A Vicenza il movimento neofascista Forza Nuova ha organizzato un presidio e volantinaggio notturno in due quartieri afflitti da frequenti furti e aggressioni. A quanto riferiscono i giornali locali il gruppo – una trentina di militanti – ha ricevuto “l’apprezzamento dei residenti incontrati, che in molti casi hanno manifestato la propria paura e preoccupazione nell’uscire in strada in orario serale”.
Immediata la reazione della sinistra: si è parlato di vigilantes, di spedizioni punitive, di razzismo e xenofobia. Grave errore, a ennesima dimostrazione di una diffusa incomprensione o indifferenza per i problemi reali della gente, come se il fatto che siano problemi quotidiani e non gravissimi renda trascurabili le angosce e il risentimento che provocano. Possibile che nessuno mai si rilegga Machiavelli? Che spiega come ciò che risulti intollerabile agli uomini non siano le gravi offese, quelle che li piegano o annientano (e che piacciono tanto ai media di oggi: le “breaking news”), bensì i fastidi continui, che si ripetono “ogni dì”. La sinistra radicale sembra credere che contino solo i grandi princìpi e le emergenze: no, è la vita ordinaria, e lasciarla gestire o alla televisione o ai fascisti è assurdo.
Per non dire del fatto che a insinuare l’associazione mentale “ordine pubblico = razzismo” si finisce col promuove il razzismo con molta più efficacia di quanto riuscirebbero a fare Forza Nuova e qualsiasi partito fascista o integralista. Una cosa è infatti criticare gli abusi polizieschi e le discriminazioni nei confronti di immigrati o minoranze, e una cosa completamente diversa dare l’impressione (o addirittura sostenere) che occorra rassegnarsi al degrado sociale e all’illegalità diffusa come a un male minore. Forza Nuova va attaccata per le sue posizioni apertamente maschiliste, omofobiche e contrarie all’aborto, per il suo progetto di sostituire i sindacati con mussoliniane corporazioni dei lavoratori, per la demenziale politica di crescita demografica come base della “rinascita nazionale”. Ci sono tanti motivi per ostacolarne con decisione l’azione politica. Ma se fa della propaganda furba (“passeggiate per la sicurezza”), affrontando questioni concrete, non può essere liquidata con superficialità e con slogan controproducenti: sarebbe come affermare che l’eutanasia e l’ecologia sono mostruosità perché praticate dal Terzo Reich.
C’è un altro punto importante. A Forza Nuova si iscrive chi abbia bisogno di sentirsi superiore agli altri: chi ha nostalgia di un tempo in cui un maschio bianco, anche se stupido e negligente, aveva sotto di sé altre categorie. Questo facile senso di supremazia li qualifica come fascisti e chiude la possibilità di dialogo con essi: ma se la destra sociale si riducesse a ciò sarebbe insignificante, soprattutto oggi, in un mondo, quello del neocapitalismo, che già legittima e premia gli arrivisti e i presuntuosi – un mondo in cui agli stronzi, in sostanza, non serve fare i fascisti.
Occorre invece chiedersi se la destra non stia riempiendo un reale vuoto di comunità, provocato (se non intenzionalmente creato) dal liberismo per costruire una società di individui isolati, in perenne competizione fra loro per il successo e uniformati solo da consumi indotti dalla pubblicità. Non so se sarebbe meglio se quei vicentini delle ronde notturne se ne fregassero della loro città e, come tantissimi altri, si chiudessero in casa a giocare a un videogame di solito violento, guardare video pornografici o scrivere commenti idioti su facebook.
Il fatto che molti giovani indirizzino male la loro rabbia e sviluppino ideologie di sopraffazione deriva anche dall'assenza di alternative. Forza Nuova si definisce "nazional-popolare", che farà pensare al Nationalsozialismus ma che è anche una fondamentale formula gramsciana, ampiamente spiegata e difesa nei Quaderni del carcere. I comunisti sapevano bene che l’emanazione populista del capitalismo, ossia il fascismo, lo si contrasta soltanto con un populismo di sinistra, fondato sulla solidarietà invece che sull'antagonismo. Se invece si lasciano decadere le comunità, se si sacrificano le tradizioni a un’innovazione fine a sé stessa, il senso di appartenenza al mito dell’individualismo, le specificità culturali al multiculturalismo delle multinazionali, i valori e i vincoli al libero mercato e alla sua deregulation, se insomma si diventa liberisti e renziani, è ovvio che sarà la destra a occupare quello spazio, a farsi carico di quell’esigenza.
Per ora sono solo degli esaltati o degli opportunisti: ma così erano Mussolini prima della marcia su Roma e Hitler al tempo del Putsch di Monaco. Se la sinistra continua a snobbare il popolo e a disprezzarne le paure e frustrazioni per corteggiare affermati radical chic che si sentono molto cosmopoliti perché hanno studiato all’estero, mangiano etnico, chattano sull’iPhone e hanno il giardiniere filippino, sarà la destra a conquistare il popolo. Che in televisione si fa convincere a votare per un qualsiasi coglione o a non votare del tutto, ma poi quando si incazza davvero segue chi ha fatto politica sul territorio, occupando le piazze o le strade. Anche per mezzo di ronde notturne.