Certe volte accade che la storia si fa gioco di chi, la storia, ha preteso di impacchettarla per venderla come uno dei tanti prodotti della sua azienda. Proprio il giorno che il tribunale di Milano riteneva colpevole in primo grado Silvio Berlusconi, del reato di aver abusato dei suoi poteri dopo aver approfittato di una prostituta neanche maggiorenne (in Italia, guarda un po', è considerato reato pagare una minorenne per riceverne prestazioni sessuali) e lo condannava a sette anni di reclusione, alle Nazioni Unite si discuteva di violenza sessuale su donne e minori. Addirittura al Palazzo di Vetro è spuntata a sorpresa la star Angelina Jolie, che ha parlato al Consiglio di Sicurezza facendo un discorso duro, contro chi non riesce a far giustizia delle migliaia di donne e bambini abusati sessualmente nel mondo e soprattutto nei teatri di guerre civili come in Siria e Congo. Ma in particolare di quello che si discuteva all’ONU, proprio nello stesso giorno della condanna di Berlusconi, era di porre fine all’impunità. Basta con l’impunità per chi commette reati di natura sessuale.
Anche l’Italia, col suo bravo ambasciatore Cesare Maria Ragaglini, si è pronunciata laddove poco prima, aveva parlato la inviata speciale per i rifugiati dell'UNHCR, Angelina Jolie. E ai membri permanente del Consiglio di Sicurezza e a quelli eletti per due anni, l’Italia ha detto che “l’impunità per chi commette violenza sessuale priva le vittime e i sopravvissuti della speranza di ottenere giustizia. Tolleranza zero (… ) L’Italia – ha proseguito Ragaglini – considera la protezione delle donne dalla violenza sessuale come una azione essenziale della tutela dei diritti umani”.
Chissá se fischiavano le orecchie a qualcuno. Perchè adesso, quello che è incredibile, almeno visto da New York, è che in Italia si discuta ancora della sentenza del tribunale di Milano se sia o no una specie di vendetta politica contro il Cavaliere per farlo fuori… Quando per “far fuori” un leader di governo, in qualsiasi paese al mondo democratico, non si sarebbe certo dovuto arrivare ai tempi di una sentenza di tribunale. Ma vi ricordate di quando tutto il mondo ci rideva dietro – e noi, almeno all'estero piangevamo – per il bunga bunga e Ruby rubacuori “nipote di Mubarak”? E non si doveva aspettare neanche quel grottesco scandalo. Già perchè sarebbe dovuto bastare quello precedente, quando cioè un presidente del Consiglio in carica faceva fare addirittura una sosta più lunga ad un suo aereo in una pista vicino Napoli in modo da poter fare un salto alla festa di compleanno dell’allora diciassettenne Noemi Letizia…. Ma, invece, non sono bastate neanche le lettere che l’allora moglie di Berlusconi, Veronica, scriveva ai giornali dicendo che suo marito era malato, che qualcuno doveva aiutarlo invece di ricandidarlo.
Ecco in qualunque altro paese democratico, un personaggio del genere coperto da scandali e dal ridicolo non sarebbe, lo abbiamo già scritto, arrivato più a presiedere una riunione di condominio, altro che governo o diritto di elezione in Parlamento. Invece in Italia, paese molto “garantista” a quanto pare ma solo con i Cavalieri, si è aspettato una sentenza di un tribunale. Ma quando questa finalmente è arrivata, ancora si discute se si tratta solo di “politica” per farlo fuori e se poi ci convenga, dato che senza di lui il governo Letta non sopravviverà….
Italia, svegliatii! La situazione mondiale è troppo complicata per dividerti ancora tra pro e contro Berlusconi. Dimenticati i guai del Cavaliere, e salvati. Avrebbe dovuto svegliarti già con le urne elettorali il tuo popolo, e tanto tempo fa. Adesso siamo arrivati finalmente alla sentenza di un tribunale, ma soprattuto della storia italiana, che non vuol farsi prendere più in giro.