I Bronzi di Riace sono le opere d’arte più contese e chiacchierate dell’estate 2014. Dopo la pubblicazione delle fotografie di Bruneau che li ritraeva travestiti con perizoma leopardato e boa di piume, adesso è la volta del Comune di Milano e del criticatutto più criticato d’Italia. Se ne è parlato tanto in queste settimane ma più che un tormentone la vicenda si è trasformata nel dilemma shakespeariano dell’estate 2014: i Bronzi saranno esposti all’Expo 2015, sì o no?
È di mercoledì 27 agosto una nota che porta la firma di Vittorio Sgarbi, consulente culturale del comune meneghino e ambasciatore della Cultura della Regione Lombardia per l'Expo 2015, in cui si legge che “i Bronzi di Riace saranno esposti” alla kermesse internazionale del prossimo anno.
Arriva subito dopo una secca smentita dalla Regione Calabria che definisce la nota una “bufala estiva”. Ma Sgarbi, irriducibile come sempre, rincalza dichiarando: “L’assessore alla cultura della Regione Calabria Caligiuri per il bene della Calabria e per la gloria dell’Italia, turbato da troppe cattive informazioni su quello che è il vero pensiero del popolo calabrese, nel pieno delle sue funzioni, ha preso atto dell’articolo 117 della Costituzione Italiana e nel rispetto dei poteri attribuiti al presidente, oggi vacante, della Regione, oggi ha deciso di concedere i Bronzi di Riace per L’Expo 2015 di Milano, stabilendo perentoriamente che il trasferimento delle opere con tutte le cautele di sicurezza che le loro condizioni impongono, avvenga il 15 ottobre con una sosta preliminare presso i laboratori di restauro di Brera”.
A chi credere? Mentre Sgarbi sfodera la sua miglior ruota di brillanti piume, Mario Caligiuri sparisce. Dopo le dichiarazioni aggressive dei giorni scorsi da parte dello stesso Sgarbi, secondo cui “i due guerrieri sarebbero ostaggi prima della 'ndrangheta e poi delle istituzioni locali”, oggi pare quantomeno strano che si sia giunti in così poco ad una decisione favorevole e con tanto di data certa per il trasferimento delle due statue. La cosa non convince…
Fosse vera, una decisione del genere metterebbe in crisi tutta una serie di verità che si sono ormai consolidate nel tempo. Una tra tutte che le statue sono fragili e spostarle significherebbe sottoporle ad un concreto rischio di danneggiamento.
Se così non fosse, perché negli ultimi 35 anni, cioè da quando sono nella disponibilità della sovrintendenza della Calabria, non si è mai pensato di trasferirli in prestito altrove per offrire loro maggiore visibilità? Eppure di occasioni ce ne sono state tante. Vetrine internazionali con effetti mediatici anche più universali rispetto all’Expo 2015: basti pensare ai mondiali di calcio del 1990.
Oggi Milano ce li chiede, beh diciamo pure che è Sgarbi che li vuole… si sa, i milanesi bastano a se stessi da sempre, neh!
Il popolo calabrese, in particolar modo quello reggino, risponde picche. “Chi vuole vedere i Bronzi venga a Reggio Calabria!” scrivono in tantissimi sui social network. “I Bronzi da qua non si spostano!”. Qualcuno addirittura domanda pubblicamente: se si organizzasse una conferenza mondiale sulle religioni e Reggio Calabria fosse scelta come città ospite voi pensate che i milanesi darebbero mai in prestito la dorata Madunina che domina il Duomo? Mai al mondo. No way! Nessuna possibilità.
Noi siamo i reggini/calabresi/mafiosi, così come ci ha definito il triste Nando Dalla Chiesa, presidente della Commissione antimafia del Comune di Milano. Resta il fatto che spostare le due statue per esporle all’Expo 2015 non è affatto una decisione facile, non solo per una questione di fragilità. E con le elezioni amministrative alle porte si trasforma necessariamente in una scelta politica: chiunque si prenderà tale responsabilità non può non tener conto del sentimento popolare che avrà inevitabilmente dei risvolti anche in termini di consenso elettorale.
Spostare in questo momento i Bronzi di Riace ha per molti calabresi un solo significato: ci priviamo di qualcosa che potremmo valorizzare a nostro beneficio per farla capitalizzare da altri. Perché? In effetti in tutti questi anni noi calabresi non siamo stati molto bravi a valorizzarli i due guerrieri, ma questo non vuol dire che non si può cominciare da adesso.
E la Calabria cosa avrà in cambio da questo eventuale “grande prestito”?
