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Le tragiche verità di Bill de Blasio e la reazione sbagliata del NYPD

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 6 mins read

La reazione del sindaco Bill De Blasio al verdetto del gran giurì per la morte a Staten Island di Eric Garner, morte causata da un eccesso di forza della polizia nel tentativo di arresto, può aver provocato l'omicidio dei due poliziotti sabato a Brooklyn? O a rendere forse la situazione ancora più esplosiva è l'incredibile reazione di Patrick Lynch, presidente del maggior sindacato che riunisce i poliziotti del NYPD, la Benevolent Association, che  sabato sera ha detto che il sangue dei due poveri poliziotti uccisi,  Wenjian Liu and Rafael Ramos, inizia a scorrere "dai gradini di City Hall, proprio da dentro l'ufficio del sindaco" ?

La ragione per cui il dipartimento di polizia più grande degli Stati Uniti che conta quasi il 40% di poliziotti di origine italoamericana, si sentirebbe tradito dal sindaco "italoamericano"  De Blasio, in realtà è molto più complicata di quello che fanno sembrare le ultime infiammanti polemiche riguardanti il suo agire difronte alle proteste con sfondo anti razzista per le morti di due afroamericani in Missouri e Staten Island.  

I veri perché il leader del maggiore sindacato del NYPD alla prima opportunità ha fatto verbalmente a pezzi De Blasio, chi segue la politica a New York li conosce bene: i sindacati della polizia avevano ben capito che nei prossimi rinnovi di contratto in scadenza, Bill De Blasio prometteva di essere un osso molto più duro del precedente sindaco Bloomberg. Il sindaco più "di sinistra" che si ricordi a New York da mezzo secolo, durante la sua campagna elettorale aveva fatto capire che la precedenza delle risorse della città sarebbe andata alle scuole, alle abitazioni popolari, alla assistenza sanitaria… Insomma, attaccare e indebolire De Blasio per il suo atteggiamento "permissivo" riguardo alle proteste contro la NYPD e che avrebbero "causato" la morte dei due poveri poliziotti, è una tattica politica tanto vecchia quanto efficace: indebolire il sindaco attaccandolo su dove appare più vulnerabile, per renderlo più "mansueto" al momento della battaglia sindacale per il rinnovo del contratto.  

Come avevamo già intuito alcune settimane fa, e come abbiamo letto in un commento di Michael Tomasky sul The Daily Beast che condividiamo, la cosidetta "goccia" che avrebbe fatto traboccare il vaso di polemiche al cianuro, sarebbe stata una dichiarazione che De Blasio ha fatto  subito dopo il verdetto del gran giurì che scagionava il poliziotto di Staten Island (italoamericano) dal subire un processo per la morte di Eric Garner. De Blasio, nella prima dichiarazione detta pubblicamente proprio a Staten Island,  rivelò che per lui si trattava di una situazione "molto personale", raccontando di un recente incontro avuto alla Casa Bianca di una delegazione di sindaci con il presidente Barack Obama in cui il presidente gli si rivolse per dirgli che suo figlio Dante (il figlio 16enne del sindaco, che sfoggia una capigliatura afro stile anni settanta) gli ricordava lui da ragazzo… A quel punto, ha rivelato De Blasio, Obama gli disse che sapeva che lui avrebbe sentito la recente crisi a sfondo razziale attraverso "lenti molto personali".

De Blasio,  raccontando pubblicamente questo episodio avvenuto alla Casa Bianca, ha continuato affermando: "Ho detto al presidente che era vero. Perché io e Chirlane (la moglie afroamericana) abbiamo dovuto parlare con Dante per anni di questo e spiegargli i pericoli che poteva trovarsi di fronte. Un bravo ragazzo, un giovane che rispetta la legge, che non penserebbe mai di fare del male a nessuno, eppure per la storia che ancora ci sovrasta, deve stare attento a quei pericoli in cui potrebbe incorrere… Abbiamo dovuto letteralmente istruirlo Dante, come tante famiglie hanno fatto in questa città per decenni, nel fare speciale attenzione in qualunque incontro egli avrebbe potuto avere con i poliziotti che sono qui per proteggerlo…"  

Ecco quindi che questa dichiarazione di De Blasio sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso nei già tesi rapporti con i sindacati del NYPD e che ha portato a far circolare una lettera da far firmare ad ogni poliziotto di New York in cui si dichiarava che non avrebbe voluto il sindaco ai suoi funerali! 

