Gli Stati Generali delle Donne crescono ed iniziano a percorrere l'Italia attraverso giornate di confronto ed interazione nei capoluoghi di regione. Si sono di recente riuniti a Roma, nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio, alla presenza delle rappresentanti delle Regioni, della Consigliera del governo Giovanna Martelli e della vice presidente del Senato Valeria Fedeli, da sempre impegnata nelle politiche di genere. Il percorso, iniziato lo scorso 5 dicembre 2014, a Roma, nella prestigiosa sede del Parlamento Europeo, mette al centro della riflessione comune i temi della condizione femminile, dell'ambito del lavoro, all'impegno istituzionale per arrivare ad attuare corrette politiche dirette al contrasto del femminicidio in Italia. Il traguardo è di realizzare un documento comune in vista della Conferenza mondiale delle donne che si svolgerà dal 26 al 28 settembre all’Expo di Milano, a venti anni esatti dalla piattaforma di Pechino.
L’onorevole Giovanna Martelli, Consigliera del Presidente del Consiglio in materia di pari opportunità, ha commentato così il lavoro degli Stati Generali delle donne, che vedono in prima linea proprio il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Noi abbiamo colto l’occasione come Dipartimento per le Pari Opportunità, degli Stati Generali delle donne per riaffermare il nostro ruolo all’interno di questo percorso, che è un percorso significativo, sia dal punti di vista dei contenuti che dal punto di vista dei simboli. Il 2015 anno significativo per l’Expo di Milano ma anche per i vent’anni dalla piattaforma di Pechino. Quindi per noi, gli Stati Generali delle donne rappresentano un luogo privilegiato per la definizione di priorità e la condivisione di argomenti che vanno nella logica del protagonismo femminile nella vita pubblica”.
Martelli, di rientro dall'appuntamento all'ONU del mese scorso, dove rappresentava il Parlamento italiano con la "Gender politics", afferma che "il contrasto alla violenza contro le donne si ottiene “facendo uscire la donna dalla segregazione” anche attraverso l’inserimento nel mondo del lavoro.
Vent’anni fa il vertice ONU sulle donne di Pechino fu uno spartiacque su cui si è costruito un cammino importante, ma ancora, anche da noi in Italia, questo cammino non è compiuto. La donna deve uscire dalla segregazione attraverso l’empowerment sociale ed economico, grazie a nuovi modelli di sviluppo. Questo è il presupposto anche per una efficace lotta alla violenza contro le donne".
La settimana newyorkese dedicata alle donne presso il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, quest’anno ha avuto una doppia valenza, quella di coniugare il ventennale della piattaforma in cui per la prima volta i diritti delle donne vennero considerati diritti umani e preparare l’Assemblea Generale di settembre da cui riceveranno il via gli obiettivi del nuovo sviluppo sostenibile post 2015. L’Italia è stata presente in tutte le principali riunioni multilaterali, giocando in alcuni casi, e su specifiche tematiche, un ruolo da protagonista. “Abbiamo scelto una ventina di Paesi per vicinanza culturale e geografica, nell’area mediterranea e in America Latina", aggiunge la Consigliera Martelli. "Sono stati gettati i semi di iniziative comuni con Perù, Panama, Brasile, Paraguay e Colombia. Anche con l’Egitto abbiamo immaginato di costruire relazioni significative dirette alla formazione professionale per le giovani generazioni in cui il Made in Italy abbia un ruolo, ed il coinvolgimento della comunità egiziana in Italia su progetti di valorizzazione e confronto delle diverse identità compresa quella religiosa”.
Made in Italy, tema caro anche alla senatrice Fedeli, impegnata anche a livello sindacale sulla valorizzazione dei nostri prodotti e della nostra grande qualità. Una battaglia che ancora porta avanti proprio come cavallo di battaglia essendo la nostra forza in Europa: "Siamo vicini a profondi cambiamenti, ed è il momento di incidere sulla nuova fase partendo da chi siamo e da quello che sappiamo fare. Ma l'Italia non può immaginare di isolarsi. Dobbiamo avere il coraggio di lanciare davvero un dibattito sugli Stati Uniti d’Europa" così si è espressa la senatrice Fedeli, che poi ha continuato: "Legalità, etica, innovazione, ricerca, sostenibilità, paesaggio, bellezza, comunità, coesione: sono parole d’ordine che ispirano una visione di futuro legata al rilancio del 'Sistema paese', ai nostri talenti, alla qualità che è e deve essere il nostro principale biglietto da visita.
È una traccia ambiziosa e positiva di lavoro. Ma dobbiamo osare ancora di più. Dobbiamo avere il coraggio di lanciare davvero un dibattito sugli Stati Uniti d’Europa. Stati Uniti d’Europa per sentirci cittadine e cittadini di una comunità di stati che persegue uguaglianza, condivide valori e diritti, doveri e responsabilità , fa politiche più egualitarie del benessere, per definire standard comunitari di welfare, protezione sociale e politiche attive del lavoro che rendano vivi quei valori universali – diritti umani e libertà fondamentali – scelti a Lisbona come la nostra profonda identità. Stati uniti d’Europa per rilanciare la competitività dell’industria e la qualità della manifattura europea, con investimenti per il lavoro e infrastrutturali, politiche di coesione e scelte energetiche".
