Ad una persona mediamente ragionevole verrebbe da credere che, a questo punto, dopo il clamore di quanto accaduto con gli incidenti di Ferguson, Staten Island con il loro seguito di polemiche, manifestazioni e dibattiti sullo stato delle relazioni razziali negli Stati Uniti, ogni incontro tra un poliziotto e un afro-americano avvenga ormai all'insegna della più estrema cautela, sia da una parte che dell'altra. Invece, come dimostrato dall'ultimo, tragico episodio verificatosi a North Charleston nella Carolina del Sud, siamo ancora incredibilmente lontani da una situazione di questo genere.
L'ultimo capitolo di questa saga si é verificato all'inizio di questa settimana quando Michael Slager, un agente di polizia di North Charleston, ha sparato per ben otto volte contro Walter Scott, un cinquantenne afro-americano che, per ragioni non ancora del tutto chiare, ha tentato un'improbabile fuga dopo una breve scaramuccia con lo stesso agente seguita ad un fermo in auto per un fanale difettoso.
A rendere ancora più incomprensibile l'episodio, contribuisce il fatto che lo stesso agente, con i suoi trentatre anni di età ed un passato nella Guardia Costiera, non risulta essere un novellino inesperto e anzi, dovrebbe avere ben chiari i protocolli che regolano gli episodi in cui le forze dell'ordine sono autorizzate a ricorrere alle armi da fuoco.
Come accade sempre più spesso inoltre, anche questo incidente, come quello avvenuto a Staten Island e che é costato la vita ad Eric Garner, é stato filmato da un passante e non lascia alcun dubbio sulle circostanze dell'accaduto. Proprio sulla base delle immagini catturate dal passante, il sindaco di North Charleston non sembra aver avuto alcun dubbio sull'illegittimità del comportamento dall'agente e ha dichiarato senza mezzi termini alla stampa che Michael Slager sarebbe stato licenziato ed incriminato per omicidio.
Naturalmente, a dispetto della prontezza e della chiarezza della posizione assunta dal sindaco e dell'autorità comunale, che in America detiene il controllo delle forze di polizia, in molti, soprattutto tra i membri della famiglia di Walter Scott, si sono chiesti che cosa sarebbe accaduto se quel passante non avesse filmato l'accaduto. E' una domanda comprensibile che, a sua volta, induce a chiedersi quanti afro-americani siano stati e continuino ad essere fermati e sottoposti a molestie, multati o sbattuti in galera per motivi futili o del tutto inesistenti.
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Senza nulla togliere alcun merito al suo operato, subito dopo l'incidente e dopo aver visionato le immagini dell'accaduto, il sindaco della cittadina ha proceduto all'incriminazione di Slager, forse mosso da un senso di giustizia o forse in un frettoloso tentativo di evitare una replica degli incidenti e delle distruzioni verificatesi a Ferguson dopo l'uccisione di Michael Brown.
Ma se pure così fosse, una cosa é certa: le imponenti manifestazioni di piazza seguite alle morti di Michael Brown in Missouri e di Eric Garner a Staten Island, hanno avuto certamente l'effetto di muovere l'ago nella bilancia della percezione dell'opinione pubblica nei confronti di questi episodi. Checché ne dicano le forze di polizia di New York, la Benevolent Association e il suo capo Patrick Lynch, le imponenti manifestazioni di protesta nei confronti della polizia e di solidarietà nei confronti di Eric Garner avvenute a New York e persino gli atti di protesta più violenta verificatisi a Ferguson dopo la morte di Michael Brown, hanno avuto l'effetto di puntare i riflettori dell'opinione pubblica su un problema secolare: quello degli abusi e della disparità nel trattamento dei cittadini di colore da parte delle forze di polizia del paese.
Questo grazie al fatto che i tumulti sociali, per quanto caotici, distruttivi e dolorosi che siano, costituiscono purtroppo ancora uno dei metodi più efficaci per cambiare, seppure in maniera lenta e graduale, il flusso della storia.