François Hollande da Rouen, classe 1954. Un uomo che “tutto” ha avuto dalla vita. Partito alla conquista dell’Eliseo, l’Eliseo conquistò nel maggio di due anni fa. Fino a pochi giorni addietro, era il Capo col vento in poppa. Il “giocatore di scacchi” che non sbaglia una mossa. Il cartesiano rigoroso, anche brillante. Il polemista di un certo acume. Il persuasore ora suadente, ora grintoso, incalzante. Ma il suo aspetto non è davvero granchè, ci duole dire.
D’altra parte il nostro mestiere è questo: consiste nell’osservare, analizzare e descrivere sia “grosse” personalità col “vento in poppa” che gente ‘qualsiasi’ stretta nella spaventevole morsa della Crisi. Ha un po’ l’aria del bancario (senza offesa ai bancari; ce ne sono anche di atletici, aitanti!) e anche quella dell’impiegato comunale (senza offesa neanche agli impiegati municipali…) un poco spento, bigio. Non è, insomma, il francese bel tenebroso, l’uomo slanciato, dinoccolato, “interessante”, che indossa giacche di Tweed, pantaloni di gabardina, scarpe italiane oppure scarpe “Lotus”. Non risulta che in gioventù sia brillato nello Sport, né che abbia molto viaggiato. A ogni modo, dal 2012 è uno dei personaggi politici più potenti del mondo.
Ma ora lo “scandalo” avviluppa anche lui… E’, tuttavia. uno scandalo, appunto, ‘alla francese’. Spieghiamoci: Hollande ha una compagna, una Valerie Trierweiler, donna ben messa, luminosa, flessuosa; persona riservata, eppur comunicativa, gentile, fornita d’un grosso “charme”. La quale, mentre scriviamo, si trova però ricoverata in un ospedale parigino, preda di sconforto, delusione, crisi nervosa, non c’è da scherzare su queste cose, mademoiselle Trierweiler soffre le pene dell’inferno: da un settimanale del suo Paese, fra venerdì e sabato scorsi, ha appreso che il suo François intratterrebbe una relazione sentimentale con un’attrice assai giovane, attraente anch’essa, seducente anch’essa, una Julie Gayet giunta ora alla notorietà che nel Cinema non aveva ottenuto.
Ma non ci metteremo certo a fare i moralisti. Si sa, del resto, che “il moralista” è l’individuo più ipocrita, mendace, subdolo, e cattivo, che esista sulla faccia della Terra. Il Presidente della Repubblica di Francia era, è, attratto ‘anche’ da Mademoiselle Gayet? Benissimo! Qual è il problema…? D’altro canto, è da almeno tre secoli che i francesi s’impongono come maestri raffinati, scaltri, estrosi dell’ormai celebre “mènage a trois”. Si sa da sempre che fra le 5 e le 7 pomeridiane si consumano adulteri a tutto spiano! Si chiama, appunto, “joie de vivre”…
Il problema sorgerebbe, invece, qualora fosse vero – come scrive ‘Closer’ – che gli incontri fra il Capo di Stato francese e la giovane attrice ‘bisognosa’ di stima e di affetto, si sarebbero svolti in un appartamento parigino intestato a un tal Michel Ferracci, che la stampa locale definisce “corso malavitoso”. Da parte di Hollande sarebbe deplorevole in entrambi i casi: deplorevole che lui non sapesse chi fosse il titolare dell’appartamento col quale s’incontrava con Julie Gayet; ancor più biasimevole che lui sapesse di recarsi ogni volta in una casa appunto intestata a un individuo tutt’altro che specchiato…
Monsieur Hollande… Che delusione! Noi a partire dall’età di sedici anni abbiamo avuto caterve di donne, molte delle quali assai piacenti, assai avvenenti, esuberanti, spigliate. Ma sapevamo come condurci: il ‘mènage’ clandestino, o anche non clandestino, lo praticavamo nell’abitazione o nel pied-a-terre del vecchio compagno di classe, del vecchio compagno di squadra, della nonna alquanto comprensiva! Mai ci saremmo rifugiati con la donna del momento nell’appartamento d’un personaggio molto discusso e discutibile, al quale dover poi ricambiare il favore…
Sì, “citoyen” Hollande, che delusione… Nella circostanza sembrate uno “qualsiasi” che non si trattiene, non si controlla, no, e che con l’amante sgattaiola furtivo in una casa che non dovrebbe essere affatto frequentata. Questo il ceffone che avete vibrato sulla faccia di tanti vostri connazionali attanagliati anch’essi dalla Crisi. Ne abbiamo visti molti a Parigi, nell’estate del 2011: donne e uomini di condizione un tempo agiata, rovistare con imbarazzo e con affanno nei cassonetti dislocati lungo Avenue des Gobelins, Quartiere Latino, dislocati a Rue Rivoli, a Ville Juif.
Il Ministro della Guerra di Sua Maestà Britannica John Profumo nel 1963 dette, per molto, molto meno, le dimissioni dal proprio incarico e di sé più non fece parlare.