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Quella folle, pericolosa campagna contro i vaccini, e le responsabilità dell’informazione

Ecco che cosa una corretta e accurata informazione dovrebbe aver cura di chiarire e spiegare

Valter VecelliobyValter Vecellio
Quella folle, pericolosa campagna contro i vaccini, e le responsabilità dell’informazione

Vaccinazione (Photo credit: Pixabay).

Time: 7 mins read

Estate 1958: in Italia scoppia l’ultima grande epidemia di poliomielite. Secondo i dati del ministero della Salute, l’epidemia provoca 8.377 paralizzati, ma si tratta solo dei casi denunciati. In realtà sembra siano stati oltre diecimila. La polio era considerata una sorta di castigo di Dio. Chi ha bambini sotto i cinque anni di età, i più esposti al contagio, vive nella paura del contagio. Soprattutto l’estate, quando caldo e umidità favoriscono le epidemie. Non si sa come prevenirla, le conseguenze sono terribili: arti paralizzati, sedia a rotelle, per alcuni il polmone d’acciaio, l’unico modo per impedire che i muscoli del torace immobilizzati impediscano la respirazione. Condannati al polmone d’acciaio per sempre. Nonostante la ricerca, ancora non si sono trovati farmaci efficaci per la polio. L’unica difesa è il vaccino.

A due autentici benefattori dell’umanità, Jonas Salk e Albert Sabin, dobbiamo i vaccini che consentono di vincere la polio. Chi è nato negli anni Cinquanta forse ricorda, come chi scrive, compagni di scuola delle elementari prigionieri di tutori alle gambe, perché avevano contratto la poliomielite. Ecco: è appunto un ricordo. Chi scrive vuole che un ricordo resti, e si augura di non essere il solo a coltivare questo desiderio, ad avere questa volontà.

Accadono, in Italia, cose letteralmente inaudite, che fanno correre un brivido lungo la schiena. Un consigliere del Movimento 5 Stelle della regione Lazio, Davide Barillari, se ne esce con una dichiarazione che definire corbelleria significa essere gentili. Dice: “La politica viene prima della scienza. I politici devono ascoltare la scienza, collaborare, non farsi ordinare dalla scienza cosa è giusto e cosa è sbagliato, accettando le parole della scienza mainstream come dogmi religiosi. Perché la scienza deve essere democratica, e quindi deve ascoltare tutti…compresi ricercatori e scienziati, che con dati alla mano, contestano il dogma ufficiale”. Scienza democratica che deve ascoltare tutti?

Vero è che i vertici del Movimento 5 Stelle si sono poi dissociati, e il vero capo del movimento, Davide Casaleggio, prende totalmente le distanze dalle dichiarazioni di Barillari.

Intanto a Udine si registra l’ennesimo caso di minacce a medici che prendono posizione a favore dei vaccini. Sulla vetrata dell’ambulatorio di infettivologia dell’Asl di Udine sono comparse scritte minacciose contro l’infettivologo Matteo Bassetti, che aveva definito i no-vax «gruppi di pochi ma molto rumorosi» e sottolineato che accontentarli significa «fare male a tutti i nostri figli e alla società intera».

Non è la prima volta che Bassetti viene preso di mira; ma è inquietante che gli insulti all’immunologo siano scritti sulle vetrate del padiglione 9 dell’ospedale, nei locali della clinica di infettivologia che lui stesso dirige. Frasi sgrammaticate che insultano il medico facendo riferimento al suo aspetto fisico.

Settimane fa è toccato al professor Roberto Burioni, un’autorità in materia, docente di virologia e medico del San Raffaele di Milano. Ha ricevuto minacce di morte per il suo impegno a favore delle vaccinazioni. Burioni è “colpevole” di essere favorevole alle vaccinazioni obbligatorie per l’iscrizione all’asilo nido e alla materna. E’ incredibile che si possano ricevere minacce di morte solo per il fatto di sostenere verità scientifiche. È incredibile che ci siano politici come Davide Barillari. E’ incredibile, ma accade. E non sono cose da prendere sottogamba e da ignorare.