Ecco come si è poi arrivati, dopo il duplice delitto di Brooklyn, prima alla girata di spalle dei poliziotti mentre il sindaco si apprestava a parlare alla conferenza stampa e poi a quella incredibile dichiarazione di Patrick Lynch, in cui De Blasio risulta responsabile della morte dei poliziottti (Persino l'ex sindaco Rudolph Giuliani, che non manca mai occasione di criticare De Blasio, ha ritenuto questo attacco ingiustificato).  

Ha forse compiuto un peccato mortale De Blasio a ricordare quell'episodio alla Casa Bianca con Obama e il suo rapporto col figlio Dante,  proprio nel giorno del verdetto del gran giurì? 

Mettiamola in questo modo: quando finalmente un politico dice ai cittadini la verità, una "self evident" verità, su quello che ogni padre di un ragazzo di colore che vive negli USA deve fare per mettere il figlio in guardia dal pregiudizio che potrebbe ucciderlo, ecco che certi leader del NYPD gridano allo scandalo. Ma è la verità, sì o no? Fa male e lo sappiamo. Pensiamo anche che per un vero cambiamento la verità debba essere buttata in faccia, anche all'America, come è stato necessario ieri, oggi e lo sarà ancora domani. Quindi anche da un sindaco coraggioso come ha dimostrato di essere De Blasio.

Forse alcuni leader sindacali della polizia hanno interpretato questa dichiarazione come la provocazione che avrebbe fatto da scintilla esplosiva per le proteste spontanee di quei giorni in città? A questo punto la domanda si dovrebbe rigirare a chi comanda certi sindacati del NYPD, e in questo modo: forse credete che un sindaco di una città americana dovrebbe sempre impedire il diritto  di protesta quando questa è rivolta contro la polizia? Forse il NYPD è l'unica istituzione in America contro la  quale non si possa scendere in piazza per criticarne degli atti "self evident" come il video di Staten Island, in cui gli ultimi drammatici minuti di vita di Eric Garner sono stati visti da milioni di cittadini?

De Blasio è stato accusato anche di non aver impedito ai protestanti di bloccare strade di Manhattan e di Brooklyn. Invece crediamo che De Blasio sia stato molto equilibrato nella sua reazioni nei giorni caldi delle proteste, ricordando in ogni momento quanto la polizia di New York stesse dimostrando la sua professionalità nel garantire quel diritto democratico di  protestare riuscendo a mantenere l'ordine senza che ci fossero episodi di violenza (ci sono stati, ma pochissimi rispetto a quello che poteva accadere, e gli arresti sono stati minimi rispetto al numero dei partecipanti).

Noi crediamo che l'uccisione dei poliziotti nel quartiere di Brooklyn che da anni vanta la percentuale più alta nel numero di delitti in città, sia stato un crimine vigliacco contro dei poliziotti e quindi rivolto, come ha detto subito il sindaco, contro tutta New York, "perché quando si colpisce un poliziotto, si colpisce la base della nostra convivenza civile". 

Siamo vicinissimi al dolore straziante delle famiglie dei coraggiosi poliziotti che hanno perso la vita e a tutti quegli uomini e donne in divisa blu che ogni giorno la rischiano per proteggere noi cittadini che viviamo nella città più multietnica del mondo. Ma non crediamo affatto che l'assassino dei due poliziotti, poi suicida, il 28enne Ismaaiyl Brinsley, residente in Georgia, che aveva sparato la mattina di sabato alla ex fidanzata di Baltimora e che poi aveva postato sul web il suo intento di "mettere le ali ai pigs", sia stato "motivato" nella sua azione dalle verità dette da Bill De Blasio. 

La "follia" omicida che ha preso il sopravvento in questo giovane afroamericano che era nato a Brooklyn, è figlia di ben altro. E' diretta conseguenza della violenza che esplode in una vita subito segnata dalla mancanza di opportunità, il risultato di chi non ha potuto avere una istruzione adeguata per poter diventare un cittadino rispettoso dei doveri e cosciente dei propri diritti, e che invece ha solo avuto attorno, negli anni della crescita, solo miseria, ignoranza e violenza. 

E' una verità "self evident" che l'istruzione pubblica resti assolutamente inadeguata per i figli della maggior parte delle famiglie di colore delle grandi città americane.  New York inclusa. E quindi crediamo che quando Bill de Blasio ha promesso ai suoi elettori che la sua amministrazione cercherà di rivolgere più attenzione e risorse a questo problema, non è un "nemico" del NYPD. Semmai ha individuato la battaglia che bisogna vincere per dare più sicurezza a tutti, anche e soprattutto alle coraggiose donne e uomini del NYPD che compiono il loro dovere per le strade di NYC. Affinché chi veste la divisa blu non solo risulti più "professionale e cortese", ma soprattutto più sicuro perché a sua volta rispettato e protetto dai suoi stessi cittadini.

 

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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