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May 25, 2018
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Armi e violenza: le passioni smodate dell’America

Il mito sacro del Secondo Emendamento e i legami con il mondo del cinema di Hollywood

Grace Russo BullarobyGrace Russo Bullaro
America’s Love Affair with Guns and Violence
Time: 5 mins read

Che l’America abbia combattuto una guerra sanguinosa per ottenere la libertà, e per distaccarsi dalla madrepatria–e che quindi sia nata da un atto di violenza– è da tempo risaputo; che a un certo punto della sua formazione storica l’autodifesa abbia ricoperto un ruolo fondamentale per la sopravvivenza sul territorio è altrettanto risaputo.  Ciò che stupisce è come l’istinto di sopravvivenza sia ancora vivo e fomenti il desiderio rampante di possedere armi legalmente o illegalmente. Se chiediamo ai sostenitori delle armi il perché ne abbiano bisogno, molto spesso rispondono di averle per difendersi da quelli che già le  posseggono.  La pecca di tale ragionamento, definito “l’inganno dell’autodifesa”, è sorprendente, e costituisce un chiaro esempio di ciclo vizioso: o come si suole dire, è un esempio del cane che si morde la coda.

Gli ultimi avvenimenti di cronaca e il numero delle sparatorie avvenute nelle scuole sono la penosa conferma che l’autodifesa sia una delusione, e quindi un inganno.  In questi ultimi giorni ce n’è stata un’altra, nella scuola superiore di Santa Fe, nei pressi di Houston in Texas, in cui nove studenti ed un insegnante sono stati uccisi e tanti altri feriti.  Riflettendo su quest’ultima sparatoria, possiamo dichiarare apertamente che le motivazioni del colpevole, un ragazzo di 17 anni, non erano di certo quelle dell’autodifesa.

L’attaccamento inviolabile al Secondo Emendamento è quasi totalmente basato sull’ignoranza riguardo al Bill of Rights e su una interpretazione faziosa e corrotta delle intenzioni e delle motivazioni dei Padri Fondatori, i quali erano sopravvissuti alla violenza oppressiva di “un potere straniero” di cui l’esercito britannico ne rappresentava lo strumento visibile e primario di sottomissione. L’unione e lo sforzo collettivo dei coloni  li portò a combattere contro l’esercito oppressore, li portò alla vittoria e quindi a liberarsi dalla tirannia.  Nel momento di concepire la Costituzione, Jefferson e i suoi colleghi erano perfettamente coscienti dei pericoli di dispotismo rappresentati dalla presenza permanente dell’esercito britannico sul territorio nazionale, e volevano evitare le occasioni in cui  ne avrebbero potuto avere bisogno. Ovviarono al problema con il Secondo Emendamento nel quale espressero l’intenzione di far diventare ciascun cittadino un soldato part-time per difendere la nazione, in mancanza di un esercito.  A riprova che il diritto di possedere armi  fosse stato concepito solo per difendere la nazione, i Padri Fondatori imposero numerose restrizioni sul porto d’armi e su chi potesse far parte della milizia, tali restrizioni rappresentarono i primi regolamenti di “controllo sulle armi”. Ѐ logico pensare che se lo scopo originale del Secondo Emendamento sia stato quello di creare un corpo militare difensivo provvisorio, nel momento in cui  si è formato un esercito nazionale permanente le motivazioni dell’Emendamento decadono.

Nel corso degli anni questa idea originale sembra essersi tramutata nella convinzione sbagliata che i Padri Fondatori approvassero lo sfrenato desiderio di arruolamento nelle forze dell’ordine militari e civili.  Tutto è cambiato ufficialmente con la causa legale del District of Columbia versus Heller presso la Corte Suprema, la cui sentenza ha regalato sublimemente ai sostenitori il diritto di ogni cittadino a possedere le armi.

