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June 24, 2013
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Italia svegliati! Il tuo Cavaliere è stato fatto fuori dalla storia

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Silvio Berlusconi mima il segno delle manette quando era Presidente del Consiglio

Silvio Berlusconi mima il segno delle manette quando era Presidente del Consiglio

Time: 3 mins read

Certe volte accade che la storia si fa gioco di chi, la storia, ha preteso di impacchettarla per venderla come uno dei tanti prodotti della sua azienda. Proprio il giorno che il tribunale di Milano riteneva colpevole in primo grado Silvio Berlusconi, del reato di aver abusato dei suoi poteri dopo aver approfittato di una prostituta neanche maggiorenne (in Italia, guarda un po', è considerato reato pagare una minorenne per riceverne prestazioni sessuali) e lo condannava a sette anni di reclusione,  alle Nazioni Unite si discuteva di violenza sessuale su donne e minori. Addirittura al Palazzo di Vetro è spuntata a sorpresa la star Angelina Jolie, che ha parlato al Consiglio di Sicurezza facendo un discorso duro, contro chi non riesce a far giustizia delle migliaia di donne e bambini abusati sessualmente nel mondo e soprattutto nei teatri di guerre civili come in Siria e Congo. Ma in particolare di quello che si discuteva all’ONU, proprio nello stesso giorno della condanna di Berlusconi, era di porre fine all’impunità. Basta con l’impunità per chi commette reati di natura sessuale.

Anche l’Italia, col suo bravo ambasciatore Cesare Maria Ragaglini, si è pronunciata laddove poco prima, aveva parlato la inviata speciale per i rifugiati dell'UNHCR, Angelina Jolie. E ai membri permanente del Consiglio di Sicurezza e a quelli eletti per due anni, l’Italia ha detto che “l’impunità per chi commette violenza sessuale priva le vittime e i sopravvissuti della speranza di ottenere giustizia. Tolleranza zero (… )  L’Italia – ha proseguito Ragaglini – considera la protezione delle donne dalla violenza sessuale come una azione essenziale della tutela dei diritti umani”.

 

Chissá se fischiavano le orecchie a qualcuno. Perchè adesso, quello che è incredibile, almeno visto da New York, è che in Italia si discuta ancora della sentenza del tribunale di Milano se sia o no una specie di vendetta politica contro il Cavaliere per farlo fuori… Quando per “far fuori” un leader di governo, in qualsiasi paese al mondo democratico, non si sarebbe certo dovuto arrivare ai tempi di una sentenza di tribunale. Ma vi ricordate di quando tutto il mondo ci rideva dietro – e noi, almeno all'estero piangevamo – per il bunga bunga e Ruby rubacuori “nipote di Mubarak”? E non si doveva aspettare neanche quel grottesco scandalo. Già perchè sarebbe dovuto bastare quello precedente, quando cioè un presidente del Consiglio in carica faceva fare addirittura una sosta più lunga ad un suo aereo in una pista vicino Napoli in modo da poter fare un salto alla festa di compleanno dell’allora diciassettenne Noemi Letizia…. Ma, invece, non sono bastate neanche le lettere che l’allora moglie di Berlusconi, Veronica, scriveva ai giornali dicendo che suo marito era malato, che qualcuno doveva aiutarlo invece di ricandidarlo.

Ecco in qualunque altro paese democratico, un personaggio del genere coperto da scandali e dal ridicolo non sarebbe, lo abbiamo già scritto, arrivato più a presiedere una riunione di condominio, altro che governo o diritto di elezione in Parlamento. Invece in Italia, paese molto “garantista” a quanto pare ma solo con i Cavalieri, si è aspettato una sentenza di un tribunale. Ma quando questa finalmente è arrivata, ancora si discute se si tratta solo di “politica” per farlo fuori e se poi ci convenga, dato che senza di lui il governo Letta non sopravviverà….

Italia, svegliatii! La situazione mondiale è troppo complicata per dividerti ancora tra pro e contro Berlusconi. Dimenticati i guai del Cavaliere, e salvati. Avrebbe dovuto svegliarti già con le  urne elettorali il tuo popolo, e tanto tempo fa. Adesso siamo arrivati finalmente alla sentenza di un tribunale, ma soprattuto della storia italiana, che non vuol farsi prendere più in giro.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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