Qualche giorno fa, io e il direttore di questa testata, Stefano Vaccara, siamo andati fuori a cena con un amico comune il quale, nel corso della serata, ci ha raccontato gli ultimi sviluppi di una causa civile nella quale si é dichiarato parte lesa.
Il contenzioso legale é iniziato quando il suo socio in affari ha deciso, all'improvviso e unilateralmente, di impadronirsi della maggioranza azionaria della ditta che gestivano insieme e di rinnegare gli accordi contrattuali stipulati in precedenza.
Malgrado il fatto che il contratto iniziale prevedesse una spartizione delle quote di proprietá pari al 60% e 40%, il socio, detentore della maggioranza, ha pensato bene di buttar fuori il nostro amico in cambio di nulla per il solo fatto di poterlo fare.
Inutile dire che questo colpo di mano ha provocato un'immediata azione legale ma, alla fine, il nostro conoscente é stato costretto a risolvere la disputa con un compromesso nel quale ha accettato un ridimensionamento della sua quota di proprietá (e dell'ammontare liquidato) dal 40 al 25 percento.
Ma come é possibile che il nostro amico sia stato costretto ad accettare una soluzione cosí ingiusta a dispetto di un contratto legale che stipulava con chiarezza gli accordi iniziali?
Come lui stesso ci ha spiegato, l'esito di questa vicenda é stato deciso, in gran parte, dal fatto che il suo socio, pur avendo agito in maniera chiaramente scorretta, ha potuto permettersi di trascinare l'azione legale molto piú a lungo grazie al fatto che, disponendo di vaste risorse finanziarie, é stato in grado di assorbire gli astronomici costi processuali. Una situazione questa, comune nel sistema giuridico americano.
Questa storia mi ha fatto ripensare all'ottimo articolo pubblicato agli inizi di agosto su questo giornale da Valter Vecellio che ha descritto, con grande efficacia, gli orrori della giustizia italiana con i suoi lunghissimi tempi di esecuzione rispetto agli altri paesi europei; gli abusi legati alla carcerazione preventiva e la follia di azioni legali che passano sempre per tutti e tre i gradi di giudizio a prescindere dalla loro rilevanza.
Questo “intasamento” cronico della giustizia italiana arreca danni gravissimi non solo agli individui che hanno la sfortuna di averci a che fare ma anche all'intera economia nazionale dal momento che scoraggia gli investimenti in Italia dirottando i capitali esteri verso paesi come la Francia, l'Inghilterra o la Germania che possono vantare un sistema giudiziario e burocratico immensamente piú snello ed efficiente nel dirimere questioni contrattuali e decidere cause civili.
Ma se la situazione della giustizia italiana é indubbiamente drammatica, il lato positivo é costituito dal fatto che almeno le sue disfunzioni sono riconosciute come tali. Nel corso della nostra conversazione a cena invece, ció che é apparso chiaro é che, malgrado il fatto che la legge dovrebbe essere uguale per tutti, il sistema giuridico americano favorisce coloro che possono permettersi di affrontare finaziariamente gli elevatissimi costi legali dei dibattimenti processuali.
Ci sono due elementi infatti, che rendono questa storia interessante: il primo é che, proprio come nel caso che ci é stato raccontato, la consapevolezza di possedere un vantaggio economico che si traduce regolarmente in un vantaggio legale diventa, in sé stessa, un incentivo per ció che si potrebbe definire un vero e proprio “bullismo giuridico”.
Ma la cosa ancora piú eccezionale é che, nel descrivere la sua situazione, il nostro amico ha dato completamente per scontata questa realtá. In altre parole, per gli americani il fatto che la disponibilitá economica costituisca un fattore in grado di influenzare un diritto cosí fondamentale come quello alla giustizia e che riesca a fare pendere la bilancia della dea bendata da un parte, piuttosto che dall'altra, sembra essere null'altro che un sottinteso implicito e indiscutibile: un assioma radicato nello stesso DNA culturale di questa nazione e che sopravvive anche in altri aspetti della vita sociale. Il fatto che alcuni diritti fondamentali come quello alla giustizia, all'assistenza sanitaria o all'educazione possano cessare di essere riconosciuti come tali e possano essere “mercificati” come avviene in questo paese costituisce il sintomo di quell'interpretazione estrema del capitalismo propria dell'America moderna che é anche all'origine di molti dei suoi piú profondi problemi politici e sociali.