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August 4, 2013
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Silvio, la guerra civile, il colonnello Bondi e le truppe scosciate

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Alcuni sostenitori di Berlusconi oggi a Roma

Alcuni sostenitori di Berlusconi oggi a Roma

Time: 15 mins read

«O la politica è capace di trovare soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato, e nello stesso tempo rendere possibile l'agibilità politica del leader del maggior partito italiano, oppure l'Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti». Viste da New York, le dichiarazioni di Sandro Bondi, coordinatore del partito di Berlusconi, dette subito dopo la conferma della condanna del leader del centrodestra a 4 anni nel processo per evasione fiscale, non ci appaiono affatto “irresponsabili”, come le ha subito bollate il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ci appaiono ridicole, da film delle comiche.

Bondi minaccia la guerra civile se Napolitano non farà qualcosa per il suo Cavaliere condannato? E con chi la farebbe la guerra civile? Avete presente quei cinema da terza visione degli anni Settanta, con la serie del Colonnello Buttiglione? Ecco il Colonnello Bondi va alle grandi manovre con le soldatesse coscia lunga. Più che preoccupare, Bondi fa ridere. Quando Umberto Bossi minacciava le migliaia di baionette che sarebbero arrivate dai monti giù per la Padania, magari qualcuno lo prese sul serio. Ma almeno in qualche raduno dei leghisti della prima ora, qualche montanaro con le spalle larghe ogni tanto si vedeva. Ma nelle adunate per gridare “Forza Silvio”, chi si vede? Di solito tante belle signore, molti arzilli pensionati e pensionate, tutti mischiati a chissà quanti fedeli e riconoscenti impiegati delle aziende del Cavaliere, tantissimi commercianti tutti tifosi di Silvio. Tante brave persone, ma non nel senso manzoniano del termine. Nessuno ci sembra avere la “stazza” o lo spirito del “combattente per la libertà”. Vi immaginate certe signore con tacchi a spillo e gonna con spacco all’assalto del Palazzo del Quirinale? A Bondi, gli avrebbe detto il grande Totò, “ma ci facci il piacere!”
Oggi a Roma per stringersi attorno a Silvio Berlusconi erano in tanti e calorosi. Certo era via del Plebiscito, non certo piazza del Popolo o il Circo Massimo, ma non è la misura che conta, ma la fede che chi c’era esprimeva nell’ascoltare e applaudire il Cavaliere che, emozionato e commovente come solo il più grande istrione della politica italiana sa fare (a proposito andate ad ascoltare la canzone nella presentazione di Una Voce per te a cura di Benedeta Cristofori) gridava la sua innocenza. Ma il pregiudicato Berlusconi sapeva benissimo chi lo stesse ascoltando, e non ha certo usato toni “comici” alla Bondi. Anzi, ha subito iniziato rassicurando i Letta (nipote e zio): niente paura, questo governo andrà avanti.

Silvio Berlusconi ieri in Via Plebiscito a Roma
 

A questo punto, la battuta da terza visione di Bondi, ci porta ad una riflessione semiseria. Ma i “berlusconiani doc”, i suoi sostenitori-elettori più fedeli, chi sono?
Ecco qui un nostro tentativo, sicuramente parziale, di analisi del popolo che vota per Silvio. Proviamo basandoci sugli incontri avuti in questi anni in Italia, quando ci siamo messi a chiacchierare di politica con i sostenitori “dichiarati” (che sono molti di meno di quelli reali) di Berlusconi:

I fondamentalisti del “Silvio ha sempre ragione!”:
Beh, non sono proprio dei “pasdaran” pronti a mettersi le bombe alla cintola, però se gli tocchi Silvio vanno in bestia. Non riescono proprio a trovarci un difetto al loro leader maximo. Una mia zia rientra tra questi supporter. Quando cominciarono a uscire i primi scandali a sfondo sessuale di Silvio ancora sposato, alle mie insistenze nel carpire un minimo di suo disappunto, mi replicò: “La colpa è tutta di Veronica, si vede che non gli da abbastanza affetto a Silvio mio, certo che lui deve cercarlo altrove”. Fedeltà assoluta all’infedele!

Milanisti:
Il tifoso di calcio, quello vero, è malato di tifo. Per la sua squadra farebbe qualunque cosa. Divorziare, farsi licenziare… anche tradire il partito di sinistra che magari si è votato da sempre. Ecco, siccome dopo la Juventus, il Milan è la squadra d’Italia con più tifosi… Lo so, non tutti i milanisti hanno ceduto alle sirene di Silvio. Ma i tifosi-veri-tifosi, se convinti che le fortune del Cavaliere aiutano i rossoneri a vincere più trofei… Beh allora nel segreto della cabina elettorale un “Forza Milan” ci può scappare.
 

“American Dreamer Italian Style”.                                                                                                  Termine inventato qui sul momento, sono tutti coloro che sognano per la loro vita, magari monotona e insignificante che hanno avuto finora, ricchezza e felicità. Eppure, non avendo né mezzi né coraggio caratteriale per partire e rischiare tutto per la realizzazione del “sogno”, ecco che cercano una scorciatoia per raggiungerlo “sotto casa”. Votando Silvio continuano a credere che, prima o poi, saranno baciati dalla sua stessa fortuna. Col Cavaliere a Palazzo Chigi si realizzeranno tutti i loro sogni, ma senza troppa fatica, tanto ci pensa a tutto Silvio.