Una corretta informazione dovrebbe aver cura di chiarire e spiegare:

1) La comunità scientifica, in blocco, sostiene e documenta l’utilità, la necessità di vaccinarsi; e basterebbe fare, per tutti, due nomi entrambi “eccellenze” universalmente riconosciute: Elena Cattaneo e Umberto Veronesi. Non credo che si possa sostenere che tutti gli scienziati e tutti i ricercatori siano nel libro paga delle ditte farmaceutiche (le quali, ad ogni modo hanno più guadagnare nel “curare”, piuttosto che nel “prevenire). Se qualcuno lo crede, lo dica chiaramente. Ma qui si entra in un discorso razionale; quando però ci si scontra con il pregiudizio, si ha voglia di fare discorsi razionali. Meglio mostrare le immagini di bambini che non sono stati vaccinati e ora pagano le conseguenze del morbillo, della rosolia, e parotite. Uno vede e capisce…

2) Ci sono malattie provocate da batteri, contro le quali abbiamo rimedi efficaci: gli antibiotici. Poi ci sono le malattie infettive. Soprattutto nei soggetti più deboli, possono esserci conseguenze gravi, anche mortali. Per questo è importante le prevenzione: significa proteggerci ed evitare possibili fonti di contagio. Ma ci sono malattie che non sono “visibili” per tempo, e piuttosto che curare dopo, è meglio anticipare e prepararci a combatterle e sconfiggerle con le loro stesse armi. Questo è il principio del vaccino.

3) I vaccini, va detto chiaro e forte, sono una delle più grandi scoperte dell’umanità, hanno salvato e salvano milioni di vite umane, ridato speranza a milioni di bambini, reso le ultime generazioni sane.

4) Si evocano effetti collaterali gravissimi e spaventosi. Una campagna incomprensibile. Si dice, per esempio che i vaccini contengono mercurio. Non è vero. Da anni non contengono nemmeno il suo derivato, etilmercurio, che in ogni caso non ha nulla a che vedere con il più noto metilmercurio (quello dei termometri), tossico e pericoloso: è un’altra molecola.

5) Si dice che i vaccini causano spesso effetti collaterali gravi. Non è vero neppure questo. Possono, sì, causare reazioni allergiche come per qualunque sostanza, ma sono casi neppure paragonabili, in quanto a dimensioni, agli effetti provocati da una malattia contratta perché non ci si è vaccinati.

6) Va detto con chiarezza che di morbillo, di difterite, di pertosse si può morire; va detto con altrettanta chiarezza che un’encefalite da morbillo rovina la vita, stesso discorso per la meningite; che la rosolia può causare danni gravi ad un feto.

7) C’è un solo modo per spiegare ai genitori confusi perché circolano tante voci allarmistiche: spiegare perché sono bugie. I genitori che non vaccinano non hanno quasi mai colpa, sono semplicemente genitori che si lasciano sopraffare dalla paura e non riflettono su un fatto semplicissimo: senza vaccino non si è protetti.

8) Nel 1900, su mille nati negli Stati Uniti, 100 morivano entro il primo anno di vita. Oggi una morte per malattia infettiva diventa notizia di cronaca.

9) Vaccinare i bambini protegge la società e il singolo dalle malattie.

10) I rischi sono minimi. I più frequenti: reazione nel sito dove viene fatta l’iniezione; qualche volta un po’ di febbre; nervosismo. Sintomi che si risolvono in pochi giorni. E non ci sono complicanze gravi come invece accade con le malattie.

11) I vaccini rafforzano il sistema immunitario. Una infezione naturale, invece, può indebolire il sistema immunitario di un bambino, rendendo più difficile la lotta contro un’infezione concomitante.

12) Non c’è nessuna correlazione tra vaccino del morbillo e autismo. Ormai si è concordi nel pensare che l’autismo precede la nascita anche se poi si rivela dopo qualche tempo, spesso proprio verso l’anno e mezzo quando si deve fare il vaccino per il morbillo. L’ipotesi che i vaccini (in particolare il trivalente, morbillo-parotite-rosolia) siano causa di autismo è del 1998: un medico inglese disse di aver trovato anticorpi del virus del morbillo nell’intestino di bambini autistici. Ma è poi stato scoperto che era un falso. Nonostante ciò, questa falsa credenza continua a circolare. Il vaccino del morbillo contiene il virus vivo, può dare al massimo febbre a distanza di una decina di giorni: il cosiddetto “morbillino”. La malattia, invece, per un bambino piccolo può essere molto grave.

13) I bambini non vaccinati hanno un rischio molto maggiore di avere il morbillo o altre malattie prevenibili con vaccinazioni. Il calo delle coperture vaccinali è causa di malattie che potevano già essere dimenticate come ad esempio la pertosse, causa del decesso di alcuni lattanti. Nelle scuole, visto il numero di bambini, il rischio di diffusione delle malattie aumenta.

