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L’anatra zoppa Obama vola alto e regolarizza 5 milioni di immigrati

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 4 mins read

Colpo di stato o colpo di genio? Attentato agli equilibri istituzionali e alla stabilità della democrazia degli Stati Uniti, o atto necessario a preservarne il suo spirito e l'integrità dei suoi valori? 

Tra le sempre più allarmanti proteste dei leader repubblicani, il presidente Barack Obama ha annunciato ieri sera la firma dell'"Executive Order" con cui potranno essere regolarizzati circa 5 milioni di immigrati senza documenti, spingendo avanti così un atto che scavalca il Congresso e applica parte di quella riforma dell’immigrazione che i repubblicani impedivano da più di un anno di essere approvata. In un discorso appassionato dalla Casa Bianca, il presidente Obama ha citato la Bibbia per ricordare le origini dell'America, nazione di immigrati: "Le Scritture ci dicono che non dobbiamo opprimere lo straniero, perchè noi conosciamo il cuore dello straniero, perché siamo stati stranieri anche noi un tempo. Cari americani, noi siamo e sempre saremo una nazione di immigrati, perchè anche noi siamo stati stranieri".

Ad essere coinvolti dall’azione di Obama saranno tutti gli immigrati senza documenti che hanno vissuto più di cinque anni negli Stati Uniti o che sono genitori di un cittadino americano (ricordiamo che chi nasce negli USA ha il diritto di cittadinanza) o di un figlio titolare di permesso di soggiorno permanente. Queste categorie di immigrati "illegali", che finora non risultano essere ufficialmente negli USA ma che ci vivono e lavorano da anni,  potranno quindi ottenere un permesso di lavoro di tre anni. Inoltre, secondo il piano di Obama, registrandosi e superando i controlli criminali e di sicurezza, quasi 5 milioni di residenti inizieranno a pagare le tasse e potranno restare negli Stati Uniti senza timore di essere deportati. Questo però per "soli" tre anni. E dopo? E se il Congresso approvasse una legge più restrittiva? O se il prossimo presidente USA capovolgesse l'executive order? Quanti saranno quindi gli immigrati irregolari che potrebbero oggi usufruire del decreto presidenziale, che per paura che tutto potrebbe essere cancellato dopo l'uscita di Obama dalla Casa Bianca, eviteranno di farsi identificare per rimanere "fantasmi"?

Obama ha fatto comunque la cosa giusta, bisognava scuotere il Congresso dai suoi crudeli ritardi, e chi lo accusa oggi di "attentato" alla democrazia americana (addirittura qualche esponente del Gop ha prefigurato la possibilità di una ribellione violenta dei cittadini Usa) il presidente ha risposto col un discorso incentrato proprio sui valori inclusivi della democrazia americana che non possono continuare ad essere calpestati da politici inadeguati al compito. In un discorso durato appena 14 minuti, Obama ha scoperchiato l'ipocrisia dei Congresso che da gennaio sarà a totale controllo repubblicano, ricordando che chi "raccoglie nei campi la frutta" che mangiamo e "chi mette a posto i nostri letti" ha il diritto ad essere regolarizzato. Anche dalle file dei democratici non sono mancati coloro che hanno accusato il presidente Obama di aver scelto un metodo sbagliato (l'executive order) per affrontare un problema giusto. Davvero? E a cosa servirebbbero quindi questi poteri esecutivi? Quando dovrebbero esercitarsi i poteri del "Commander in Chief"?  Soltanto per alzare in cielo droni che uccidono spesso anche donne e bambini innocenti? 

Inoltre, se proprio questa settimana si dovesse accusare qualcuno di metter in pericolo la democrazia americana calpestandone certi valori costituzionali, allora si dovrebbe puntare il dito contro tutti coloro che al Congresso hanno appena bocciato la legge che avrebbe limitato l'azione spionistica della NSA contro i propri cittadini. Il valore-diritto alla privacy calpestato in questo modo, bisognerebbe chiedere alla maggioranza del Congresso, non danneggia gravemente la democrazia degli Stati Uniti, la sua constituzione? 

Ha fatto bene Obama a mostrare non solo al Congresso, ma anche al mondo intero, che nei prossimi due anni la cosidetta "anatra zoppa" potrà ancora volare e alto. Oggi a ringraziarlo sono almeno cinque milioni di onesti lavoratori che cercano una vita migliore per i loro figli in questo paese, come lo fecero le masse di immigrati europei arrivati cento anni fa, tra cui milioni di italiani chiamati allora, se magari qualcuno lo avesse dimenticato, in modo dispregiativo WOP ("With Out Papers" senza documenti!). 

L'anatra seppur zoppa ha finalmente preso coraggio, ora Barack continui a volare alto sbattendo in faccia al Congresso quello che dimentica troppo spesso di questi tempi quando riesce a legiferare,  "that all of us are created equal, and all of us have the chance to make of our lives what we will",  valori che come ha ricordato ieri Obama, sono quelli che possono rendere formidabile la democrazia degli Stati Uniti.

Qui di seguito il video con il discorso di ieri sera del presidente Barack Obama. 

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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