Il Primo Maggio, festa dei lavoratori in gran parte del mondo, ha parlato di lavoro anche Papa Francesco, secondo il quale la società non è giusta se non provvede per tutti un lavoro o se sfrutta i lavoratori: «Il lavoro ci dà la dignità. Invece quelli che non lavorano non hanno questa dignità. Ma tanti sono quelli che vogliono lavorare e non possono. Quando la società è organizzata in modo che non tutti hanno la possibilità di lavorare, quella società non è giusta». Papa Francesco poi ha aggiunto: «Gesù viene chiamato il figlio del falegname. Giuseppe era un lavoratore e Gesù ha imparato a lavorare con lui. Nella prima lettura si legge che Dio lavora per creare il mondo. Questa icona di Dio lavoratore – afferma il Papa – ci dice che il lavoro è qualcosa di più che guadagnarsi il pane. Il lavoro ci dà la dignità».
Il Papa ha anche citato un rabbino del Medio Evo che raccontava alla sua comunità ebraica la vicenda della Torre di Babele: «Quando un mattone per sbaglio cadeva, c’era un problema tremendo, uno scandalo: ‘Ma guarda cosa hai fatto!’. Ma se uno di quelli che facevano la torre cadeva: ‘Requiescat in pace!’ e lo lasciavano tranquillo. Era più importante il mattone che la persona. Questo raccontava quel rabbino medievale e questo succede adesso! Le persone sono meno importanti delle cose che danno profitto a quelli che hanno il potere politico, sociale, economico. A che punto siamo arrivati? Al punto che non siamo consci di questa dignità della persona, questa dignità del lavoro».
Oggi – ha osservato il Papa – non possiamo dire più quello che diceva San Paolo: «Chi non vuol lavorare, non mangi», ma dobbiamo dire: «Chi non lavora, ha perso la dignità!», perché «non trova la possibilità di lavorare». Anzi: «La società ha spogliato questa persona di dignità!». Oggi – ha aggiunto il Pontefice – ci fa bene riascoltare «la voce di Dio, quando si rivolgeva a Caino» dicendogli: «Caino, dov’è tuo fratello?». Oggi, invece, sentiamo questa voce: «Dov’è tuo fratello che non ha lavoro? Dov’è tuo fratello che è sotto il lavoro schiavo?». Il Papa poi ha concluso cosí: «Preghiamo per tutti questi fratelli e sorelle che sono in questa situazione».