Arrivisti per Silvio:
Simili al precedente, ma più attivi e soprattutto più scaltri. Sanno che sventolando la bandiera di Forza Italia, qualcosa uscirà per loro. Non sono innamorati di Silvio Berlusconi, ma del potere che emana. La loro voglia irrefrenabile di scalata economica e sociale pretende fedeltà al Cavaliere. Ma il giorno che Silvio cadrà, saranno i primi a tiragli addosso.

Gli “amici degli amici”:
C’è bisogno di chiarire? Ok, un nome, una garanzia: Don Marcello Dell’Utri. Silvio deve star attento a non far scherzi con certi “grandi” elettori, perché se gli amici degli amici un giorno si arrabbiano, oltre a fargli mancare parecchi voti, potrebbero voler chiudere dei conti salati e arretrati.

I “turiamoci il naso”:
Sono quegli elettori che leggevano il Giornale di Indro Montanelli, e che se magari non leggono più quello per il quale il Cavaliere ha sempre ragione, continuano comunque a votarlo. Il motivo è lo stesso di quello di quando votavano Dc turandosi il naso: il terrore dei comunisti. Ma dove sono i rossi? Vero, Vendola non è Togliatti, però meglio non rischiare…

Per fortuna che Silvio c’è:
E’ la loro preghiera quotidiana che recitano più volte rivolgendo lo sguardo verso Arcore come fosse la Mecca. Sono i “miracolati” di Silvio, tutti quegli italiani che in un modo o in un altro – vedi per esempio il sottosegretario Miccichè descritto dal nostro columnist Leopoldo Gargano – senza Berlusconi andrebbero tutti a casa. Il loro posto, di grande potere o di semplice stipendio per campà, non è legato a chissà quali competenze, ma all’esistenza del potere del Cavaliere. Crollando lui, altro che tutti a casa, tutti in strada in fila con i disoccupati. Allora, ogni giorno, ecco che pregano in direzione di Arcore: per fortuna che Silvio c’è!

Bellissima:
Ricordate quel bellissimo film neorealista di Luchino Visconti, con Anna Magnani? Eravamo nel 1951, il titolo del film era proprio “Bellissima” ed era la storia di una madre che cercava in tutti i modi di far diventare la figlioletta attrice. Pronta a qualunque sacrificio per vedere realizzare i propri sogni… Chissà ormai quante migliaia di madri italiane hanno mandato nel Ventennio berlusconiano le figlie ancora in tenera età nelle scuole di ballo e recitazione. Ma non per imparare il balletto classico, ma quello moderno dove si sculetta tanto, così vedrai che ballerai a Canale 5… Poi a qualcuna di queste “bellissime” può capitare addirittura il miracolo di vedersi apparire, al compleanno per i 18 anni, persino l’amatissimo, bellissimo e soprattutto ricchissimo Silvio!

Bunga Bunga for President!
Questo raggruppa certi elettori maschi italiani in un numero assolutamente da non trascurare, che secondo chi scrive potrebbero ogni volta determinare la vittoria elettorale di Berlusconi. Quando i giornali “comunisti” gridavano allo scandalo per i festini di Silvio con la nipote minorenne di Mubarak o pubblicavano le registrazioni carpite ad una signora, che dopo aver passato con Silvio la notte nel “lettone di Putin”, al telefono ringraziava il premier per la sua generosità sussurandogli appassionatamente che “non mi hai fatto chiudere occhio tutta la notte”, ecco queste rivelazioni che per certi bacchettoni dovrebbero affondare il futuro politico di Silvio il terribile, per questo tipo di elettori invece sono la conferma della grandezza del loro leader e della sua virile missione. Berlusconi sì che “ce l’ha duro”, lui sì che si merita di essere il Presidente degli italiani! Molti di questi “celoduristi” una volta votavano per la Lega di Bossi, ma da qualche anno hanno trovato in Silvio chi li rappresenta meglio.

I professionisti dell’anti-Berlusconi:
Dunque questa è una categoria che si compone soprattutto di politici, giornalisti, comici… Ufficialmente dichiarano il loro disgusto per Silvio Berlusconi e ogni loro proclama compone il pensiero unico che Silvio sbaglia sempre, è solo colpa di Silvio, Silvio è il diavolo, se non ci fosse Silvio tutti i problemi d’Italia sparirebbero… Ma in realtà, questi “professionisti” sanno benissimo che appena scompare il loro “odiato” Silvio, anche i loro lauti compensi come maggiori esponenti dell’antiberlusconismo si disintegrerebbero. Come sarebbe stata la loro carriera se Silvio non fosse mai “sceso in campo”? Ora, magari è difficile credere che nel segreto dell’urna la loro x cada sulla scheda per Forza Italia, ma ai primi exit poll, state certi che anche loro pregano di nascosto che Silvio non venga sconfitto, che non sparisca, che duri ancora un po’ e non li porti con sé all’inferno (per il loro reddito) di un’Italia senza più Berlusconi.

Abbiamo finito la nostra lista, e se qualche lettore volesse aggiungere qualche altro, può commentare sotto. Ma resta una domanda in sospeso: Il colonnello Bondi, nell’annunciare nubi da guerra civile, come truppe di prima linea, pensava più ai tifosi del grande Milan o a quelli del club Bunga Bunga?

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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