uomo. E niente come questa forza tende ad esorbitare. Così, il potere sulla pena, nata parte di un tutto, si fa tutto. Per tutti. Da avvocato, negli anni, temo di aver capito che, per fronteggiare un simile disordine, in Italia non basti più la buona volontà: i penalisti, i garantisti, cioè, una parte. Forse bisognerebbe spogliarsi di ogni parzialità, rendendosi semplicemente uomini. Memore del fatto che Gesù e Socrate, imputati e giudicati rei, si compirono senza scrivere una riga, mi rivolgo alla pagina con cautela. Con me c’è Silvia e, con noi, Francesco e Armida, i nostri gemelli.

DELLO STESSO AUTORE

Ilda Boccassini: va bene il libro, ma ora occorre la verità oltre la memoria

Ilda Boccassini: va bene il libro, ma ora occorre la verità oltre la memoria

byFabio Cammalleri
La cosiddetta trattativa tra Stato e Mafia: un tentativo totalitario

La cosiddetta trattativa tra Stato e Mafia: un tentativo totalitario

byFabio Cammalleri

A PROPOSITO DI...

Tags: anti mafiaantimafiaGelagiustiziagiustizia italianamafiapizzoRocco Greco
Previous Post

Are People Who Send Their Kids to Catholic Schools Irresponsible Parents?

Next Post

Carnival’s History of African Rhythm, Brazilian Culture, and Italian Religion

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Gioie e dolori al Pride 2021: dopo i festeggiamenti, gli scontri con la NYPD

Il reato-padagogo e il DDL Zan: difendere valori giusti senza il tic della galera

byFabio Cammalleri
I “libricini” scritti sui siciliani per preparare le truppe Alleate allo sbarco in Italia

I “libricini” scritti sui siciliani per preparare le truppe Alleate allo sbarco in Italia

byFabio Cammalleri

Latest News

Credit Suisse spaventa l’Europa, fuga su bond e oro

Il grande valzer delle banche: UBS compra Credit Suisse a prezzo di saldo

byPaolo Cordova
Tre uomini dichiarati colpevoli dell’omicidio del rapper XXXTentacion

Tre uomini dichiarati colpevoli dell’omicidio del rapper XXXTentacion

byLa Voce di New York

New York

Thinking Outside the Box on Affordable Housing in New York City

Thinking Outside the Box on Affordable Housing in New York City

byEric Adams
A New York Consolato e IIC si illuminano con i colori dell’Italia

Conclusa la Prima Edizione del Premio New York di Poesia “Italiani per il futuro”

byLa Voce di New York

Italiany

La crisi dell’istruzione nel mondo: 2/3 dei bambini non capiscono cosa leggono

Master Fondazione Italia-Usa: altre 200 borse di studio “Next Generation”

byLa Voce di New York
World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

byNicola Corradi
Next Post
Carnival’s History of African Rhythm, Brazilian Culture, and Italian Religion

Carnival’s History of African Rhythm, Brazilian Culture, and Italian Religion

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Elezioni 2022
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Speciale Venezia
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In
By clicking on "Create my account" or by registering, you accept the Term of Service and the Privacy Policy.

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?