Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
July 30, 2013
in
Primo Piano
July 30, 2013
0

Il brutto che ci è entrato dentro

Maurita CardonebyMaurita Cardone
Time: 4 mins read

Colonna Sonora: Terra, Almamegretta

Poi, un giorno, torni a casa. E casa è dove le cose intorno sono familiari, eppure nuove. Sarà il fuso orario, sarà l'attacco sensoriale della memoria proustiana, sarà la stanchezza del viaggio, fatto sta che ogni volta che torno in Italia mi ritrovo a vivere le prime ore come fossi sotto l'effetto di una qualche droga allucinogena. Ho una sensibilità esasperata, assorbo ogni cosa e divento emotiva. Ed è in questo stato psico-fisico che, stravolta dal caldo, dalla folla e dalla chiassosità dei romani, trascinandomi dietro i miei valigioni da emigrante, salgo sul treno Fiumicino-Fara Sabina.

Per chi arriva a Roma in aereo, il primo impatto con la penisola che è stata culla della civiltà avviene da questo affollato e maleodorante treno che attraversa i sobborghi romani. E non è un bell'impatto. Sgraziata, fredda e opprimente, squallida, triste, brutta, la periferia di palazzoni privi di qualsivoglia estetica, mi saluta beffarda: è di questo che morivi di nostalgia? Il fatto è che quando si sta fuori si tende a idealizzare. Lontana, da New York, mi consumo d'amore per gli odori della macchia mediterranea, per i profili delle mie montagne brulle, per le atmosfere dei centri storici. Parco Leonardo e Ponte Galeria non sono la prima cosa che mi salta alla mente. Eppure tutto questo mi è familiare quanto le mie montagne e il mio mare. Questa bruttezza arrogante, che non fa il minimo sforzo per mascherarsi, questa mostruosità irrispettosa del paesaggio, indifferente alla storia, a noi italiani è diventata abituale. La riconosciamo al primo sguardo e non ce ne curiamo. Ma arrivando dall'estero, con gli occhi disabituati al paesaggio delle periferie urbane italiane, quelle brutture mi colpiscono come uno schiaffo e mi provocano un senso di triste angoscia. E così la prima emozione al ritorno è ancora nostalgia, ma una nostalgia impossibile, per un mondo che non ho visto mai, per un'Italia bella che è rimasta seppellita sotto la brutalità del cemento.

A guardare quei palazzi e quelle strade, sembra quasi che un qualche vandalo arrabbiato col mondo abbia pensato che l'Italia fosse troppo bella, che il nostro paesaggio fosse troppo perfetto, e abbia quindi deciso di deturparlo, a sfregio, punteggiandolo di orribili segni della peggiore presenza umana. Avevamo un paese bellissimo finché negli anni 60 abbiamo deciso che il cinico utilitarismo del cemento dovesse (e potesse) vincere sulla storia, la cultura, la natura, l'armonia. Abbiamo costruito un paesaggio che non ammette voli pindarici, che con la sua razionale bruttezza, con il suo spietato senso pratico (quattro mura, un tetto) che tuttavia non riesce ad escludere l'innato disordine, costringe la nostra immaginazione dentro confini disegnati al tavolino del geometra. Una bruttezza che non ammette variabili, né ricerca espressiva, ma che ubbidisce solo alla leggi della cubatura e della riduzione dei costi.

Nei giorni che seguono il mio ritorno, ricomincio ad avere a che fare con gli italiani. Desiderosa di riconnettermi con la “mia gente” e di assaporare quel gusto tipicamente italiano per la speculazione filosofica, mi avventuro in lunghe considerazioni, racconto dei miei progetti, voglio sentire dei progetti altrui. Ma la conversazione non decolla. Ad accogliere i miei sforzi, una sfilza di “ma, sì, però, l'hanno già fatto, l'hanno già detto, è rischioso, non funzionerebbe, bisogna calcolare questo e quest'altro e poi i soldi chi te li dà e poi se non funziona?”. A New York, se racconto a chicchessia di un mio progetto, fosse anche un piano per andare sulla luna in bicicletta, la gente mi incoraggia con un “Sounds like a great idea” o al massimo mi oppone un “That's ambitious. But where there's a will there's a way”. Forse gli americani potranno sembrare un poco ingenui, ma meglio una bella doccia di ottimismo, seppure poco realistico, che una sferzata di disillusione. Qui invece la gente non ha voglia. Non ha voglia di speculare, non ha voglia di immaginare, non ha voglia di sognare, non ha voglia nemmeno di starti ad ascoltare. Un intero popolo depresso, negativo per definizione, che ha deciso di non lasciarsi andare a voli d'immaginazione, che non ha più il coraggio dei sogni (e lo so che la crisi non ha aiutato, ma, diciamoci la verità, eravamo così anche prima della crisi).

