Happy thanksgiving a tutte le lettrici e lettori de La Voce di New York. Quest’anno questa festa americana, vissuta da cittadini italiani e americani a New York, si vive con uno stato d’animo particolare, di cupa apprensione. C’è poco da ringraziare la democrazia americana per quello che ci ha dato – e per come lo ha fatto – l’8 novembre. Donald Trump resta per noi l’incognita più imprevedibile e più pericolosa per la democrazia americana dai tempi del secondo mandato di Richard Nixon. Speriamo quindi di poter ringraziare in futuro la storica solidità della Costituzione USA, che confidiamo possa continuare a dare al suo Quarto Potere protetto dal First Amendment tutta la forza necessaria per fronteggiare gli estremismi annunciati del trumpismo qualora dovessero arrivare.
Noi, col nostro giornale degli e per gli italiani nel mondo, compiremo il nostro dovere. Perché se ci sbagliassimo e Trump alla fine risultasse essere solo un falso allarme, se decidesse di non rappresentare coloro che vorrebbero far avanzare gli Stati Uniti verso forme autoritarie di governo, un vero e proprio fascismo del XXI secolo, saremo contentissimi di aver sbagliato. Lo ammetteremmo ed esulteremo per questo nostro errore. Ma nel dubbio, il nostro dovere resta di gridare Allarmi! Allarmi! insieme a tutti gli altri mezzi di informazione che questa grande democrazia coltiva e protegge ogni giorno. E sperare che il Congresso, la Corte Suprema ma anche il Presidente Barack Obama almeno ancora per due mesi, restino tutti in allarme come noi.
Trump ripete spesso, come un disco rotto, la parola “tremendous”. “I have tremendous respect for…” e così via. Noi, da italiani, in quella parola tanto cara al presidente eletto (con oltre due milioni di voti in meno di Hillary Clinton!), ci vediamo solo il suo significato d’origine e quindi gli replichiamo: Mr. Trump, noi abbiamo una tremenda paura di quello che lei rappresenta. Non molleremo la presa su quello che lei dice e quindi crediamo lei creda, e speriamo di essere smentiti presto da lei stesso per quello che temiamo. Ma le sue parole non basteranno mai a farci smettere di diffidare di lei, saranno le sue azioni a contare e pesare nel giudizio finale. Quindi, lo ripetiamo, per ora in questo giorno di ringraziamento, non ci resta che continuare ad aver fiducia nel potere del First Amendment e nella protezione che la Costituzione degli Stati Uniti garantisce in difesa della libertà e democrazia.
Concludiamo con un messaggio a tutti gli italiani, compresi quelli come noi all’estero che speriamo stiano già votando e voteranno il 4 dicembre per le sorti della Costituzione repubblicana con un senso di profonda riconoscenza per la grandezza della democrazia. Perché averla, la democrazia e quindi la libertà, oggi non è scontato per nessuno. Oggi, più di prima, la democrazia resta un vero e proprio miracolo da preservare, curare e sì, ringraziare ogni giorno che c’è.
Happy Thanksgiving a tutti e viva la nostra libertà.