Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
December 16, 2017
in
Primo Piano
December 16, 2017
0

Clima, anche il One Planet Summit fa flop: nuove parole, stesse delusioni

Voluta da Emmanuel Macron in Francia, la conferenza ha seguito la debacle della COP23: critiche da Greenpeace EU e Oxfam

C.Alessandro MauceribyC.Alessandro Mauceri
Clima, anche il One Planet Summit fa flop: nuove parole, stesse delusioni

Una foto della conferenza "One Planet Summit", tenutasi in Francia (Foto: cop23.unfccc.int)

Time: 7 mins read

Già prima che, in Francia, si spegnessero le luci sui siti dove si sono svolti i lavori del One Planet Summit, l’impressione di molti è che si sia trattato dell’ennesima delusione. Fortemente voluti dal presidente francese Emmanuel Macron gli incontri sono sembrati più un tentativo maldestro di riportare il dominio d’oltralpe ai livelli di qualche decennio fa (prima della guerra in Libia e prima dell’espansione della Cina) che altro. Un’idea del resto confermata dal viaggio in Africa dello stesso Macron poche settimane fa. Per il resto poco o niente di concreto.

Le prime a confermarlo sono state le associazioni ambientaliste sul piede di guerra dopo la debacle della COP23. Il direttore di Greenpeace EU, Jorgo Riss ha detto che “Macron ha organizzato un grande spettacolo, ma i leader politici riuniti fuori Parigi hanno poco da mostrare alla fine della conferenza. Sul cambiamento climatico l’Europa sta giocando ben al di sotto del suo potenziale e le parole vuote di Macron non faranno granché differenza. A Bruxelles, la Francia combatte molto più duramente  per la sua industria nucleare che per una transizione verso l’energia rinnovabile e resta ferma mentre Paesi come Spagna e Polonia cercano sussidi per le centrali a carbone. Se l’Europa vuole riguadagnare parte della sua credibilità sui cambiamenti climatici, i governi devono rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro e dovrebbero iniziare  a farlo innalzando gli obiettivi dell’Ue per il 2030 per ridurre i gas serra e aumentare la quota di energie rinnovabili”.

Difficile dargli torto: l’Action Plan for the Planet presentato dalla Commissione europea all’One Planet Summit appare insufficiente sotto molti aspetti e  le iniziative ispirate alle priorità politiche della Commissione che vorrebbero mettere ordine tra i numerosi tasselli della lotta ai cambiamenti climatici, agli investimenti nelle tecnologie industriali pulite, alla mobilità, fino alle iniziative per diffondere le rinnovabili nelle isole, prevedono azioni difficili da realizzare concretamente.

Nei giorni scorsi a parlare più di tutti è stato proprio il padrone di casa Macron che rivolto ai giovani invitati forse per riempire la sala, ha detto: “Lo dico qui, di fronte ai tanti giovani che sono presenti: stiamo perdendo la battaglia del clima”. Macron ha parlato di “battaglia” ma, a ben vedere, i paesi del mondo pare stiano perdendo non una sola battaglia ma la “guerra” per salvare il pianeta: scienziati e associazioni ambientaliste lo ripetono da anni. da quando i leader di tutto il mondo, al termine della COP21, a Parigi, firmarono un accordo ben sapendo che le azioni che prevedeva non sarebbe servite a risolvere i problemi.

Duro anche il giudizio del portavoce di Oxfam France, Alexandre Naulot: “E’ una grande delusione, ci aspettavamo un grande vertice dedicato alla questione dei finanziamenti per adattarsi al cambiamento climatico, riguardo all’adattamento delle popolazioni più povere colpite direttamente dal cambiamento climatico, i disastri come tifoni, siccità, inondazioni. E invece i finanziamenti non si sono visti”.

Eppure nei giorni scorsi pare che molti abbiano cercato di concentrare l’attenzione proprio sulla finanza. L’UE ha presentato un piano di investimenti (44 miliardi di euro), ma che non è rivolto ai paesi de l’Unione ma all’estero. Ai paesi europei è destinato il supporto agli investimenti urbani per le città. E poi iniziative per aiutare le isole a puntare sulle rinnovabili, che dovrebbero creare posti di lavoro e ridurre le emissioni di gas serra, e azioni di sostegno  per le regioni ad alta intensità di carbone. Visto poi che c’erano i giovani, la Commissione si è impiegata a offrire più progetti rivolti a loro. Nell’ambito del Piano Juncker, la BEI ha comunicato l’adozione di un nuovo strumento finanziario – Smart Finance for Smart Buildings Facility – volto a rendere i progetti di efficienza energetica per gli edifici più attraenti per gli investitori privati. La Commissione vorrebbe promuovere anche nuovi investimenti in materia di energia pulita, ricerca sul clima e innovazione.

