“Mi mancava l'odore dei pini quando piove”, disse mio padre quando un giorno gli chiesi perché era tornato a vivere a Roma, dopo aver speso degli anni bellissimi e significativi a New York. Una città che lui ama ancora caramente. Una città che, spesso, intravedo da un leggero brillore acquoso nei suoi occhi, non avrebbe mai desiderato lasciare. Eppure, una semplice cosa come acqua mischiata al legno cambiò tutta la traiettoria navigante della sua esistenza.
Perché torniamo a un posto d'origine? I motivi sono infiniti. I motivi spesso cambiano con il nostro crescere. Man mano che impariamo sempre di più il nostro cianotipo psicologico, diventa sempre più evidente perché facciamo gli spostamenti che facciamo. Ma, a volte, si riduce ad una semplice esperienza olfattoria.
Come cani, stiamo tutti annusando in cerca del posto che chiamiamo casa. Quel luogo di sicurezza.
Per alcuni sono i pini romani dopo la pioggia, per altri è il delizioso aroma di un cornetto parigino, per altri ancora è il delicato profumo di un fiore di ciliegio Giapponese, oppure il lieve effluvio di cereale proveniente da un campo di grano del Kansas, oppure il seducente bouquet di un frutto esotico dell'Ecuador, oppure la dolce essenza della propria pelle sotto il sole raggiante del Sud Africa, oppure la frizzante fragranza dei panni stesi che sventolano nella brezza alpina… OPPURE il disgustoso, sudicio, orrendo, vomitolento, lercio, abominevole, repellente, ripugnante, “sto per morire proprio qui” fetore delle strade di New York.
Aspetta, Coralina! Stavi andando così bene… che cosa stai dicendo? Volevi tornare a casa per QUELLO?!
Sì, in fine, volevo tornare a casa proprio per quello.
Perché ho capito che se non c'era tutto QUELLO, New York non sarebbe New York. Perché significherebbe che era morta. Perché so, che alla fine, dietro tutto quel fetore c'è Vita. E spesso anche Una Vita. Una storia. Forse anche una triste storia. Anzi, sicuramente una triste storia. Ma quando si torna a New York è perché ami le storie. Ami ascoltarle, raccontarle, studiarle e perché no… anche odorarle .
Molta gente parte per le stesse ragioni per le quali altri rimangono. Per ora io rimango. Per ora camminerò per le strade di New York e mi ricorderò che, anche se non ho voluto ammetterlo fino ad adesso, il disgustoso, sudicio, orrendo, vomitolento, lercio, abominevole, repellente, ripugnante, “sto per morire proprio qui” fetore di New York è parte del perché amo New York.
E questo, miei esploratori di meraviglie, è un miracolo olfattorio!
English version
Once upon a time a native New Yorker laid her heart where eternity was called Rome, but believed that miracles where still possible and dreamt her way back Home.
Dedicated to my beautiful giant: New York City
The Nose that Finds Home
“I missed the smell of the pine trees when it rains”, was the answer my father gave me when one day I asked him why he returned to live in Rome after spending so many wonderful and significant years in NYC. A city he loves dearly to this day. A city, I can see from the slight watery shine in his eyes, he wishes he had never left. And yet… something as simple as water mixed with wood changed the whole navigational trajectory of his existence.
Why do we return to a place of origin? The reasons are endless. The reasons often change as we grow. As we learn more about our own psychological blueprint, it becomes even more evident why we make the moves we make. But, sometimes, it comes down to a simple olfactory experience.
Like dogs we are all sniffing for the place we call home. That place of safety. For some it's the Roman pines after the rain, for some it's the scrumptious aroma of a fresh Parisian croissant, for others it's the delicate perfume of a Japanese cherry blossom, or the faint scent of cereal from a Kansas wheat field, or the seductive bouquet of an Ecuadorian exotic fruit, or the sweet essence of one's skin under the radiant South African sun, or the crisp fragrance of freshly washed clothes flapping in the Alpine breeze… OR the disgusting, dingy, horrendous, vomitoid , gross, abominable, foul, repellent, repugnant, “I am going to die right here” stench of the streets of New York.
Wait, Coralina! You were doing so well… what are you saying? You wanted to come back home for THAT?!
Yes, ultimately, I wanted to come home for that.
Because I realized that if there was not all of THAT, New York would not be New York. Because it would mean it would be dead. Because I know that, in the long run, behind all that stench is Life. And sometimes even A Life. A story. Maybe a sad story. Actually, most likely a sad story. But when you come back home to New York it is because you love stories. You love hearing them, telling them, studying them and why not… even smelling them.
Many people leave for the same reasons other people stay. For now I will stay. For now I will walk down my New York streets and remind myself that, even though maybe I did not want to admit it until now, the disgusting, dingy, horrendous, vomitoid , gross, abominable, foul, repellent, repugnant, “I am going to die right here” stench of the streets of New York is part of why I love New York.
And this, my wonder seekers, is an olfactory miracle!