Gli italiani sono il popolo più ignorante. Così sostiene una ricerca fatta dalla società inglese Ipsos Mori, prendendo in considerazione gran parte dei paesi europei più Stati Uniti, Canada, Giappone e Australia. E noi che pensavano di essere un popolo immerso nella cultura, nell’arte, patria di letterati, poeti, raffinati pensatori, invece, svettiamo in questa classifica da brivido. Siamo un popolo ignorante che guarda dal lato opposto della classifica quei “maledetti” o “benedetti” svedesi, nostra cartina di tornasole nei discorsi da bar o meno. Loro sì che vivono bene, sono civili, colti, hanno un apparato burocratico impeccabile, hanno redditi alti e lavoro, a parte qualche losco criminale o serial killer frutto della fantasia narrativa di autori pluri-bestseller.
Eppure, leggendo tra le righe i risultati di questa ricerca emerge ben altro, in grado di smontare i titoloni tristi e deludenti. L’indagine riguarda esclusivamente le conoscenze sull’attualità, non storiche, né di cultura generale, né scientifiche, meno che mai sulle abilità cognitive o di altro tipo. Si chiedeva al campione studiato di esprimere, attraverso delle percentuali, alcune percezioni sui fenomeni sociali riguardanti il proprio paese: ad esempio la percentuale di immigrati, di musulmani, di anziani sopra i 65 anni, di disoccupati, di madri bambine, ecc… . La ricerca, in effetti, non voleva cogliere il tasso di ignoranza culturale della popolazione, ma la discrepanza tra percezione e realtà della società di riferimento.
In questo senso gli italiani sono risultati i primi ma perché male informati, perché tenuti all’oscuro. Piuttosto che ignoranti, dovremmo dire ignari. Ecco, allora, gli italiani sono il popolo più ignaro tra quelli studiati, non perché stupidi, non perché pigri, non perché il sistema scolastico non funziona, ma perché ricevono una pessima informazione e si fanno un’opinione distorta della realtà intorno.
Nel particolare, l’Italia risulta prima nel sovrastimare la percentuale di immigrati. Gli italiani pensano che siano il 30% invece del 7%. Su questo tema tutti i paesi sovrastimano il dato, ma quello italiano stacca, ad esempio, altri paesi europei a forte densità di immigrazione come la Germania o la Gran Bretagna, rispettivamente di tredici e dodici punti. E’ interessante sottolineare che la Germania e la Gran Bretagna hanno un tasso di immigrazione sul totale della popolazione del 13% ma la stimano intorno al 23/24%, mentre in Italia i tassi effettivi dicono la metà mentre la percezione sale quattro volte di più. Siamo abbondantemente primi anche nella classifica sulle valutazioni dell’anzianità della popolazione e sulla disoccupazione, valori ampiamente sopravvalutati. Insomma, per quanto riguarda immigrazione, pensioni e lavoro gli italiani la vedono peggio di quanto in realtà sia. E guarda caso sono i tre grandi temi politici di questi ultimi tempi. Manca la pubblica amministrazione e saremmo stati a posto. Quanti sono – sarebbe potuta essere la domanda – gli impiegati nella pubblica amministrazione italiana? Immagino la grande percentuale nella risposta rispetto ai dati reali.
E’ ovvio che non è che gli italiani sono ignoranti – brutto titolo dei giornali – è che riflettono una cattiva e distorta informazione politica e mediatica. Il problema nasce in quel circuito tra disinteresse ostentato e ansia da soluzione che il cittadino vive quotidianamente nel suo rapporto con media e politica. Dice che è “tutto un magna magna”, “una schifezza”, che i giornali “dicono quello che vogliono”, ma senza altri riferimenti per gestire la complessità quotidiana si fanno raggiungere come bersagli, spaesati nelle loro interpretazioni, impauriti dall’ignoto, confusi nel vuoto.
Piuttosto di parlare di italiani ignoranti ci sembrerebbe giusto dire italiani confusi. Italiani che fanno fatica a interpretare cosa accade intorno a loro, in un vuoto che politica e media riempiono a loro piacimento andando a costruire e decostruire le percezioni.
Ho sempre pensato, come mi confermò un eminente intellettuale straniero, che gli italiani fossero persone molto intelligenti e confusi. Ignoranti probabilmente, nel senso che dicevamo, non in quello più spregevole. D’altra parte ce lo ricordava un po’ di tempo fa’ anche Paul Valery: “La politica è l'arte di evitare che la gente si interessi di ciò che la riguarda.” La politica italiana, in questo, è stata straordinariamente abile.