"Le donne in Italia e in Europa – afferma ancora Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato – lottano duramente per avere rispetto e pari opportunità, ma il loro lavoro dà un contributo importante al processo di miglioramento economico, etico e democratico. Nel nostro Paese le cose sono migliorate nel tempo, ma c'è ancora molto da fare". Fedeli sta lavorando per poter avere Hillary Clinton all'evento del 10 Luglio: "Women for Expo 2015" a Milano, proprio in virtù del fatto che la stessa era presente a Pechino nel '95. Sarebbe un momento di alto confronto con oltre 29 Paese, tra cui il nostro.
Il Global Gender Gap Report del World Economic Forum ha evidenziato come sia necessario rafforzare le politiche di riduzione del divario tra i generi in Italia perché «Le donne rappresentano la metà del potenziale talento di base di un paese». La competitività di una nazione, a lungo termine, dipende in modo significativo da come la nazione educa e utilizza le sue donne. Lo si sta sta urlando da più parti ed anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, aprendo i lavori della 59 Commissione sulla Condizione della Donna, aveva richiamato lo scroso mese l’attenzione su questo punto: non si tratta più solo di guardare con favore alle “singole donne” che accedono a posizioni apicali e di successo o di garantire protezione alle donne vulnerabili, ma di costruire il percorso “collettivo” affinché tutte le donne possano accedere all’interno di una società che sempre più investa nelle “capacita’”di tutti, uomini e donne.
"La violazione dei diritti delle donne si iscrive a pieno diritto all’interno della violazione dei diritti umani" ribadisce la stessa Martelli la quale, essendo assente dall'Italia, proprio in corrispondenza dell'appuntamento fiorentino, ha inviato una lettera di auguri e sostegno agli Stati Generali delle Donne che, nati come rete di moltissime realtà presenti nel Paese, stanno avviando iniziative e tavoli di confronto con le Istituzioni, proprio per quel fine comune di cui si è parlato tanto nell'appuntamento americano. "Da anni, l’Italia è schierata in prima linea per prevenire e combattere questo fenomeno. Il Governo italiano ha messo in atto numerose iniziative di prevenzione e lotta a tutte le forme di violenza nei confronti delle donne e delle bambine a livello nazionale e internazionale". Così nella lettera Martelli: "Perché soltanto attraverso l’eradicazione di questo fenomeno a livello globale, sarà possibile tracciare la strada per la creazione di un ambiente realmente favorevole all’empowerment sociale, economico e politico delle donne. Da qui occorre e dobbiamo avviare il percorso: – a livello internazionale, affinché tutti i Paesi adeguino i propri ordinamenti agli standard internazionali e, conseguentemente, le loro politiche ai principi del rispetto della persona umana dotandosi o rafforzando apparati sanzionatori e repressivi rispetto alla violazione dei diritti individuali; a livello nazionale, rilanciare il tema del lavoro delle donne. L’investimento nel lavoro delle donne, oltre che una misura di giustizia sociale, ha carattere anti-ciclico capace di rimettere in moto l’economia dopo anni di crisi: più donne lavorano, più aumenta la natalità, più aumentano servizi e consumi".
Sono nati per questa "Mission" gli Stati Generali delle Donne, per avviare un confronto spontaneo ed aperto, trasversale e non politico, attraverso un percorso che partendo dall'iniziativa romana preveda attraverso altri incontri uno scambio di best practices e di abstract su differenti temi con raccolta e pubblicazione on line, per dare spazio alla componente femminile, valorizzarla e darle voce. Isa Maggi afferma ancora: "A Roma abbiamo presentato già dati importanti, frutto di un lungo lavoro di due anni condotto nei territori italiani con due rilevanti iniziative rispettivamente intitolate ‘Donne che resistono’ e ‘Donne che ce l'hanno fatta’, oltre ad aver evidenziato dati di esperienze europee, nazionali, regionali e locali a confronto, di rilevante interesse sociale, culturale ed economico”.
Le date già effettuate: Roma, Firenze, Genova ed altre, stanno iniziando a dare i loro frutti, i documenti sono pronti per essere recapitati nelle opportune sedi in modo da poter avere un ascolto e poter collaborare con il Dipartimento."Entro l’estate avremo completato il lavoro nelle Regioni" dice Isa Maggi, ideatrice del percorso ed organizzatrice dell'evento nonché rappresentante del network Sportello Donna e BicNet Italia, che ha messo in piedi questo grande percorso, coadiuvata da moltissime donne appartenenti a varie Associazioni, spiegando che “nella crisi le donne creano lavoro e combattono in modo positivo. Nascono per questo gli Stati Generali delle donne: non per cercare ruoli o poltrone ma per dare spazio alla componente femminile, valorizzarla e darle voce”.
Consideratele un + al Pil e non un peso, è proprio nel periodo di crisi che le donne possono dare il loro contributo per rialzare il destino della nostra Italia, attraverso la sinergia, le idee e la proposta. Unirsi in un percorso comune per offrire soluzioni e presentare progetti utili, alcuni già avviati altri da sviluppare assieme, questo è lo scopo di queste giornate- questo è quanto è emerso a gran voce durante tutti gli interventi che hanno toccato moltissime tematiche con quell'agire concreto a supporto, per così dire, delle politiche di genere.
Martelli rassicura anche in merito ad alcune sollecitazioni dirette ad evidenziare la carenza di un Ministero alle pari opportunità osservando che l’Italia assegna un valore prioritario alla parità di genere, ed è per questa ragione che il premier Matteo Renzi ha scelto di tenere per sé la competenza del portafoglio delle pari opportunità. “Non è necessario il dicastero, a volte bisogna essere contemporanei rispetto alle soluzioni che si adottano, e in questo momento la contemporaneità richiede un’azione politica trasversale”.