Promesse anche dalla Banca Mondiale. Come le promesse di aiuti economici della Banca Mondiale (4,5 miliardi di dollari) e dal Global Covenant of Mayors insieme con le città del C40 Climate Leadership Group e ICLEI che hanno annunciato per bocca del sindaco di Seul, Park Won Soon una nuova campagna per aiutare le città ad implementare iniziative per consentire il raggiungimento degli obiettivi di Parigi (dimenticando però di dire che la stragrande maggioranza di queste città si trova in paesi in via di sviluppo, e quindi esclusi per il futuro più immediato dalle riduzioni di emissioni di sostanze inquinanti, e da grandi città degli USA che si sono chiamati fuori dalla COP21 di Parigi).

O promesse come quella di chiudere i rubinetti per le erogazioni di denaro a petrolio e gas. Ma non subito. Solo a partire dal 2019. E per allora molti avranno dimenticato le promessa e fatte. Come quella arrivata durante i lavori  del vertice One Planet della Banca Mondiale: dal 2019 non finanzierà più attività di esplorazione e produzione di greggio o gas. Tutte promesse alle quali non crede più nessuno. L’amministratrice delegata della European Climate Foundation, Laurence Tubiana, ha detto: “La finanza non si muoverà da sola per miracolo. Certo, esiste una sorta di movimento grazie al quale tutti tendono ad andare nella stessa direzione, è quel che accade nel mercato finanziario, è il motivo per cui ci sono sempre più investimenti nell’economia verde, più aziende e persone che tolgono i propri investimenti dai carburanti fossili. E anche solo l’idea ha un effetto positivo”.

Discorsi quelli dei delegati pieni di promesse e belle parole ma che poi, nella realtà, cozzano tremendamente con quanto accade sotto gli occhi di tutti. Anche le promesse di Macron hanno fatto la stessa fine: ha presentato un piano di investimenti da 25 miliardi nell’energia solare, per sostituire in 18 anni la metà della produzione atomica francese (cioè la metà della produzione di elettricità, finora non è stato capace di rispettare gli impegni già presi. A questa promessa Sarah Fayolle, attivista climatica di Greenpeace France, ha risposto dicendo: “Emmanuel Macron afferma di voler celebrare il biennio dell’Accordo di Parigi. Ma non è il momento di festeggiare: il suo governo non è nemmeno in grado di rispettare la legge francese sulla transizione energetica. Se la Francia vuole davvero svolgere un ruolo di primo piano nello sviluppo delle energie rinnovabili a livello nazionale, europeo e internazionale, deve porre fine al suo sostegno all’energia nucleare e chiudere i suoi reattori. L’energia nucleare è ora rinnovabile in tutto il mondo più costosa della maggior parte delle fonti di energia. Salvare il clima richiede le soluzioni più efficaci. Il nucleare non ne fa parte. Ciò di cui abbiamo bisogno è un’azione concreta, non operazioni di comunicazione”.

Come ha sottolineato Eelv “Il Climate Finance Day ha mostrato l’interesse comunicativo delle imprese per l’ecologia… ma la realtà rimane il loro  vero interesse per la finanza. Se la Francia non sopprime le sovvenzioni, dirette o indirette, e i suoi investimenti, attraverso le agenzie nelle quali lo Stato detiene delle quote, all’industria delle energie fossili, tutto questo resterà una semplice operazione di comunicazione”.

Armelle Le Comte, responsabile clima ed energia di Oxfam France, ha sottolineato: “Noi ci aspettavamo dalla Francia che raddoppiasse i suoi finanziamenti per l’adattamento al cambiamento climatico per raggiungere i  2,4 miliardi di euro all’anno entro il  2022. Non nascondiamo il nostro sconcerto di fronte a un annuncio insufficiente che non prende sul serio gli impatti crescenti del cambiamento climatico sulle popolazioni più povere. Questo annuncio non cambia radicalmente la tendenza: nel 2020, la Francia dedicherà appena un terzo dei suoi finanziamenti climatici all’adattamento, mentre anche l’Accordo di Parigi punta a un equilibrio tra riduzione delle emissioni e adattamento”.

Sono sembrate fuori luogo (dopo quello che è avvenuto alla COP23 con gli USA che sostenevano i combustibili fossili) le promesse dell’OECD che rivolta ai governi ha parlato di “politiche e incentivi adeguati” volti a “innescare una crescita che riduca significativamente i rischi connessi con i cambiamenti climatici”. Parole che stonano con gli aiuti concessi e ancora proposti da molti paesi europei a favore delle aziende energetiche che utilizzano carbone o, come nell’ultima Legge di Stabilità proposta dal governo italiano, alla riduzione del carico fiscale per le piattaforme petrolifere.

