Il direttore Alberto Barbera l’ha detto a più riprese: la Mostra del cinema di Venezia è in netta ripresa e ha tutt’altro che smarrito il proprio appeal internazionale. Il programma di quest’anno rifletterebbe semplicemente un “cambio di paradigma” nel panorama internazionale degli autori, un flusso di ricambio che vede mutare progressivamente i grandi nomi in grado di accendere i festival più importanti. Gli crediamo, anche se molto più probabilmente la realtà è che la Mostra si è dovuta reinventare in questi anni e sotto la gestione Barbera l’ha saputo fare benissimo. Chiusa tra colossi come Toronto e New York, con risorse economiche evidentemente molto diverse rispetto al passato, la kermesse del Lido si è tolta progressivamente un po’ di lustrini e orpelli e si è configurata nelle ultime edizioni come un palcoscenico in cui la qualità, l’impegno e la sperimentazione finiscono sotto un riflettore privilegiato. L’edizione di quest’anno, in particolare, fittissima di autori per i cinéphiles duri e puri.
Opening Night
Quest’anno si parte con Everest di Baltasar Kormákur, regista islandese che nel 2000, al suo esordio, aveva sbancato i festival con il divertente 101 Reykjavik e il cui The Deep, nel 2012, è stato anche candidato all’Oscar come miglior film straniero. Cast all star (Josh Brolin, Jake Gyllenhaal, Keira Knightley, Emily Watson, Jason Clarke, Sam Worthington e molti altri ancora) e spettacolo ad alta quota, ma certamente sulla carta una opening night meno forte delle ultime due edizioni, con i pluripremiati Gravity e Birdman. Toronto ha il suo colosso, The Martian, di Ridley Scott, New York ospiterà il nuovo Zemeckis e Steve Jobs di Danny Boyle, mentre alle lusinghe Veneziane non ha ceduto Crimson Peak di Guillermo Del Toro, la linea della Legendary Pictures, che vuole i suoi film tendenzialmente ben lontani dai festival.
La cerimonia inaugurale è prevista per il 2 settembre alle 19:00 e sarà condotta dalla madrina del festival, la modella Elisa Sednaoui.
La selezione ufficiale

Il direttore Alberto Barbera
In fatto di cinema d’autore, invece, c’è davvero di tutto e di più. Il programma di Toronto aveva fatto temere il peggio, annunciando in serie Anomalisa di Charlie Kaufman, The Danish Girl, Black Mass, Spotlight e Beasts of No Nation. Bene, tutti questi titoli passeranno invece prima per Venezia, in anteprima mondiale, per poi approdare in Canada per l’anteprima nordamericana. Un grande colpo, cui si aggiungono Sokurov con Francofonia, Egoyan con Remember, Amos Gitai con il politico Rabin-The Last Day, Skolimowski con 11 Minut, Tsai Ming-liang con Afternoon e il monumentale documentario (190 minuti) di Frederick Wiseman, In Jackson Heights, finanziato con Kickstarter. Tanta, troppa grazia, a ribadire la linea “alta” e raffinata cha ha caratterizzato in questi quattro anni la direzione Barbera.
Avanti in piena coerenza anche la rotta rispetto alla compagine italiana. In concorso quattro film, non scontati: Guadagnino con A Bigger Splash e il vampiresco Bellocchio con Sangue del mio sangue erano quasi annunciati, e ad essi si aggiungono a sorpresa l’esordiente Piero Messina con L’attesa e Giusseppe Gaudino con L’amor Vostro.
Al di là del concorso principale, nelle altre sezioni non c’è una rappresentanza italica eccessiva, segno che intelligentemente i selezionatori continuano a premiare la qualità, non considerando la provenienza geografica un requisito sufficiente per accedere alla selezione.
Nella "Settimana della critica" troviamo Banat di Adriano Valerio, un’originale storia di immigrazione, e Bagnoli Jungle di Antonio Capuano, che sarà l’evento di chiusura.
A "Venice Days – Giornate degli Autori" ci saranno Ascanio Celestini con Viva la Sposa, Carlo Lavagna presenterà Arianna, mentre Vincenzo Marra presenterà La prima luce con Riccardo Scamarcio, Daniela Ramirez e Gianni Pezzolla.
Due i film italiani anche in "Orizzonti": Pecore in Erba di Alberto Caviglia, con Davide Giordano e Anna Sferruzzoi, e Italian Gangsters di Renato di Maria, uno spettacolare docu-fiction sui principali criminali della storia italiana.
La giuria
A presiedere la giuria quest’anno ci sarà Alfonso Cuaron, che a Venezia due anni fa ha presentato lo splendido Gravity che gli ha fruttato un Oscar come miglior regista. Assieme a Cuaron assegneranno i premi Emmanuel Carrère, scrittore e sceneggiatore (Limonov e Il regno), il regista turco Nuri Bilge Ceylan, Palma d’Oro a Cannes nel 2014 con Winter Sleep, il regista polacco Pawel Pawlikowski, autore di Ida, premio Oscar per il miglior film straniero 2015, il regista italiano Francesco Munzi, che l’anno scorso ha presentato al Lido Anime Nere, che gli ha portato 9 David di Donatello, il regista taiwanese Hou Hsiao-hsien, che ha incantato Cannes con lo splendido The Assassin, la regista e sceneggiatrice britannica Lynne Ramsay e l’attrice e regista statunitense Elizabeth Banks.
Presiede la giuria di "Orizzonti" nientemeno che Jonathan Demme, che coordinerà Alix Delaporte, Paz Vega, Fruit Chan, Anita Caprioli e Saverio Costanzo (autore di Hungry Hearts in concorso l’anno scorso a Venezia).
Come l'anno scorso, anche quest'anno seguiremo per voi la mostra con aggiornamenti quotidiani. State con noi per respirare un po’ della magica atmosfera che si respira a Lido di Venezia.