Certo, sono molti i fattori che hanno influenzato la cultura delle armi in America e uno dei tanti che va menzionato è il concetto di “rugged individualism”, cioè l’idea di un auto-sufficienza estrema,  così ben stereotipato nel “selvaggio west”. Ad una oculata osservazione però, questo risulta comunque essere frainteso. In realtà c’era più controllo delle armi in Dodge City che  nella città di New York oggi. In molti si meraviglieranno di sapere che “Tombstone aveva leggi più rigide per portare le armi in pubblico nel 1880; oggi si possono portare armi senza licenza per le strade di Tombstone, nel 1880 questo non era permesso”.   Secondo Winkler,  professore alla UCLA,  “Gli abitanti avevano il permesso di possedere le armi, nel vecchio West, per difendersi nelle terre selvagge prive di leggi, dagli animali, dalle tribù autoctone ostili, e dai fuorilegge, ma prima di entrare in città le dovevano  lasciare a casa, se  erano residenti, o registrarle all’entrata, se erano solo visitatori”.

Un’altro fattore che ha plasmato la mentalità americana attuale relativa alle armi si può attribuire a Hollywood, la cui industria cinematografica, paradossalmente, è in gran parte responsabile della pubblicizzazione che rende affascinante la cultura delle armi.  In un sondaggio recente è emerso che su 150 DVD disponibili nei chioschi a noleggio, 26 riportano un’immagine  accattivante, in copertina, di un’arma da fuoco.    “James Bond, Dirty Harry, Wyatt Earp e Luke Skywalker ci ricordano ripetutamente che le armi sono ‘cool’, efficienti e….sicuramente sexy”. Il paradosso, evidentemente, viene dal fatto che Hollywood è il risaputo epicentro del liberalismo e del movimento che lotta per la legislazione sul controllo delle armi.

L’attore Charlton Heston rimane il famigerato simbolo del legame tra il potere dell’industria cinematografica di Hollywood, l’avidità del National Rifle Association, e il mito “sacro” nazionale del Secondo Emendamento. Quando Heston divenne il portavoce nazionale del NRA nel 1998, l’organizzazione era sull’orlo del collasso, ma grazie alla notorietà di Heston e a tutti i suoi ruoli di carattere eroico- religioso-Biblico — “chiamiamolo il fascino della storia e della mitologia”–la sua figura pubblica godeva di una pubblicità di mega dimensioni.  Divenne il portavoce più aggressivo e convincente che la NRA abbia mai avuto, e l’immagine di lui mentre esulta con un fucile in aria, durante una conferenza della NRA che si tenne esattamente una settimana dopo il massacro nella scuola superiore di Columbine, ha prodotto più risultati positivi per l’organizzazione moribonda di tutti i singoli eventi organizzati per lo stesso scopo, trasformando la NRA nel colosso che sappiamo oggi.  Con il fucile in aria Heston affermò che glielo avrebbero strappato dalle mani “solo da morto e stecchito”.

Il ruolo da leader di Heston costituì una svolta decisiva per l’organizzazione, tanto da farla diventare la lobby più potente di Washington e l’ostacolo principale per il controllo delle armi.  Purtroppo, oggi le sparatorie sono diventate all’ordine del giorno e quel che è peggio, hanno oltrepassato l’ultimo confine proibito, prendendo di mira i bambini, nel luogo che è stato sempre considerato inviolabile: la scuola.

La National Rifle Association sfrutta spudoratamente la venerazione erronea e disinformata del Secondo Emendamento per giustificare la loro celata avidità e per convincere i loro sostenitori che hanno il sacrosanto diritto di possedere qualsiasi tipo di arma da fuoco, anche quelli destinati alle guerre e ai campi di battaglia.

Nel prossimo articolo prenderò in esame il movimento d’opposizione che si sta battendo per riformare il diritto al possesso delle armi, ponendogli serie domande sulla loro efficacia d’azione.

 

Traduzione di Maria Fratianni-Santoro

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Grace Russo Bullaro

Grace Russo Bullaro

Grace Russo Bullaro holds a Ph.D. in Comparative Literature. After teaching for more than 25 years in the English Department at City University of New York (Lehman College) is now Emerita. Her academic interests include political, cultural and intellectual movements, specifically, the interface of politics and the arts. She has written many books and articles on subjects related to those areas.

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