L’unico a parlare senza peli sulla lingua è stato il presidente della Bolivia, Evo Morales, che ha affrontato il problema non dal punto di vista delle imprese, o dei paesi che in via di sviluppo che per crescere a ritmi “industriali” inquinano in modo inverosimile, ma da quello dei paesi che lottano contro gli effetti peggiori del riscaldamento globale: “Il sistema economico attuale non è in armonia con lo sviluppo sostenibile e con le risorse che ci mette a disposizione Madre Terra”, ha detto Morales. “I paesi del sud del mondo sono ancora sfruttati come fossero colonie, senza una compensazione giusta e sono le prime vittime dei cambiamenti climatici”. Secondo Morales “Non si può delegare al capitalismo, che è la causa del riscaldamento globale, e ai privati il compito di trovare la soluzione per salvare la Terra. È come se dessimo alla volpe la responsabilità di proteggere il gregge”. Parole destinate a sostenere due proposte: la creazione di un tribunale di giustizia sul clima vincolante e quella di dar vita a un nuovo ordine economico mondiale fondato sulla solidarietà. Belle parole le sue ma che molto difficilmente diventeranno realtà.
Almeno dopo aver ascoltato il discorso del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che non è andato oltre alcune dichiarazioni di rito che non cambiano la realtà delle cose: “Quello che si sta verificando è esattamente ciò che la scienza ha predetto – ha dichiarato nel suo intervento – e i progressi tecnologici hanno svelato le bugie che affermavano che combattere i cambiamenti climatici rappresentava una minaccia all’economia”. Frasi di rito e slogan freschi per i media di tutto il mondo come quello lanciato da Guterres: “il green business è good business” che ha aggiunto “Coloro che non scommettono nell’economia verde vivranno in un futuro grigio” (un altro slogan da sventolare sui titoli dei giornali online)

L’One Planet Summit ha preceduto di pochi giorni il meeting dei ministri dell’energia dell’Ue, previsto per il 18 dicembre, nel quale si discuterà del futuro della politica energetica europea e, in particolare, di un nuovo pacchetto politico dell’Ue che comprende energie rinnovabili, efficienza energetica e obiettivi climatici per il 2030. Ma viste le premesse sono sempre meno quelli che credono ormai nelle promesse fatte durante questi incontri.

Share on FacebookShare on Twitter
C.Alessandro Mauceri

C.Alessandro Mauceri

Sono nato a Palermo, città al centro del Mediterraneo, e la cultura mediterranea è da sempre parte di me. Amo viaggiare, esplorare la natura e capire il punto di vista della gente e il loro modus vivendi (anche quando è diverso dal mio). Quello che vedo, mi piace raccontarlo con la macchina fotografica o con la penna. Per questo scrivo, da sempre: lo facevo da ragazzino (i miei primi “articoli” risalgono a quando ero ancora scolaro e dei giornalisti de L’Ora mi chiesero di raccontare qualcosa). Che si tratti di un libro, uno studio di settore o un articolo, raramente mi limito a riportare una notizia: preferisco scavare a fondo e cercare, supportato da numeri e fatti, quello che c’è dietro. Poi, raccontarlo.

DELLO STESSO AUTORE

Tornano gli sfollati, ma a quanto pare riconoscere quelli dell’Ucraina conviene

Tornano gli sfollati, ma a quanto pare riconoscere quelli dell’Ucraina conviene

byC.Alessandro Mauceri
Sahel, Libia e Tunisia: dove dovrebbe essere puntato lo sguardo strategico dell’Italia

Sahel, Libia e Tunisia: dove dovrebbe essere puntato lo sguardo strategico dell’Italia

byC.Alessandro Mauceri

A PROPOSITO DI...

Tags: ambienteCambiamento climaticoClimate ChangeCOP23Emmanuel MacronFranciaone planet summit
Previous Post

“La Raccolta Olive”: A City Girl Gets Her Day in the Fields

Next Post

The Italian Aurora Is on the Hudson

DELLO STESSO AUTORE

Cop26 chiude in ritardo: sul clima i governi sono ancora credibili? Il tempo lo dirà

Cop26 chiude in ritardo: sul clima i governi sono ancora credibili? Il tempo lo dirà

byC.Alessandro Mauceri
Cop26 come nei film: -1 sull’orologio dell’apocalisse, via al vertice sul clima

Cop26 come nei film: -1 sull’orologio dell’apocalisse, via al vertice sul clima

byC.Alessandro Mauceri

Latest News

I 60 anni dell’ICTP di Trieste all’ONU con il Nobel Haldane per la scienza sostenibile

I 60 anni dell’ICTP di Trieste all’ONU con il Nobel Haldane per la scienza sostenibile

byStefano Vaccara
Il sindaco di Newark, New Jersey arrestato a un centro di detenzione dell’ICE

Il sindaco di Newark, New Jersey arrestato a un centro di detenzione dell’ICE

byDavid Mazzucchi

New York

Justice Dept. Probes NY AG Letitia James Over Mortgage Deal

byPaolo Cordova
La procuratrice James pronta a richiedere il sequestro dei beni di Donald Trump

Letitia James nel mirino del Dipartimento di Giustizia per abusi immobiliari

byPaolo Cordova

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
The Italian Aurora Is on the Hudson

The Italian Aurora Is on the Hudson

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?