14) Un grande medico, il famoso pediatra Marcello Bernardi, autore de “Il nuovo bambino”, letteralmente si infuriava quando i genitori avanzavano dubbi sulla necessità delle vaccinazioni: “Vorrei avere una macchina del tempo – ha detto una volta – per portare tutti quelli che si oppongono alle vaccinazioni in una clinica pediatrica del dopoguerra, come alla Melloni di Milano, dove io ho iniziato a lavorare: noi medici ci aggiravamo impotenti tra letti pieni di bambini ammalati di poliomielite o che morivano come mosche di difterite”.

15) La presunta relazione vaccini-autismo è una vecchia questione, nata da un articolo di 14 anni fa, pubblicato da “Lancet”, in cui un gruppo di ricercatori inglesi sosteneva questa ipotesi. Successivamente la stessa “Lancet” ha  sottoposto la ricerca a una revisione e ritirato l’articolo, dichiarandolo infondato. Al di fuori di questo episodio non è mai emersa alcuna prova scientifica al riguardo. Non si capisce in base a quali documentazioni o parere di quali periti i giudici di Rimini abbiano preso una simile cantonata.

16) L’Oms, in occasione della settimana europea dell’Immunizzazione, ricorda che i vaccini salvano ogni anno 3 milioni di vite nel mondo (e molte di più ne salverebbero se i vaccini fossero resi disponibili per tutte le popolazioni); e sottolinea, in linea con i tempi, il grande vantaggio economico, perché ogni euro investito in vaccini ne fa risparmiare 24 in cure. Lamentando poi in generale che gli investimenti in prevenzione sono ormai scesi in Europa all’uno per cento della spesa sanitaria.

17) L’Oms rimprovera all’Italia: “Proprio voi italiani dovreste sapere meglio degli altri quanto costi non vaccinare. Uno degli studi migliori sull’argomento riguarda l’epidemia italiana di morbillo del 2002-2003, che a fronte di circa 20mila casi ha portato a un costo enorme di 22 milioni di euro”.

18) Grazie ai vaccini l’ultimo caso di poliomielite autoctona in Italia risale al 1983. Il vaiolo è scomparso dalla faccia della Terra. Nel frattempo sono migliorati i vaccini (quelli “sintetici” hanno sostituito i virus attenuati) e gli additivi impiegati.

19) Umberto Veronesi si dice favorevole alla proposta di rendere obbligatorie le vaccinazioni per i piccoli che frequentano la scuola dell’obbligo, “perché i genitori non possono e non debbono mettere a rischio la salute dei propri figli: è un dovere sociale. Se i genitori vengono meno a questo dovere è giusto che provveda lo Stato imponendo l’obbligo”.

20) Il mondo scientifico unanime ci spiega che è necessario tornare a vaccinare i bambini, dato che la percentuale dei vaccinati in Italia è scesa per la prima volta sotto la soglia del 95 per cento a causa della campagna contro la profilassi portata avanti da chi crede che le somministrazioni nel primo anno di vita provochi danni al bambino.

21) Richiedere i certificati di vaccinazione per l’ammissione alla scuola materna e poi a quella dell’obbligo non significa negare il diritto alla socializzazione e all’istruzione, ma stabilire una regola che protegge tutti i bambini. Ai genitori che si battono contro le vaccinazioni obbligatorie e che sostengono il loro diritto a non far vaccinare i figli, si deve ricordare che la loro opposizione è resa possibile proprio dal fatto che altri bambini sono stati immunizzati.

Questi 21 motivi (ma altri se ne potrebbero citare) sono in definitiva riassumibili in quello che potrebbe essere uno slogan: la scienza è il vero antidoto ad ogni dogma e deriva irrazionale e oscurantista.

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Valter Vecellio

Valter Vecellio

Nato a Tripoli di Libia, di cui ho vago ricordo e nessun rimpianto, da sempre ho voluto cercare storie e sono stato fortunato: da quarant'anni mi pagano per incontrare persone, ascoltarle, raccontare quello che vedo e imparo. Doppiamente fortunato: in Rai (sono vice-caporedattore Tg2) e sui giornali, ho sempre detto e scritto quello che volevo dire e scrivere. Di molte cose sono orgoglioso: l'amicizia con Leonardo Sciascia, l'esser radicale da quando avevo i calzoni corti e aver qualche merito nella conquista di molti diritti civili; di amare il cinema al punto da sorbirmi indigeribili "polpettoni"; delle mie collezioni di fumetti; di aver diretto il settimanale satirico Il Male e per questo esser finito in galera... Avrò scritto diecimila articoli, una decina di libri, un migliaio di servizi TV. Non ne rinnego nessuno e ancora non mi sono stancato. Ve l'ho detto: sono fortunato.

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