E allora mi viene il dubbio che da quei palazzi brutti, da quell'edilizia senza visione, dalla colonizzazione brutale delle periferie che ha dato vita al deprimente paesaggio suburbano che ti accoglie quando esci dall'aeroporto di Fiumicino, qualcosa si sia trasferito al paesaggio umano, altrettanto deprimente e depresso.

La nostra immaginazione collettiva, la nostra capacità, come popolo, di sorprenderci e sorprendere è rimasta schiacciata sotto il cemento. Le sopravvive una sorta di fatalismo declinato al negativo, che si alimenta della convinzione che non ci sia nulla da fare, che non valga nemmeno la pena di provarci, perché poi tanto – dall'alto – il potere è sempre pronto a fregarti. E questo disincanto amaro e lassista è diventato, come quei palazzi brutti, una familiare parte del paesaggio, tanto che non lo vediamo più. Nemmeno ci accorgiamo che è lì e getta la sua ombra su ogni cosa. Cinico, sterile, costretto dentro confini stabiliti da quelli che ci hanno detto che bisogna stare coi piedi per terra, il glorioso pensiero italiano si è immobilizzato – coi piedi ficcati nel cemento. Il paesaggio umano e intellettuale italiano si è imbruttito e inaridito, finendo per somigliare a quelle periferie. Da popolo di poeti, santi e navigatori, ci siamo trasformati in un popolo di funzionari, traffichini e culi pesanti. Per fortuna, con qualche meravigliosa eccezione.

 

Share on FacebookShare on Twitter
Maurita Cardone

Maurita Cardone

DELLO STESSO AUTORE

Yourban2030 Launches “Walls of Tomorrow”, with Debut of “Botanical Pulse”

Yourban2030 Launches “Walls of Tomorrow”, with Debut of “Botanical Pulse”

byMaurita Cardone
When New York is an Art Pot

When New York is an Art Pot

byMaurita Cardone

A PROPOSITO DI...

Previous Post

La Cambogia al bivio, tra contestazioni elettorali e speranza di cambiamento

Next Post

L’amore profondo per il palcoscenico

DELLO STESSO AUTORE

Illy: Family Values from Plant to Cup

Illy: valori di famiglia dalla pianta alla tazzina

byMaurita Cardone
Lidia Bastianich: inseguendo la genuinità tra due mondi

Lidia Bastianich: inseguendo la genuinità tra due mondi

byMaurita Cardone

Latest News

A scene from Casino (1995), starring Sharon Stone and Robert De Niro, shown during a special 30th anniversary tribute at the Tribeca Film Festival in New York

Scorsese and De Niro Look Back at “Casino” 30 Years Later at the Tribeca Film Festival

byMonica Straniero
L’azienda che moderava i contenuti per Meta licenzia 2.000 persone

Meta Allowed AI “Nudify” Apps to Advertise on Its Platforms, Report Finds

byDavid Mazzucchi

New York

Duplice omicidio all’Università di Colorado Springs: indaga la polizia

Two Fatal Shootings Shatter Months of Calm in Chelsea, Hell’s Kitchen

byDaniele Di Bartolomei
Il Chrysler Building torna sul mercato: in vendita una leggenda di NY

Il Chrysler Building torna sul mercato: in vendita una leggenda di NY

byDania Ceragioli

Italiany

Italy on Madison, la facciata della sede dell’Italian Trade Agency trasformata per tre giorni in una casa italiana.

Erica Di Giovancarlo (ITA): “Italian lifestyle è un modo di vivere”

byMonica Straniero
Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Next Post
Licio Gelli

Un commendatore di nome Licio

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?