Si parla di ottenere due opere del Caravaggio, ovviamente a tempo determinato. Mi vien da ridere, ma cercherò di trattenermi. I Bronzi di Riace appartengono ad una dimensione dell’arte superiore sia per fattura che per significato. Sono opere uniche nel loro genere nonché “inedite” perché effettivamente mai davvero conosciute nel grande circuito dell’arte mondiale. Non sembrerebbe uno scambio alla pari, ma si sapeva anche questo…
Immaginiamo per un attimo dei voli charter ad un prezzo competitivo che possano offrire la possibilità ad una parte di quei milioni di visitatori previsti per l’Expo 2015 di ammirare i Bronzi di Riace a Reggio Calabria: sarebbe troppo bello! Ma non si può negare che purtroppo Reggio è ancora una città impreparata ad accogliere un autentico flusso turistico regolare. L’obiettivo finale è quello, da tutta una vita, ma ancora c’è tantissima strada da fare.
Fin quando avremo politici-amministratori che si presenteranno ai grandi appuntamenti promozionali con i soliti crostini alla nduja e la suppizzata aromatizzata al bergamotto, non aspettiamoci che la situazione cambi.
La questione fragilità è stata affrontata negli ultimi 30 anni da numerosi esperti. Spostarli è rischioso, i Bronzi sono delicatissimi, come già detto, rischiano di danneggiarsi se non addirittura di distruggersi. Tra gli esperti ho trovato la dichiarazione del mio amico Nuccio Schepis, noto restauratore dei Bronzi, la più affettuosa. “Sono meravigliosi, vecchi di oltre 2000 anni. Sono come degli “anziani” con problemi alle ossa: possono rompersi, sfaldarsi, piegarsi, ed il guaio sarebbe poi irreparabile. A mio avviso sarebbe meglio non farli viaggiare”. Ma il Ministro Franceschini, che appartiene a quella “ideologia” che tutto può, che tutto crea e tutto trasforma e finisce quasi sempre col distruggere, ha invece incaricato dei nuovi esperti per stabilire se le due statue del V secolo a.C. sono fragili davvero… Come dire: me ne infischio di tutte quelle relazioni redatte negli ultimi 40 anni da esperti e professionisti in cui i Bronzi vengono dichiarati delicatissimi. Forse dopo tutto questo tempo sono andate prescritte o la politica del #cambiaverso riuscirà a cambiare anche questo?
In mezzo a tutta questa bagarre è (in)degna di nota la posizione tipicamente lombarda-padana dell’assessore al Commercio e al Marketing del Comune di Milano, Franco D’Alfonso. Per lui “l’Expo 2015 non ha bisogno dei Bronzi perché è un’organizzazione già al completo”, nonostante l’esperto Sgarbi si sforzi da settimane di dire che non ci sia nulla di suggestivo in scaletta da presentare ai visitatori. Mah… potrebbero sempre proiettare le foto delle più importanti opere d’arte italiane usando come schermo la nebbia…
In poche parole secondo l’assessore “Ma chi ha deciso di venire, lo fa a prescindere dai Bronzi”, che non rappresentano nessun elemento in più d’ attrazione. In un'intervista al Corriere della Sera, D’Alfonso ha detto che ai due guerrieri della Magna Grecia avrebbe preferito la Gioconda, visto che il grande evento si tiene nella città di Leonardo. Ma credo che i francesi al solo tentativo di richiesta di spostare il dipinto gli abbiano risposto con un elegante ma sonoro pernacchio.
Scusate la digressione ma mi viene in mente ciò che fece Renzi con la Bindi alle scorse elezioni politiche: ricordate? La rottamò in Toscana proibendole di candidarsi e lei ripiegò, voglio dire, si presentò in Calabria per “libera nos a malo”. Candidatura calabrese che le “costò” anche la carica di Presidente della Commissione Antimafia visto che, per grazia ricevuta dalla Vergine di Polsi nell’ultimo giro in elicottero a spese nostre, la Bindi è divenuta persino un’esperta di organizzazioni criminali… (ma perché ripiegano tutti sulla Calabria?).
Tornando a noi, i Bronzi di Riace all’assessore D’Alfonso servono per il 2016, in modo che possano fare da attrazione per i turisti che decideranno di ritornare nella bella Milano… Intanto il Museo di Cremona ha rifiutato di concedere all’organizzazione dell’Expo 2015 il dipinto de L’ortolano di Arcimboldo, fonte d’ispirazione per l’ideazione della mascotte dell’esposizione internazionale. Chi vorrà, andrà a vederla a Cremona, per scoprire anche gli altri capolavori del complesso museale. Stessa risposta da parte degli Uffizi di Firenze per quanto riguarda la richiesta di spostamento de La nascita di Venere del Botticelli: Il dipinto è una di quelle 23 opere che rappresenta e caratterizza fortemente la galleria degli Uffizi e Firenze e per questo non può essere spostato, a prescindere dalla fragilità. Quanto rigore, quanta attenzione. Tutto questo però non vale per i Bronzi, poveri malcapitati nel paese dei balocchi, tra burattini, gran somari ed il solito mangiafuoco…