Secondo noi sono criminali. Nella maggior parte dei casi, criminali senza volto, anonimi, quindi. Non si sa quanti siano. Ma sono milioni, diecine e diecine, se non centinaia, di milioni all’attacco sia nel Pacifico che nel Mediterraneo e in particolare nel Tirreno. Sono gli squallidi tizi, le squallide tizie che in mare gettano di tutto: cassette in polistirolo, bottiglie, sacchetti di plastica, altri oggetti in plastica. La plastica: prodotto orribile, ‘freddo’, anti-estetico. Specie i sacchetti: dànno un che di misero, di sciatto. Eppure, lasciamo che la plastica ci appesantisca, ci sommerga, ci soffochi.
Ogni anno sulla costa occidentale degli Stati Uniti d’America (ci dicono fonti Onu) si dànno appuntamento 300 milioni di tonnellate di materiale plastico. La cifra è impressionante. Ma anche una sola tonnellata risulterebbe, a nostro modo di vedere, impressionante. Viviamo su un Pianeta popolato da individui che definire “selvaggi” recherebbe offesa alla natura, al concetto di “selvaggio”. Più calzante definirli agenti asociali, personaggi nocivi, adoratori del brutto, del volgare. Dello schifoso. Dall’America una quarantina d’anni fa partì la campagna contro le sigarette; campagna che presto ebbe un grosso successo anche in Europa. Vorremmo che la stessa intransigenza, la stessa volontà fossero esercitate contro i violentatori del Mare, contro gli inquinatori forse più subdoli che esistano sulla faccia della Terra. Vorremmo che almeno in Occidente già nelle scuole s’inculcasse in modo articolato e persuasivo il principio secondo cui è, sì, atto criminale scaraventare un oggetto di plastica in mare, in un lago, in un fiume. Ovunque. Giungere insomma al punto in cui una persona al solo pensare di disfarsi in modo così disgustoso di un oggetto sintetico, provi orrore di se stessa. Faccia ribrezzo a se stessa.
Il fenomeno si manifesta appunto anche in Italia… Non è affatto nuovo, ma da un anno o due a questa parte, esso è passato attraverso un processo di vera e propria elefantiasi. Da una ricerca resa nota lunedì scorso da Legambiente e dall’Accademia del Leviatano, si apprende che nel Tirreno centro-meridionale (soprattutto in quelle acque), per ogni chilometro quadrato si contano 140 detriti plastici, e ai calcoli sfuggono giocoforza detriti pesanti posatisi in fondo al mare o che vanno a posarsi in fondo al mare. Tutta materia velenosa, care lettrici, cari lettori. Materia velenosa sparsa da menti malate. Da criminali, sissignori.
Ma restiamo fra le mura di casa nostra. Da chi è costituita questa folla sterminata di attentatori? Di terroristi dell’Ambiente? A nostro avviso in questa categoria rientrano gestori di locali, personale di locali pubblici che “ne hanno troppe cui pensare”… Vi rientrano famiglie intere, gente poco istruita, o per nulla istruita. Le mamme e i papà che tutto permettono ai chiassosi figlioli, in modo da non “condizionare” lo sviluppo mentale dei pargoli (ci mancherebbe…). Vi rientrano giovani i quali confondono la libertà individuale con l’arbitrio, con la scellerataggine. I “marinai della domenica”. Spiriti “divertenti”. Tipi “ameni”. Gli assassini del Mare. Verso i quali non si dovrebbe aver pietà.